Roma, 26 giugno 2024 – Giorgia Meloni contesta l’Europa. La presidente del Consiglio non usa giri di parole per attaccare l’Ue e il modo con cui si stanno decidendo le nuove leadership delle istituzioni comunitarie, con l’Italia fuori dai tre incarichi di vertice. Così la premier nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo: “Alcuni hanno sostenuto che non si debba parlare con certe forze politiche. Le istituzioni Ue sono state pensate in una logica neutrale. Gli incarichi apicali sono stati affidati tenendo in considerazione i gruppi maggiori, indipendentemente da logiche di maggioranza e opposizione. Oggi si sceglie di aprire uno scenario nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti. Una 'conventio ad excludendum' che a nome del governo italiano ho contestato e non intento condividere”. In Europa “non si può prescindere dall’Italia”, ha detto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dando, di fatto, un assist a Meloni durante la colazione di questa mattina al Quirinale. Sulle nomine quindi “manca ancora il consenso di Meloni, Orban e Fico”, ha fatto sapere un alto diplomatico europeo. Ma la speranza è l’ultima a morire. "Speriamo di poter portare a bordo anche Meloni", ha aggiunto il diplomatico, indicando che nei giorni scorsi ci sono stati "molti contatti" tra i leader dei Ventisette per arrivare all'accordo, definito "molto equilibrato”. Nel frattempo, le opposizioni attaccano la premier: "Debole, confusa, ininfluente in Europa”.
Sommario
Meloni: “Bocciate alle urne le forze di governo europee”
Secondo Meloni “c'è un dato indiscutibile che arriva dalle urne ed è la bocciatura delle politiche portate avanti dalle forze al governo in diverse grandi nazioni europee, che sono anche in molti casi le forze che hanno impresso le politiche europee degli ultimi anni”. La presidente del Consiglio cita le percentuali ottenuti nei singoli Paesi Ue dai partiti di governo: “16% in Francia, 32% in Germania, in Spagna il 34%. Solo in Italia il 53% degli eletti è espressione delle forze di governo”.
Trattative per gli incarichi prima del voto
Continua la leader di Fratelli d’Italia: “Non mi stupisce che sia emerso prima, durante e dopo la campagna elettorale un certo approccio, ma nessun autentico democratico che creda nella sovranità popolare può in cuor suo ritenere accettabile che in Europa si tentasse di trattare sugli incarichi di vertice ancora prima che si andasse alle urne. Poi ci si chiede perché i cittadini non considerano importante andare a votare".
Astensionismo
E proprio sul tema dell’astensionismo, Meloni rincara la dose: “Il livello di attenzione e di gradimento tra i cittadini europei per le istituzioni comunitarie è sempre più basso. Il gradimento è oggi intorno al 45%, un dato sensibilmente più basso di quello che si registrava qualche decennio fa, mentre la disaffezione si è materializzata anche con un astensionismo in costante crescita. Lo abbiamo visto in Italia, dove è andato a votare il 48,3% degli aventi diritto, con una diminuzione di oltre 6 punti rispetto alle Europee di cinque anni fa, il dato più basso di sempre e con una partecipazione che per la prima volta scivola sotto il 50%. Ma è un fenomeno che ha attraversato molte nazioni in tutto il Continente e che non può lasciarci indifferenti”.
Ue gigante burocratico
Insomma, “l'Ue si è trasformata in un gigante burocratico e ideologico – le parole della premier alla Camera –. L'Europa ha continuato a guardare prevalentemente al suo interno come se fuori non accadesse nulla. Mentre l'economia perdeva forza, quella degli Usa restava stabile e quella cinese cresceva esponenzialmente. Lo scenario mutava ma l'Ue non cambiava strategia. La percezione è di un'unione troppo invasiva che pretende di imporre ai cittadini cosa mangiare, che auto guidare, che casa abitare e quale terra coltivare. Allo stesso tempo rimane più debole nella capacità di incidere negli scenari globali".
Dossier migranti
A chiusura dell’intervento, il tema dei flussi migratori: “Sulla gestione del dossier migranti prima si parlava solo di ‘redistribuzione’, mentre ora il paradigma è cambiato ma è fondamentale che questo approccio sia consolidato e diventi strutturale: la stessa lettera che la presidente della Commissione von der Leyen ha indirizzato ai capi di Stato e di governo va in questa direzione, stabilendo che questo approccio debba rimanere al centro anche delle priorità anche del prossimo ciclo istituzionale”.
Salvini: “Inciucio Ue offende l’Italia”
Sulle nomine Ue interviene anche il vicepremier leghista Matteo Salvini: “È vergognosa l'arroganza dei burocrati europei che in queste ore si stanno spartendo le poltrone nonostante il voto popolare abbia bocciato le politiche di questa commissione. L'inciucio tra popolari e socialisti non può essere il futuro, è un'offesa all'Italia, ai francesi che voteranno tra poco e agli europei che hanno chiesto un cambiamento. La Lega, nonostante questi spartitori di poltrone, sta lavorando per una alternativa possibile e doverosa che rimetta al centro il lavoro, la sicurezza e le famiglie, non le poltrone che von der Leyen e soci si stanno spartendo".