Domenica 2 Febbraio 2025
ANTONELLA COPPARI
Politica

Migranti Il governo tira dritto

Il Viminale: possibili nuovi invii a Gjader. Arrivati in Italia i 43 richiedenti asilo liberati. .

I migranti arrivati ieri sera al porto di Bari dall’Albania

I migranti arrivati ieri sera al porto di Bari dall’Albania

L’irritazione ci sarebbe stata comunque, ma nel clima da scontro all’arma bianca che si è creato dopo l’indagine su Giorgia Meloni e i ministri, parlare di indignazione è quasi un eufemismo. Siamo alla guerra aperta, di quelle in cui non si fanno prigionieri. Ieri sera i 43 migranti, tutti provenienti da Egitto e Bangladesh sono tornati a Bari: il rientro in Italia non va giù maggioranza e governo, che consideranno le bocciature dei trattenimenti in Albania da parte della Corte d’appello segno tangibile di una magistratura "pregiudiziale", che vuole "fare politica". Lo dice chiaro e tondo il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci (FdI): "C’è una parte della magistratura che è convinta che se un governo è di centrodestra o di destracentro, bisogna mandarlo a casa". Lo confermano i due capigruppo tricolori, Galeazzo Bignami e Lucio Malan: "Tutti e cinque i giudici che hanno firmato i provvedimenti della Corte d’appello provengono dalla sezione specializzata del Tribunale di Roma: una migrazione di massa, dopo il trasferimento di competenze effettuato dal governo e votato dalle Camere. Una chiara presa in giro del Parlamento".

Questo non significa che il partito della premier – compatto sulla linea della leader – ha deciso di chiamare il suo popolo a manifestare contro le toghe, opzione prevista nel questionario che FdI manda periodicamente agli iscritti: "Noi siamo sempre nelle piazze e non siamo mai contro nessuno, figuriamoci contro la magistratura", dice il responsabile dell’organizzazione, Giovanni Donzelli. Guai però a parlare di "fallimento totale" dei centri in Albania come fa Elly Schlein assieme a tutta l’opposizione: se la soluzione non funziona, è colpa dei magistrati. "Noi siamo nel giusto", ripete Giorgia Meloni. Di qui, la scelta di brandire l’ordinanza della Cassazione di dicembre (in cui, in attesa della decisione della Corte di giustizia europea, si affermava che la definizione di "Paesi d’origine sicuri" spetta al ministro degli Esteri) accusando la Corte d’Appello di averla scientemente ignorata e travisata: "Siamo allo scontro all’interno della magistratura pur di impedire al governo di mettere in pratica legittime politiche migratorie", tuona il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro (FdI). Gli fa eco Maurizio Gasparri: "L’uso politico della giustizia non può impedire all’esecutivo di fare una politica di contrasto dell’immigrazione clandestina. Sono sentenze che smentiscono le decisioni della Cassazione".

La logica conseguenza per questo terzo stop al progetto albanese sembrerebbe un nuovo ricorso in Cassazione. Invece il governo non ricorrerà: gli ermellini si sono già espressi – tagliano corto al ministero dell’Interno – non devono dire altro. Dunque, è tutto rimandato alla corte di Giustizia europea. L’udienza per stabilire se la normativa nazionale sulla definizione di Paesi sicuri è compatibile con il diritto Ue è fissata per il 25 febbraio, la sentenza attesa nel giro di uno o due mesi. Il governo è ottimista non solo perché la soluzione albanese era stata esaltata da tutti, come rivendica Giorgia un giorno sì e l’altro pure. Anche perché la strategia della blindatura dei confini e della esternalizzazione delle procedure d’esame delle domande d’asilo è comune in Europa. Non significa che a Palazzo Chigi abbiano già deciso di restare immobili fino alla sentenza: "Andiamo avanti – fanno sapere dal Viminale – Su questo tema si sta sviluppando una giurisprudenza di corto respiro. Le corti d’Appello rinviano alla Corte europea per prendere tempo, ma si tratta di un sistema già previsto dal nuovo Patto europeo immigrazione e asilo che entrerà in vigore al più tardi nel 2026".

È possibile dunque che ci saranno nuovi invii verso l’Albania di immigrati destinati a rientrare in Italia nel giro di pochi giorni. Che senso ha organizzare altri viaggi? Quello di alzare ulteriormente la tensione. Oramai la vicenda albanese fa parte non di una partita, quella sull’immigrazione, ma dello scontro finale tra centrodestra e magistratura. Un altro tassello sarà messo in settimana, con la calendarizzazione dell’informativa sul generale libico Almasri, scarcerato e riportato a casa. Chi andrà in Parlamento a spiegare la vicenda? Lo deciderà l’avvocato degli indagati, la senatrice leghista Giulia Bongiorno.