Sabato 23 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Trattative per Bruxelles, Meloni incontra Costa: "Leadership condivisa". Tajani: Fitto è il migliore

La premier riceve il presidente del Consiglio europeo (che aveva bocciato). Prima punizione Ue a Orban : non si farà il summit Esteri-Difesa a Budapest

Roma, 22 luglio 2024 – Ricucire i rapporti con Bruxelles e sedare le intemperanze degli alleati di governo, in polemica appunto sull’Europa. È tutt’altro che semplice il programma di recupero estivo che attende la premier Giorgia Meloni e il governo italiano. Che sono rimasti spiazzati e delusi anche dalla scelta dello spagnolo Javier Colomina quale rappresentate speciale della Nato per i rapporti con la sponda sud del Mediterraneo, carica perorata dall’Italia in occasione del recente vertice per i 75 anni dell’Alleanza atlantica con l’augurio di poterla occupare, come evidenzia il rammarico espresso ieri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

La premier Giorgia Meloni con Antonio Costa,  ex primo ministro  del Portogallo e attuale presidente del Consiglio europeo
La premier Giorgia Meloni con Antonio Costa, ex primo ministro del Portogallo e attuale presidente del Consiglio europeo

Il cui sforzo diplomatico per non inasprire i rapporti con l’Ungheria di Viktor Orban ieri è stato vanificato dall’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, il quale non ha dato l’assenso per il Consiglio informale del 28 agosto a Budapest, facendolo traferire a Bruxelles in polemica con "la mancanza di lealtà e sincera cooperazione" attestata da tutti i Paesi (tranne Ungheria e Slovacchia) nei riguardi dell’azione del presidente di turno dell’Ue Orban.

Archiviato il voto europeo, che non ha condotto all’auspicato ingresso dei conservatori di governo nella maggioranza di Bruxelles e ha lasciato inalterati i rapporti paritari tra i litigiosi alleati di governo, ieri Meloni ha iniziato il lungo lavorio diplomatico di recupero incontrando a Palazzo Chigi il prossimo presidente socialista del Consiglio europeo Antonio Costa: sulla cui nomina si era astenuta al momento della scelta da parte dei 27 e nei riguardi del quale adesso esprime "apprezzamento per il proposito di assicurare una leadership condivisa e pragmatica del Consiglio Europeo". Al centro dell’ora di colloquio "le priorità di azione dell’Ue per il prossimo ciclo istituzionale, a partire dai principali scenari di crisi a livello internazionale e dai temi della competitività e della gestione dei flussi migratori", secondo quanto riferisce Palazzo Chigi. Che da Costa incassa il riconoscimento del ruolo di "Paese fondatore della Ue" all’Italia e la conseguente importanza di "sapere e prendere nota delle priorità della premier Meloni".

Primo obiettivo, ovviamente, il ruolo del commissario italiano. Anche in quest’ottica la premier ieri ha tenuto a far presente come l’Italia sia al primo posto nel raggiungimento degli obiettivi Pnrr. Una delle deleghe che interessano al governo, insieme ai fondi di coesione e altre partite economiche e di bilancio per cui il nome più indicato rimane quello del ministro Raffaele Fitto: "Sarebbe il miglior commissario possibile", riconosce il ministro degli Esteri Tajani. Dal momento però che l’Italia guarda anche alla partita della Difesa e von der Leyen vuole una commissione con "parità tra uomini e donne" rimane in pista anche il "curriculum di rilievo" della responsabile dei servizi Elisabetta Belloni.

Dalla riunione dei ministri degli Esteri Tajani ha espresso il rammarico italiano per la scelta dell’inviato speciale della Nato per il Sud del Mediterraneo effettuata dal segretario generale uscente Jens Stoltenberg. "Riguarda un inviato personale del segretario generale – ha osservato Tajani –. Mi auguro che la scelta del prossimo segretario generale (Mark Rutte, ndr ) sia più equilibrata e più rispettosa delle richieste italiane".

Il ministro degli Esteri si era anche profuso per sminare il campo dai contrasti con Orban e il suo impegno considerato filo putiniano. "Non si tratta di rispettare o condividere quello che fa un governo, si tratta di condividere e rispettare la presenza dell’Ungheria all’interno dell’Ue", aveva detto a proposito del Consiglio informale Esteri-Difesa previsto per fine agosto a Budapest. Ma Borrell ha deciso di entrare a gamba tesa per "mandare un segnale, anche se simbolico" per esecrare il comportamento di Orban.