Sabato 23 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Politica

Meloni vede Macron: "Rapporto speciale Italia-Francia. Asse su gas, Ucraina e migranti"

Colloquio di oltre un’ora tra la premier e il presidente francese, in visita a Roma. "Discussi tutti i principiali dossier, troveremo risposte comuni alle sfide dell’Europa"

Roma, 24 ottobre 2022 - Ottanta minuti di faccia a faccia per lavorare a una entente cordiale, una intesa amichevole, tra Parigi e Roma. Emmanuel Macron e Giorgia Meloni si sono visti alle sponde del Gianicolo, in un albergo a cinque stelle, il Grand Melià di Roma. I due si sono incontrati in una sala riservata, poi hanno passeggiato sulla terrazza che si affaccia sul Tevere, e hanno parlato con franchezza.

Il presidente francese Emmanuel Macron, 44 anni, con la premier Giorgia Meloni, 45 (Ansa)
Il presidente francese Emmanuel Macron, 44 anni, con la premier Giorgia Meloni, 45 (Ansa)

"Abbiamo discusso di tutti i dossier europei: – ha commentato Giorgia Meloni – la necessità di dare risposte veloci e comuni sul caro energia, il sostegno all’Ucraina, la difficile congiuntura economica, la gestione dei flussi migratori" e la premier ha aggiunto che si è convenuto "sulla volontà di proseguire con una collaborazione sulle grandi sfide comuni a livello europeo e nel rispetto dei reciproci interessi nazionali". Non è poco. E anche la parte francese è soddisfatta. "Come europei, come Paesi vicini, come popoli amici – ha scritto Macron sul suo profilo Twitter – con l’Italia dobbiamo continuare tutto il lavoro iniziato. Riuscire insieme, con dialogo e ambizione: lo dobbiamo ai nostri giovani e ai nostri popoli. Il nostro primo incontro a Roma, con Giorgia Meloni va in questa direzione".

Il faccia a faccia si è materializzato alla vigilia della visita ufficiale del presidente francese dal Papa, dopo il meeting alla Comunità di Sant’Egidio al quale hanno partecipato sia Macron che il presidente Mattarella. Macron e la premier non si conoscevano e hanno voluto allacciare i contatti in vista dei prossimi appuntamenti europei e internazionali e per mettere una pietra sopra alla freddezza francese dopo l’esito del voto italiano e costruire un rapporto fattivo. L’obiettivo è lavorare a un asse franco-italiano in primis – sulla scia del lavoro di Draghi – sul tema dell’energia ma anche su quello dell’industria della difesa e dell’immigrazione. "Dobbiam o assolutamente lavorare per un rapido intervento di riduzione dei prezzi dell’energia per famiglie ed imprese. E dobbiamo concretizzare il tetto dinamico ai prezzi del gas e assicurare acquisti comuni a livello europeo per una parte del gas che serve ai nostro Paesi", ha detto Meloni al suo interlocutore. E il presidente francese ha concordato che in intervento in questo senso è necessario. "I rapporti tra Italia e Francia – ha commentato Macron al termine dell’incontro, secondo quanto ha riportato l’agenzia Agi – sono più importanti delle persone. Abbiamo preferito che questo incontro fosse informale, ma è importante nell’ambito dei rapporti tra Italia e Francia e per quanto riguarda l’Unione Europea".

Un anno fa, il 26 di novembre, il premier Draghi e il Macron firmarono davanti a Mattarella il trattato del Quirinale, a evocare quel Trattato dell’Eliseo che nel 1963 riavvicinò Francia e Germania. L’ entente cordiale – l’amichevole intesa come fu definita quella del 1904 tra Parigi e Londra – si inserisce nel quadro aperto proprio dal trattato del Quirinale e punta spostare un po’ più a sud il baricentro strategico dell’Unione Europea e a porsi come alternativa all’asse franco tedesco che ha di fatto governato l’Europa in questi decenni. Si punta a creare un meccanismo stabile di coordinamento che aiuti a comporre i dossier più difficili e a lavorare in maniera sinergica. Secondo fonti francesi Macron è oggi interessato a convincere Meloni a superare il no ad una Europa che voti a maggioranza, e per questo è pronto a proporre una maggioranza molto qualificata – che spera vada incontro alle preoccupazioni di Meloni – per poter procedere "a due velocità" quantomeno su temi delicati come l’energia, la sicurezza e l’immigrazione.

"Con il Trattato del Quirinale – disse Macron un anno fa – creeremo una visione geopolitica comune", contribuiremo a costruire una "difesa europea comune più forte che contribuisca alla Nato, avremo una cooperazione rafforzata nella lotta contro le migrazioni illegali e i trafficanti, per proteggere le frontiere esterne dell’Europa". Molta carne al fuoco. Ma quello di ieri è stato un passo in quella direzione.