Roma, 20 marzo 2024 – Scontro tra Giorgia Meloni e le opposizioni alla Camera. È un botta e risposta serrato nel dibattito che segue le comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo. Non mancano i siparietti e nemmeno le proteste, come quando il capo del governo si rivolge ad alcuni deputati con il colloquiale "ragazzi" ("Ragazzi, signori vi vedo un po' nervosi") per poi scusarsi, ironica. "Chiedo scusa, vi ho chiamato ragazzi, siete giovani onorevoli... Non vi sono particolarmente simpatica, mi è evidente. Noi romani ogni tanto diciamo 'ragazzi'", dice.
L'abbraccio con Salvini, poi lui esce
Dopo le diverse posizioni espresse in merito alle elezioni in Russia e al trionfo di Vladimir Putin, ai fotografi non sfugge l'abbraccio della presidente del Consiglio con Matteo Salvini, presente in Aula a inizio dibattito. Dopo una decina di minuti lui esce, mentre lei difende l'alleato. "Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all'Ucraina. In entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue", dichiara Meloni. "In alcuni casi quando io parlo con persone con cui ho buoni rapporti, e non avevo bisogno di farlo con il ministro Salvini, è possibile che io porti a casa dei risultati, se voi provate a parlare con i vostri alleati del M5s e fate questo miracolo l'Ucraina vi sarà grata", aggiunge rivolta al Pd, a cui imputa una certa "ambiguità" visto "si astiene sull'invio delle armi".
Da quando è iniziata l'invasione russa in Ucraina "il Pd non si è mai astenuto sull'invio delle armi, non si può negare la realtà", replica però prontamente il dem Federico Fornaro. Linea confermata dal voto contrario espresso in merito la risoluzione del M5s sulla de-escalation militare, sul no al finanziamento della difesa con i fondi del Pnrr e sulla parte in cui si chiedeva di non sostenere l'Ucraina con lo 0,25 % del Pil.
Intanto, però, Meloni ribatte che non c’è stata alcuna esclusione dai tavoli che contano in Europa. "Penso conosciate il formato di Weimar che coinvolge Francia, Germania e Polonia, istituito negli anni '90, riunito per diversi anni, poi hanno smesso perché il governo della Polonia era meno ben visto e ora hanno ripreso – ricorda –. Dire che questo abbia escluso l'Italia quando l'Italia non sta in questo radar mi pare una polemica sterile, non è il caso di questa riunione".
Il dialogo con l’Egitto e l’accordo per i migranti
Meloni rivendica poi i successi in Europa sul fronte migranti. "La posizione italiana è diventata la posizione europea – dice –. Quello che i cittadini italiani ci hanno chiesto di fare, con il voto, non è redistribuire i migranti che arrivano illegalmente in Europa ma impedire le partenze illegali dei migranti verso l'Europa. So che non la condividete, ma la condivide la maggioranza degli italiani e la porteremo avanti".
"Al collega Provenzano", del Pd, "voglio dire: fermo restando che si sa che secondo me si deve parlare con tutti, c'è differenza fra Abdel Fattah al-Sisi e Valdimir Putin. Putin ha invaso una nazione vicina: è la ragione per cui stiamo cercando di dare una mano all'Ucraina", insiste Meloni attaccata dalle opposizioni sul caso Regeni.
Poi, n merito alla situazione di Gaza, precisa: "Non sono d'accordo sul ripristino dei fondi all'Unrwa, credo che finché non sarà stata fatta piena luce su dove finiscono queste risorse, non debba essere fatto questo errore, il che non vuol dire non occuparsi dei civili di Gaza, abbiamo trasferito 20 milioni di euro alle altre organizzazioni" e da parte dell'Italia c'è "uno dei più significativi impegni tra le nazioni europee per i civili palestinesi".
L’attacco di Conte e Schlein
"Lei oggi si presenta senza soluzioni, non vuole inviare le truppe in Ucraina, non vuole trattare con Putin, non vuole partecipare a un tavolo di pace, ha messo l'Italia in un vicolo cieco. Negoziare le migliori condizioni per l'Ucraina è l'unico modo per evitare la terza guerra mondiale – attacca il leader M5s Giuseppe Conte –. Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale dove lei ci sta portando". "Lo vede il disastro economico verso cui sta spingendo l'Itaia grazie alle sue misure? – insiste Conte –. Gli italiani vivono gravi difficoltà economiche e lei cosa fa? Viene in parlamento a fare battute ironiche sulla mia pochette. Ma lei, ieri, si è resa conto che un senatore del suo partito si è permesso di fare una battuta omofoba degradante su Macron? Ma è questa la vostra politica estera? Cos'è, un copione comico? Ma lei è il presidente del consiglio o un capocomico? Ma secondo lei, il problema degli italiani è la mia pochette o l'elmetto che si è messa in testa e che ha fatto mettere all'Italia?"
Non è da meno l’attacco di Elly Schlein, che prima incalza la premier sul caso Regeni e poi le rinfaccia di cambiare troppo spesso idea. "Di quello che era Giorgia Meloni resta ben poco: parlava di il blocco navale, si scagliava contro i grigi burocrati e diceva di uscire dall'euro e siamo felici anche di questo cambiamento di faccia – dice la segretaria del Pd –. Ora si vanta dei successi dell'agenzia delle entrare" sull'evasione fiscale "solo che i miliardi recuperati nel 2023 sono frutti di un'azione prolungata che viene da lontano, da misure che lei contrastava quando era all'opposizione", come l'unione delle banche dati digitali che definiva un 'grande fratello fiscale' o la fatturazione elettronica che lei definiva una follia". "Ma non va biasimata per la sua mancanza di coerenza: ogni volta che cambia opinione fa fare un passo avanti al suo partito e al Paese – aggiunge – . E allora cambi anche idea sul salario minimo e sul premierato perché non è democrazia scegliere il capo".