Lunedì 23 Dicembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Migranti riportati in Italia, il giudice: “È stata applicata solo la legge”

Zaccaro (AreaDg) sul caso Albania: “Nessuno scontro con la politica. Se il governo non condivide, faccia ricorso”

Roma, 22 ottobre 2024 – Giovanni Zaccaro, lo scontro tra governo e magistratura ha raggiunto livelli di guardia, al punto da sollecitare un intervento di Mattarella. Solo nell’era Berlusconi si era vista una cosa del genere...

“A me – spiega il segretario di AreaDg e giudice della corte d’appello di Roma – sembra sbagliato parlare di scontro fra governo e magistratura. I giudici si limitano a fare il loro lavoro, prendono decisioni nel rispetto della legge, della Costituzione e delle norme europee, tutelano i diritti e le garanzie fondamentali di tutti, anche se non graditi alle maggioranze di turno. Se il governo non condivide le decisioni le può impugnare, invece di gridare allo scandalo. È già successo l’anno scorso con il caso della collega Apostolico. Le sue decisioni scatenarono mille polemiche, ma alla fine cosa è successo? Il governo ha rinunciato al ricorso per Cassazione, riconoscendo la correttezza delle sue motivazioni. Vediamo questa volta come andrà”.

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Giorgia Meloni pubblica la mail di un magistrato contro di lei per dimostrare che lo scontro è ‘politico’. Secondo lei è davvero così?

Il magistrato Giovanni Zaccaro (Area)
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“Forse non ha letto tutta la mail del collega. Lui scrive proprio che non si tratta di scontro politico, ma di una diversa idea dei rapporti fra poteri dello Stato. È un ragionamento di diritto costituzionale, che mi pare condiviso dalla quasi unanime comunità dei giuristi”.

Il decreto annunciato sulla questione albanese a suo giudizio servirà davvero a qualcosa oppure acuirà solo le distanze?

“Sono abituato a commentare i testi che esistono. Posso dire che anche gli studenti sanno che il legislatore emana norme generali e astratte, mentre i giudici le devono applicare nel caso concreto e nel contesto della tutela multilivello dei diritti fondamentali”.

Il ministro Nordio è stato durissimo con i magistrati dopo la sentenza sui migranti.

“Il ministro ha assunto una presa di posizione ideologica. Sostiene che la politica fa le leggi e i magistrati le devono applicare. Mi pare scontato che i magistrati debbano rispettare le leggi, ma devono anche rispettare le norme, anche di rango sovranazionale, che tutelano i diritti fondamentali. Nessuna maggioranza parlamentare, sia pure legittimata dal voto popolare, può ledere il nocciolo duro dei diritti e della dignità delle persone. Ricordo anche che, in un Paese liberale, i provvedimenti che limitano la libertà personale devono essere sempre adottati da magistrati e non possono essere adottati direttamente dalla legge per categorie indistinte di persone”.

A suo parere, questo scontro è davvero insanabile oppure c’è qualcosa che si può fare per ricomporre le distanze e le polemiche? E, nel caso, quale potrebbe essere il ruolo del capo dello Stato?

“Torno a dire che è sbagliato parlare di scontro e alimentare l’idea, nella opinione pubblica, che ci sia uno scontro. Ciascuno deve fare il lavoro che la Costituzione gli assegna: la maggioranza politica deve governare il Paese, i magistrati devono garantire i diritti e le garanzie di tutti”.

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