Berlino, 23 aprile 2020 - Il premier Giuseppe Conte, a quanto si apprende, nel corso del Consiglio europeo ha chiesto una modifica alle conclusioni della riunione sul Recovery Fund. Modifica che è stata inserita e inquadrerebbe il piano per la ripresa Ue come strumento "necessario e urgente".
"Dovremmo dare chiaro mandato alla Commissione europea di preparare il più presto possibile una concreta proposta per il Recovery Fund, fornendo un 'ponte' per anticipare le risorse quest'anno", ha detto, a quanto si apprende, il premier nel corso del Consiglio Ue.
"La dotazione del Recovery Fund dovrebbe essere di 1.500 miliardi e fornire prestiti a fondo perduto agli Stati membri". Prestiti "essenziali per preservare i mercati nazionali, parità di condizioni e assicurare una risposta simmetrica a uno shock simmetrico", è ancora la richiesta del presidente del Consiglio.
Le parole di Conte
Sulla stessa linea sono Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. "Servono trasferimenti di risorse verso i Paesi Ue più colpiti da questa crisi, non dei prestiti", gli ha dato manforte il presidente francese Emmanuel Macron. La Von der Leyen, che entro il 6 maggio dovrà presentare la nuova proposta di bilancio Ue e Recovery fund, assicura che ci sarà "un giusto equilibrio tra sovvenzioni e prestiti". Sull'altro fronte, invece, i Paesi 'frugali' (su tutti Olanda, Svezia, Danimarca, Finlandia e Austria) che si oppongono ad aumenti del budget comune e a forme di trasferimenti a fondo perduto. Difendendo il principio secondo cui la Commissione Ue non può indebitarsi.
"Per gli aiuti a fondo perduto lo strumento giusto è il bilancio pluriennale dell'Ue, mentre guardo al Recovery fund come ad un sistema basato sui prestiti. Comunque siamo in una fase iniziale della discussione", ha sintetizzato il premier olandese Mark Rutte. La Germania non si schiera apertamente nella battaglia ma la cancelliera Merkel ammette che "non su tutto siamo della stessa opinione", anzi che c'è un vero e proprio "disaccordo" su come finanziare il fondo, assicurando però che Berlino è disponibile a versare di più al bilancio europeo.