Lunedì 21 Ottobre 2024

Migranti in Albania, è scontro con i giudici. Oggi il Consiglio dei ministri. Mattarella invita al dialogo

Il giudice di Magistratura democratica definisce la premier “pericolosa”. Il governo punta a rendere norma primaria l’indicazione dei Paesi sicuri

Roma, 21 ottobre 2024 – E’ scoppiato il caos migranti in Albania. Per oggi alle 18 è previsto il consiglio dei ministri che dovrebbe porre rimedio, con un decreto legge, alla situazione venutasi a creare nel centro messo in piedi dall’accordo tra la premier Meloni e l’omologo Edi Rama. A rendere più teso il clima con i giudizi e con l'opposizione, una mail di un giudice di Magistratura democratica ai suoi colleghi in cui definisce la premier 'pericolosa’.

Sulla vicenda nata dalla decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei migranti all'interno del cpr in Albania interviene implicitamente il presidente Mattarella, invitando al dialogo tra istituzioni. Anm contro Nordio: 'Toni senza precedentì. Il vicepresidente della Cei Savino: 'I migranti sono fratelli, non pacchi da sbattere di qua e di là'.

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Cosa sta succedendo: la mail del giudice

Nel governo monta il sospetto che una parte di magistratura "politicizzata” voglia mettere i bastoni tra le ruote. Per Palazzo Chigi una prova in più è la mail del sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello, inviata ai colleghi e pubblicata dal Tempo. La premier ne rilancia un passaggio che la riguarda: “Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione la rilancia”. E il commento è laconico: “Così un esponente di Magistratura democratica”. “Anche oggi - la attacca la leader del Pd Elly Schlein - ci regala la sua dose di vittimismo quotidiano”, mentre perfino Rendi difende la premier: "Giorgia Meloni in Albania ha gettato via 1 miliardo di euro degli italiani: inaccettabile. Lei non mi diede solidarietà, ma il giudice che l'ha attaccata in chat sbaglia", ha scritto su X il leader di Italia Viva.

Motovedetta con migranti da Albania arrivata in porto Bari
Motovedetta con migranti da Albania arrivata in porto a Bari (Ansa)

Meloni prepara il decreto

In questo clima ad alta tensione l'esecutivo prepara il decreto legge con cui, nel Consiglio dei ministri programmato alle 18, intende porre “soluzione” al “problema” nato dalla decisione del Tribunale di Roma che non ha convalidato il trattenimento dei migranti all'interno del cpr in Albania. Un provvedimento che dovrebbe rendere norma primaria, e non più secondaria come il decreto interministeriale, l'indicazione dei Paesi sicuri, quelli verso cui è più facile disporre i rimpatri. Si lavora, spiegano fonti di maggioranza, anche a un altro aspetto: ossia i ricorsi contro le decisioni sul trattenimento nei cpr, e si sta valutando di farlo con le Corti d'Appello. Una soluzione già introdotta, per le richieste d'asilo, con il recente decreto flussi, e che ha generato l'allarme dei 26 presidenti delle Corti d'Appello, alle prese con organici ridotti e sovraccarico di cause. Si andrebbero così a toccare due elementi della sentenza del Tribunale di Roma, “abnorme” per il guardasigilli Carlo Nordio e ineccepibile per le l'Unione delle camere penali, secondo cui i giudici si sono «limitati ad applicare la normativa europea di riferimento, in linea con le indicazioni vincolanti della Corte di Giustizia dell'Unione europea». “La magistratura non ha compiti politici ma di rispetto dei diritti e delle garanzie delle persone”, puntualizza il presidente dell'Anm Giuseppe Santalucia, che vede “minacce” nelle parole di Nordio e denuncia “toni di aggressione al lavoro giudiziario che non hanno precedenti”. Sono ancora in corso approfondimenti sul testo del decreto, si lavorerà fino all'ultimo e non è del tutto escluso che serva più tempo per limare l'intervento. Non è detto che basti a evitare nuove pronunce come quelle di Roma. Ma, secondo i ragionamenti che si fanno in maggioranza, dietro il provvedimento c'è anche “un messaggio politico”, e l'intenzione è comunque di “andare avanti” per salvaguardare il principio delle procedure di rimpatrio accelerate e non vanificare le intese internazionali con i relativi investimenti.

L’allarme di Mattarella

"Vi sono dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose - approfondendo solchi e contrapposizioni - ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha utilizzato il palco del festival delle Regioni e delle Province per lanciare un allarme sul fronte della collaborazione istituzionale. Un principio che va sempre salvaguardato, ha sottolineato il capo dello Stato, in quanto elemento a tutela della collettività. No alle logiche di parte, dunque. “Tra le istituzioni e all'interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità”. Perché “le istituzioni appartengono e rispondono all'intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse”. Parole di certo non casuali in un momento delicato e complesso proprio a livello di rapporti istituzionali.