Venerdì 22 Novembre 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Foti (FdI): “Paesi sicuri? Non decide il pm sui migranti in Albania”

Il capogruppo alla Camera: “Il trattato resta valido. Grave la mail sulla premier. Indaghi anche il Csm”

Roma, 21 ottobre 2024 – Tommaso Foti, capogruppo FdI alla Camera. I migranti che avevamo portato in Albania ora sono a Bari. Il modello è dunque sbagliato?

“Le norme sono state rispettate, e i paesi di provenienza di quei migranti erano considerati sicuri. La decisione del tribunale di Roma, presa sulla base di una decisione della Corte Ue che non riguardava i due Paesi in esame, porta però il governo a una decisione”.

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Tommaso Foti, capogruppo di Forza Italia alla Camera

Una messa in discussione del trattato Italia-Albania?

“No, il trattato funziona. La presidente Ue Ursula von der Leyen e il primo ministro laburista inglese Starmer parlano di un modello innovativo e da seguire. Anche se capisco che questo dia fastidio alla sinistra”.

Oggi il governo correrà ai ripari, fissando l’elenco dei paesi sicuri. Ma anche qui: c’è chi dice che non si può fare. Chi ha ragione?

“I principi a cui si ispira questo governo fanno già parte di un regolamento europeo, perciò anche stavolta le cose sono chiare. Non è chiaro piuttosto quanto avvenuto nei giorni scorsi”.

Il tribunale di Roma aveva competenza su quei migranti.

“Infatti il problema non è di competenze, ma è di fondo: possiamo lasciare decidere ai singoli giudici, caso per caso, se un Paese è sicuro o meno? E se giudici diversi decidono diversamente su uno stesso Paese? Getteremo una monetina?”

Dunque una lista interministeriale stabilita per decreto.

“Con che modalità fissare la questione lo deciderà il governo. Ma di sicuro c’è che a decidere se un Paese è sicuro o meno non può essere un giudice ordinario, ma qualcuno al di sopra dei singoli casi”.

Nel frattempo i rapporti tra governo e magistratura sono sempre più tesi. Il ministro Nordio ha definito la sentenza di Roma ’abnorme’. Ed è circolata una mail di un magistrato che definisce ’Meloni più pericolosa di Berlusconi’.

“Nordio è un giurista e si esprime nel merito, questo tendiamo spesso a dimenticarlo. Rispetto alla email, invece, io non credo che i giudici possano permettersi di fare graduatorie di supposta pericolosità sui presidenti del Consiglio. E c’è un dettaglio ancora più inquietante.

Quale?

“In quella email si dice anche che Meloni è più pericolosa perché non ha processi in atto. Qualcuno potrebbe leggerci un suggerimento a indagarla per indebolirla. Per questo motivo io credo che quella missiva dovrebbe essere attenzionata dal Csm, oltre che dal ministero”.

In questo muro contro muro tra pm e governo quanto pesano la riforma Nordio e la separazione delle carriere?

“Beh, se qualcuno pensa che alzando il livello dello scontro non si andrà avanti con la separazione delle carriere sta sbagliando di grosso. Noi quella riforma vogliamo portarla a termine previo confronto. Se però emerge un pregiudizio, va da sé: il confronto decade”.