Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Meloni: “Il referendum sul premierato? Se non passa chi se ne importa. Non è su di me”

La premier a tutto campo nell’intervista di Maggioni a In Mezz’ora: “Toti? Deve decidere lui se lasciare o meno. Il Patto di Stabilità è sostenibile, faremo del nostro meglio. Israele rispetti il diritto internazionale”

Roma, 26 maggio 2024 – “Un referendum sul premierato? Non mi fa paura e non lo considererò mai come un referendum su di me”. Giorgia Meloni a tutto campo nell’intervista di Monica Maggioni a ‘In Mezz’ora’ su Rai 3. Sollecitata dalla padrona di casa, la presidente del Consiglio ha passato in rassegna tutti i temi di questa campagna elettorale. Non solo l’Europa, ma anche la guerra di Israele, le armi all’Ucraina, l’arresto di Giovanni Toti. E, appunto, le riforme istituzionali. 

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite della trasmissione Rai "In mezz'ora" (Ansa)
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite della trasmissione Rai "In mezz'ora" (Ansa)

 A proposito del referendum, “mi hanno chiesto se 'non pensa che possa essere pericoloso', che 'può portarle dei problemi se poi la riforma non passa'? Ma chi se ne importa! – ha detto Meloni –. Se la riforma non passa vorrà dire che gli italiani non l`avranno condivisa ma da da questo a dire che se perdo il referendum mi dimetto forse non ci stiamo capendo: io arrivo alla fine dei miei cinque anni”. 

Meloni dribbla sulla questione Toti: “Deve dimettersi da governatore della Liguria?” è la domanda. "Solo lui è nelle condizioni di dare una risposta compiuta  – ribatte la premier – perché solo lui conosce la verità (...). Io finché non ho tutti gli elementi non posso dare una risposta seria a questa domanda”.

Si parla di politica economica e di bilancio. "Sulla carta il disastro è sui 220 milioni di euro di buco per aver ristrutturato il 4% delle case”, ha commentato Meloni riflettendo sulle richieste del Patto di Stabilità Ue, che è – dice – “sostenibile”. Il governo “farà del suo meglio" sui conti pubblici, “concentrando le risorse sulle cose importanti". 

Ma veniamo alle elezioni dell’8 e 9 giugno: si vota per rinnovare il Parlamento europeo. “Chi farà parte della maggioranza lo decidono i cittadini. Io non sono disposta a fare maggioranza con la sinistra, tutto il resto si vede. Se ho cambiato tono verso l’Ue (in campagna elettorale ndr)? No, sempre detto e pensato le stesse cose. Penso che questa Commissione abbia sbagliato molto, ma grazie alle nostre posizioni l'Europa ha modificato la sua impostazione, sulle auto e sulle case, siamo stati i primi a dire che non andavano bene. Sui migranti siamo stati noi a dire che il dibattito non doveva essere sulla redistribuzione”.  E con Ursula

von del Leyen? “Con lei ho un rapporto di collaborazione istituzionale come con tutti. A volte mi è sembrata più pragmatica della sua commissione".

In cima all’agenda politica dell’Ue ci sono i grandi conflitti. Cosa pensa la premier delle ultime dichiarazioni del segretario della Nato Stoltenberg che ha aperto all’uso di armi occidentali da parte dell’esercito ucraino per colpire target russi? "Fermo restando che sono d'accordo sul fatto che la Nato deve mantenere la sua fermezza nel difendere l'Ucraina (...) diciamo però che sono state molte le dichiarazioni in questi mesi che a me sono sembrate un po' discutibili. Ricordo quando il presidente Macron ha detto andiamo con le truppe...Io consiglio maggiore prudenza”. E Israele?  “Rischia di infilarsi esattamente nella trappola che i fondamentalisti avevano architettato: costringerlo a una rappresaglia sul territorio molto forte. Questo sta accadendo e per questo credo si debba ribadire che Israele deve rispettare il diritto internazionale”.