Domenica 22 Dicembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Il caso della consulente. Meloni con Sangiuliano: "Non sono stati spesi soldi pubblici"

La premier chiude (per ora) la polemica sul ministro della Cultura. E rilancia sui temi legati alla manovra: pensioni da rivalutare e autonomia. La influencer Boccia posta sui social le foto del documento sul G7

Roma, 2 settembre 2024 – Il modus operandi non cambia. Giorgia difende i suoi ministri sempre e comunque. Così, nel salotto amico di Paolo Del Debbio mette tra parentesi l’irritazione per l’immagine negativa che riverbera sul governo per il caso della ’consulente’ Maria Rosaria Boccia, e prende le parti di Gennaro Sangiuliano: "Mi garantisce che questa persona non ha avuto nessun accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona”. A stretto giro, la replica della diretta interessata, Boccia, che su Instagram scrive: ho un nome, un cognome e anche un titolo. Quindi pubblica due documenti relativi al G7 Cultura di cui si legge solo l’intestazione, che suonano come una smentita della premier almeno sul versante dell’accesso ad atti riservati.

Approfondisci:

Caso Sangiuliano, l’influencer al ministero e il giallo del contratto: Meloni vuole spiegazioni

Caso Sangiuliano, l’influencer al ministero e il giallo del contratto: Meloni vuole spiegazioni
Approfondisci:

Il caso Sangiuliano. Italia viva e Pd: venga in Parlamento

Il caso Sangiuliano. Italia viva e Pd: venga in Parlamento
++ Meloni, Sangiuliano assicura nessun euro speso per Boccia ++
La premier Giorgia Meloni ospite di '4 di Sera' su Rete4 (Ansa)

Il caso non è chiuso, malgrado tutto. Per quanto la leader di FdI odi sentir parlare di rimpasto, circolano già i nomi dei possibili sostituti. Dalla sua vice, Lucia Borgonzoni, al giornalista Mauro Mazza al direttore del Maxxi Alessandro Giuli.

Punta molto sull’economia a ’4 di Sera’ la premier: dalle pensioni minime (“avanti con l’opera di equità”) all’assegno unico passando per il taglio dell’Irpef. Quindi, garantisce che la “priorità per i prossimi mesi” è la sicurezza e invita il Parlamento ad approvare la legge. Soprattutto annuncia un provvedimento sull’immigrazione in uno dei prossimi Cdm. È convinta che la criminalità organizzata “usi la migrazione legale per favorire quella illegale. Ci sono aree del Paese in cui di quelli che entrano solo il 3% viene assunto”. Dunque, bisognerà intervenire sulla Bossi–Fini. Ma c’è anche qualcosa che manca: nel giorno in cui Tajani conferma che presenterà entro settembre una proposta per lo ius scholae, schiva l’argomento. Né parla di carceri o dei risultati elettorali in Germania. Si sa, il tempo è tiranno e la platea forse non avrebbe gradito.

La versione di Giorgia parte dalle critiche di stampa e centrosinistra sulla sua presunta sparizione a fine agosto: “Sono sempre stata reperibile. All’opposizione non andava bene che avessi cercato un po’ di privacy”. Quindi ingrana la quarta per parlare di economia: “Siamo il paese che cresce di più nell’Eurozona, più di Francia e Germania. Disoccupazione più bassa dal 2008 e il più alto tasso di occupazione da quando Garibaldi ha unificato Italia”. Ironizza sul fatto di non essere parente né di Garibaldi né di Mazzini e poi via a parlare della manovra, prossimo scoglio per il governo: “Avendo scarse risorse, le abbiamo concentrate su poche cose veramente importanti. Basta con i bonus a pioggia, basta con i soldi gettati dalla finestra. Per noi era importante aiutare le imprese che assumevano, aiutare i salari dei lavoratori, i redditi delle famiglie la salute dei cittadini”. Queste sono le materie su cui anche in questa legge di bilancio metteremo le risorse”. Non basta: “Le pensioni minime sono una delle nostre priorità. In generale, direi, le pensioni basse. In questi due anni abbiamo lavorato per una rivalutazione di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita, ma abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che continueremo”.

Conferma che non ha intenzione di abolire l’assegno unico, “il Pd fa propaganda”. Quindi prova ad allontanare le polemiche sull’Autonomia differenziata, lanciandosi in una vera arringa difensiva: “Ci limitiamo a normare un principio introdotto 23 anni fa dal centrosinistra. Il presupposto per noi sono i Lep”.