Martedì 18 Marzo 2025
REDAZIONE POLITICA

Meloni in Senato: “Invio di truppe in Ucraina ed esercito europeo non all’ordine del giorno”

La premier a Palazzo Madama per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo. “No a rappresaglie sui dazi. Piano di difesa Ue roboante, nessuna manovra correttiva”

Meloni in Senato: “Invio di truppe in Ucraina ed esercito europeo non all’ordine del giorno”

Roma, 15 gennaio 2025 –  Giorgia Meloni parla in Senato in vista del prossimo Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo. Al centro del suo intervento il “complesso quadro internazionale", con la ripresa della guerra a Gaza, la difficile trattativa per la pace in UcraIna, il nodo migranti e la partita dei dazi. La premier rivolge anche un “affettuoso saluto" a Papa Francesco: "Non ha mai fatto mancare la sua guida, spero si ristabilisca il prima possibile". Un passaggio anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Siamo al suo fianco ogni qual volta viene attaccato per la sola ragione di aver ricordato chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti", dice riferendosi ai recenti strali rivolti recentemente al Colle dalla Russia. 

I dubbi riguardano soprattutto il piano di riarmo Ue, così come sulla coalizione dei 'volenterosi', e il no ad un esercito europeo. E la premier li sottolinea anche in sede di replica. "Non funziona la narrazione di dire non ci sono soldi per fare nulla e poi ci sono all'improvviso 800 miliardi per la difesa – dice –. I soldi non ci sono neanche qui, perché non stiamo parlando di nuove risorse dell'Ue, o di soldi tolti ad altri bilanci: parliamo di una ipotetica possibilità che gli Stati possano fare maggiore deficit. È un annuncio molto roboante rispetto alla realtà e alla natura di quanto viene proposto, e bisogna segnalarlo". Ma l'aggiunta è che "proprio perché sono una patriota metterò questa Nazione in sicurezza: come dice la Costituzione difendere la Patria è un sacro dovere di un cittadino".

La premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo (Ansa)
La premier Giorgia Meloni durante le comunicazioni in Senato in vista del Consiglio europeo (Ansa)

Dazi

Sulla questione dei dazi "sono personalmente convinta che si debba usare concretezza e pragmatismo per cercare un possibile terreno di intesa" ed evitare una guerra "che non servirebbe a nessuno né agli Usa né all'Europa. Non sarebbe saggio cadere nella tentazione di rappresaglie che diventano circolo vizioso" e "in cui tutti perdono". Aggiunge Meloni: “Non sono certa che sia buon affare rispondere a dazi con altri dazi, spenderemo le energie dell'Italia per soluzioni di buon senso guidate più che dall'istinto dalla logica di reciproco rispetto".

Ucraina

"Sosteniamo gli sforzi del presidente Donald Trump" per una soluzione della guerra in Ucraina, dice la premier Meloni. L'Italia considera “la proposta del cessate il fuoco un primo passo per una pace duratura. Questo passo in avanti" deve essere sostenuto "compattamente rimettendo la responsabilità in mano alla Russia" che – chiede la premier – "deve giocare a carte scoperte".

Quindi non risparmia qualche critica agli alleati europei: "Ho sentito molte ricostruzioni e vorrei ribadire alcuni punti fermi: il primo è la ferma e totale condanna della brutale aggressione all'Ucraina e il sostegno al popolo ucraino che non è mai stato in discussione". Quindi si sofferma sull'invio di truppe che "non è mai stato all'ordine del giorno" e la soluzione  “proposta da Gran Bretagna e Francia" per l’Ucraina “è una proposta molto complessa, rischiosa e poco efficace". 

Più tardi nella replica ricorda che l'esercito unico europeo "non è all'ordine del giorno: il sistema difensivo europeo, come quello della Nato è basato su eserciti nazionali che all'occorrenza si coordinano".

Usa ed Europa

"È un banale dato di realtà che non è possibile immaginare una garanzia di sicurezza duratura dividendo l'Europa e gli Stati Uniti. E' giusto che l'Europa si attrezzi per fare la sua parte - dice Meloni - ma ingenuo pensare possa fare da sola fuori dalla cornice" della Nato. 

“È giusto che l'Europa si attrezzi per fare la propria parte – aggiunge Meloni –, ma sarebbe nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella  peggiore folle, pensare che possa fare da sola senza la cornice euroatlantica che per 75 anni ha garantito la sicurezza dell’Europa".

E ancora: "Chi ripete ossessivamente che l'Italia dovrebbe scegliere tra Europa e Usa lo fa strumentalmente, per ragioni di polemica domestica o perché non si è accorto che la campagna elettorale americana è finita, dando a Donald Trump - piaccia o no - il mandato di governare e di conseguenza ai partner occidentali di fare i conti con questa America".

Perché “chi per ragioni diverse alimenta una narrazione diversa, tentando di scavare un solco tra le due sponde dell'Atlantico, non fa che indebolire l'intero Occidente, a beneficio di ben altri attori".

La premier si dice convinta che l'Italia “debba spendere le sue energie per costruire ponti, non per scavare solchi. E, pur in uno scenario tutt'altro che facile, può fare la sua parte".

Avvertimento a Bruxelles

Se l'Europa pensa di iper regolamentare tutto non sopravviverà, è una nuova visione quella che serve, è la politica che deve tracciare la rotta, non la burocrazia", dichiara la premier. "Bisogna impedire che l'Europa venga soffocata dalle sue stesse regole", afferma. 

Meloni in Senato: “Invio di truppe in Ucraina ed esercito europeo non all’ordine del giorno”

Riarmo Ue

Sul 'ReArm Ue' "ho chiesto di cambiare nome, perché il nome e' fuorviante per i cittadini", spiega Meloni. “Siamo chiamati a rafforzare le capacità difensive" ma "non significa acquistare armamenti" ma "semmai di produrli" rafforzando "il nostro tessuto produttivo. Rafforzare le capacità di Difesa" non vuol dire parlare "solo di arsenali. La sicurezza" è un comparto "molto vasto".

Meloni in Senato: “Invio di truppe in Ucraina ed esercito europeo non all’ordine del giorno”

E ancora: "Senza difesa non c'è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà",  dice ancora la presidente del Consiglio, "cambiare nome al ReArm Ue non è una questione semantica, ma di sostanza e merito. Con le risorse a disposizioni si possono finanziare materie" che dovrebbero interessare tutti, sostiene Meloni. "L'Italia non intende togliere un solo euro dalle risorse della Coesione", ha affermato.

Gaza

La notizia del giorno è gioco forza la ripresa della guerra a Gaza con la rottura della tregua da parte di Israele. "Seguiamo con grande preoccupazione la ripresa dei combattimenti a Gaza che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali tutti lavoriamo: il rilascio i tutti gli ostaggi e una fine permanente delle ostilità così come il pieno ripristino di una piena assistenza umanitaria nella Striscia".

Energia

"Un altro tassello è la sicurezza energetica: serve un'azione comune europea", spiega Meloni in Aula. “Abbiamo fatto importanti progressi ma molto resta da fare. I prezzi dell'energia sono un freno evidente alla nostra competitività e servono misure immediate strutturali". E aggiunge: "Servono misure a lungo termine per una riforma del mercato elettrico europeo che è un passo avanti per un mercato europeo più resiliente e flessibile" concludendo che "sarà fondamentale assicurarne un'attuazione veloce".

Migranti

Non manca un riferimento al tema dei migranti. "In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri", dice Meloni. “Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor più efficace l'azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo".

Per la premier è fondamentale “che l'Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato. Non dimentico, ovviamente, il nostro impegno sulle soluzioni innovative". E qui il riferimento è gioco forza al Protocollo Italia-Albania  “che il Governo è determinato a portare avanti, anche alla luce dell'interesse e del sostegno mostrato da sempre più Nazioni europee".  Aggiunge Meloni, con in sottofondo la contestazione delle opposizioni: “Anche qui, al di là della propaganda, è chiaro a tutti che se nella nuova proposta di Regolamento si propone di creare centri per i rimpatri in Paesi terzi, è grazie al coraggio dell'Italia ch le anche su questo ha fatto da apripista".

Meloni in Senato: “Invio di truppe in Ucraina ed esercito europeo non all’ordine del giorno”

Nessuna manovra correttiva

Nelle repliche Meloni risponde poi a Matteo Renzi che chiedeva se ci fosse in vista una manovra correttiva. "Non è nei radar del governo – è la risposta della premier –. Mi pare che ci siano indicatori che dicono che, nonostante una situazione internazionale molto complessa, l'Italia in molti casi va meglio di altri partner. Questo lo dobbiamo dire non per trionfalismo, ma per convincere sul fatto Che la strada messa in campo ci sembra quella più seria". Poi dura: "Mi rendo conto che magari continuare a gettare ombre possa essere utile per lei ma mi perdonerà se non la seguo perché la sua necessità di vendere il suo libro non è la mia priorità".

Botta e risposta con Casini

Botta e risposta poi con Pier Ferdinando Casini sulla destra, anzi l'estrema destra, e la difesa dell'Ucraina. "In questi giorni, mentre i nostri giovani pieni di speranze e attesa per il futuro manifestano in buona fede per la pace, ci sono in realtà esponenti della destra sovranista – dice l'ex presidente della Camera – megafono della propaganda putiniana, che diventano i più fervidi pseudopacifisti, così io li chiamo, con il piccolo particolare che la loro pace dovrebbe coincidere con il nostro abbandono dell'Ucraina, dimenticando che dopo tre anni di conflitto Putin si trova ad avere occupato solo l'80 per cento del Donbass e che questo è stato possibile per il sacrificio di un popolo che non ha piegato la schiena".

Più tardi, in sede di replica Meloni fa osservare al senatore eletto nel Pd che "non so a chi si riferiva esattamente quando ha detto che l'estrema destra si scopre pacifista, ma qui in Italia le bandiere della pace non le abbiamo viste sventolare dall'estrema destra, e credo che questo – chiosa la premier – sia chiaro a tutti".