Roma, 17 luglio 2023 – Fumata bianca. È stato firmato a Tunisi dal presidente tunisino Kais Saied, dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, dal premier italiano Giorgia Meloni e da quello olandese Mark Rutte il memorandum d’intesa per una partnership strategica e globale fra Unione europea e Tunisia. Il focus è soprattutto sui migranti. L’accordo prende spunto da quello raggiunto nel 2016 con la Turchia, ma mette sul piatto molti meno soldi: 770 milioni contro 6 miliardi di euro per quello turco. Ma altri finanziamenti potrebbero arrivare. Se la Tunisia raggiungerà l’accordo con il Fondo monetario internazionale – ma le negoziazioni sono in stallo perché la Tunisia non vuole accettare le riforma chieste dal Fmi in cambio di un prestito da 1.9 miliardi di dollari e anche ieri Saied ha sparato ad alzo zero contro il Fmi –, arriveranno altri 900 milioni di prestiti agevolati da Bruxelles. La Ue ha offerto al presidente tunisino Kais Saied un accordo in cinque punti.
“Oggi – ha detto Meloni – abbiamo raggiunto un importante risultato in questo nuovo incontro con il presidente Saied. Un risultato che è il frutto di un grande lavoro diplomatico. Questo tipo di partenariato sarebbe stato impensabile fino a qualche mese fa, lo dico con orgoglio ma anche con gratitudine nei riguardi della Commissione. Si tratta di un ulteriore passo importante verso la creazione di un vero partenariato tra la Tunisia e la Ue, che possa affrontare in maniera integrata la crisi migratoria. Il partenariato con la Tunisia è un modello per costruire nuove relazioni con i paesi del Nord Africa".
La presidente del Consiglio ha anche annunciato che "il 23 luglio, si terrà la conferenza internazionale sulla migrazione a Roma. Avrà il presidente Saied tra i protagonisti ma parteciperanno diversi capi di Stato e di governo mediterranei". "L’accordo siglato fra Ue e Tunisia – ha aggiunto il premier dimissionario Mark Rutte – è una pietra miliare, una partnership globale di cui beneficeranno sia la Ue che la Tunisia. È essenziale riprendere il controllo sulle migrazioni irregolari. Ora però spetta agli stati Ue approvare questo accordo, ma sono fiducioso che troverà un ampio sostegno".
«Noi, oggi più che mai – ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – sulla migrazione abbiamo bisogno di una efficace cooperazione. Dobbiamo combattere le attività dei trafficanti, che sfruttano vite umane. Lavoreremo con la Tunisia in operazioni anti-trafficanti, aumenteremo il coordinamento nelle operazioni Sar e nel controllo delle frontiere e sui rimpatri nel pieno rispetto del diritto internazionale. Per questo capitolo erogheremo 105 milioni di euro". Altri 150 milioni andranno subito all’assistenza macrofinanziaria, 65 per le scuole tunisine, e poi (intese dettagliate ancora da firmare) ci sono 300 milioni per le energie rinnovabili e 150 per il cavo sottomarino Medusa. Con il memorandum la Ue vuole convincere Saied a trovare un accordo con il Fmi, essenziale per ridurre la gravissima crisi economica che incide anche sull’emigrazione. Bruxelles spera anche che una Tunisia fuori dalla crisi economica possa essere disponibile a ospitare dei centri Ue di selezione del flusso migratorio.
La pressione sull’Italia del resto è alta – dal primo gennaio al 14 luglio, 75.065 migranti a fronte di 31.920 nello stesso periodo del 2022 – e la gestione è complessa e le Regioni sono insoddisfatte. "In merito alla collocazione dei migranti nei territori bisogna evitare decisioni calate dall’alto. C’è bisogno di una collaborazione che porti a scelte prese di comune accordo, tra governo e regioni" dicono alla Conferenza delle regioni con governatori sarebbero divisi tra la linea di quelli del centrosinistra, che intendono gestire autonomamente le collocazioni, e quelli di centrodestra, che lamenterebbero il malfunzionamento del sistema di accoglienza diffusa.
Il Viminale getta acqua sul fuoco e assicura "la massima disponibilità al dialogo con tutti gli interlocutori istituzionali", compresi i governatori. L’apertura su questi temi arriva anche dal commissario all’emergenza migranti, che minimizza: "Il sistema tiene e questi problemi ci sono sempre stati – sostiene Valerio Valenti – . Nel 90% dei casi la collocazione ha funzionato e funziona. Ci sono state ricadute più forti su qualche territorio, ma sono criticità che nascono da situazioni specifiche. Noi, in questo approccio emergenziale, siamo aperti e disponibili a idee diverse e se dovessero risultare valide, in una logica di cuscinetto, le valuteremo".