Roma, 24 ottobre 2022 - Ottanta minuti di faccia a faccia per lavorare a una entente cordiale, una intesa amichevole, tra Parigi e Roma. Emmanuel Macron e Giorgia Meloni si sono visti alle sponde del Gianicolo, in un albergo a cinque stelle, il Grand Melià di Roma. I due si sono incontrati in una sala riservata, poi hanno passeggiato sulla terrazza che si affaccia sul Tevere, e hanno parlato con franchezza.
"Abbiamo discusso di tutti i dossier europei: – ha commentato Giorgia Meloni – la necessità di dare risposte veloci e comuni sul caro energia, il sostegno all’Ucraina, la difficile congiuntura economica, la gestione dei flussi migratori" e la premier ha aggiunto che si è convenuto "sulla volontà di proseguire con una collaborazione sulle grandi sfide comuni a livello europeo e nel rispetto dei reciproci interessi nazionali". Non è poco. E anche la parte francese è soddisfatta. "Come europei, come Paesi vicini, come popoli amici – ha scritto Macron sul suo profilo Twitter – con l’Italia dobbiamo continuare tutto il lavoro iniziato. Riuscire insieme, con dialogo e ambizione: lo dobbiamo ai nostri giovani e ai nostri popoli. Il nostro primo incontro a Roma, con Giorgia Meloni va in questa direzione".
Il faccia a faccia si è materializzato alla vigilia della visita ufficiale del presidente francese dal Papa, dopo il meeting alla Comunità di Sant’Egidio al quale hanno partecipato sia Macron che il presidente Mattarella. Macron e la premier non si conoscevano e hanno voluto allacciare i contatti in vista dei prossimi appuntamenti europei e internazionali e per mettere una pietra sopra alla freddezza francese dopo l’esito del voto italiano e costruire un rapporto fattivo. L’obiettivo è lavorare a un asse franco-italiano in primis – sulla scia del lavoro di Draghi – sul tema dell’energia ma anche su quello dell’industria della difesa e dell’immigrazione. "Dobbiam o assolutamente lavorare per un rapido intervento di riduzione dei prezzi dell’energia per famiglie ed imprese. E dobbiamo concretizzare il tetto dinamico ai prezzi del gas e assicurare acquisti comuni a livello europeo per una parte del gas che serve ai nostro Paesi", ha detto Meloni al suo interlocutore. E il presidente francese ha concordato che in intervento in questo senso è necessario. "I rapporti tra Italia e Francia – ha commentato Macron al termine dell’incontro, secondo quanto ha riportato l’agenzia Agi – sono più importanti delle persone. Abbiamo preferito che questo incontro fosse informale, ma è importante nell’ambito dei rapporti tra Italia e Francia e per quanto riguarda l’Unione Europea".
Un anno fa, il 26 di novembre, il premier Draghi e il Macron firmarono davanti a Mattarella il trattato del Quirinale, a evocare quel Trattato dell’Eliseo che nel 1963 riavvicinò Francia e Germania. L’ entente cordiale – l’amichevole intesa come fu definita quella del 1904 tra Parigi e Londra – si inserisce nel quadro aperto proprio dal trattato del Quirinale e punta spostare un po’ più a sud il baricentro strategico dell’Unione Europea e a porsi come alternativa all’asse franco tedesco che ha di fatto governato l’Europa in questi decenni. Si punta a creare un meccanismo stabile di coordinamento che aiuti a comporre i dossier più difficili e a lavorare in maniera sinergica. Secondo fonti francesi Macron è oggi interessato a convincere Meloni a superare il no ad una Europa che voti a maggioranza, e per questo è pronto a proporre una maggioranza molto qualificata – che spera vada incontro alle preoccupazioni di Meloni – per poter procedere "a due velocità" quantomeno su temi delicati come l’energia, la sicurezza e l’immigrazione.
"Con il Trattato del Quirinale – disse Macron un anno fa – creeremo una visione geopolitica comune", contribuiremo a costruire una "difesa europea comune più forte che contribuisca alla Nato, avremo una cooperazione rafforzata nella lotta contro le migrazioni illegali e i trafficanti, per proteggere le frontiere esterne dell’Europa". Molta carne al fuoco. Ma quello di ieri è stato un passo in quella direzione.