Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Giulia Cecchettin, Meloni contro Gruber: “Io espressione di una cultura patriarcale? Strumentalizza anche le tragedie più orribili”

La conduttrice a Otto e Mezzo: “In Italia c’è una forte cultura patriarcale e questa destra al potere non la sta contrastando”. La premier commenta sui social con una foto di famiglia ‘al femminile’. Controreplica: “Meloni poco abituata all’esercizio di democrazia”

Giorgia Meloni in una foto di 7 anni fa con la figlia Ginevra, all'epoca neonata, la nonna e la madre (Facebook)

Roma, 21 novembre 2023 – Lilli Gruber “strumentalizza anche le tragedie più orribili”. Giorgia Meloni non ha digerito le parole spese nei suoi confronti ieri sera durante la trasmissione Otto e Mezzo, in onda su La7, condotta dalla nota giornalista. E replica via Facebook all’accusa di essere portatrice di una “cultura patriarcale”, postando una foto che la ritrae con la madre la nonna e la figlia. 

Cosa è stato detto a Otto e mezzo?

Otto e mezzo affronta la vicenda di Giulia Cecchettin, la 22enne assassinata dall’ex fidanzato, Filippo Turetta, in Veneto: in studio si ragione di cosa la politica possa fare per disincentivare la cultura machista e il fenomeno dei femminicidi. Il titolo della puntata è ‘Giulia Cecchettin “un omicidio di Stato”?’, ispirato alle parole della sorella della vittima. Filippo Turetta, non “è un mostro” – ha ribadito con forza Elena Cecchettin – . I 'mostri’ non sono malati, sono figli sani del patriarcato”. 

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"In Italia c’è una forte cultura patriarcale e questa destra al potere non la sta contrastando – dice in uno suo intervento Lilli Gruber. “Il premier è una donna” fa notare il giornalista Francesco Specchia di Libero, fra i commentatori della trasmissione. “Non vuol dire proprio niente”, replicano in coro la padrona di casa e l’ospite in studio Serena Dandini. "Sono i valori che incarna che sono importanti”, continua Dandini. Ancora Lilli Gruber fa notare che la premier ci tiene a farsi chiamare “IL presidente del Consiglio”. La scrittrice Carlotta Vagnoli, in collegamento da Madrid, riflette sul dettame “Dio, patria e famiglia”, fatto proprio anche dalla destra italiana. Per quel tipo di cultura, la donna “è oggetto, strumento. Non può avere una sua autonomia”. Fratelli d’Italia, argomenta Vagnoli, ha uno “stretto legame con le associazioni Provita”, che la scrittrice chiama “anti-choice”, cioè contrarie alla scelta della donna in tema di aborto. “La premier Meloni ha detto che la 194 non si tocca (la legge sull’aborto ndr)”, controbatte Specchia. “Il governo di Giorgia Meloni non sta portando avanti una cultura di destra-destra?”, chiede Gruber. “Già non fare una legge che non tutela i figli che non tutela i figli delle coppie omogenitoriali...” commenta Serena Dandini. E via dicendo...

La replica di Meloni con foto: “Strumentalizzazione orribile”

Il dibattito di Otto e mezzo non è piaciuto a Giorgia Meloni che si è sentita sul banco degli imputati. E stamani  replica via Facebook: "Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo – scrive in un post -. Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di 'cultura patriarcale’ della mia famiglia. Davvero senza parole”. A corredo di queste parole uno scatto che la con la figlia piccola, Ginevra, la mamma e la nonna. Meloni ha raccontato di essere cresciuta senza una figura maschile di riferimento. Il padre lasciò la madre prima ancora che lei nascesse, tanto che la madre pensò di abortire, confidò la premier ad Aldo Cazzullo, in un’intervista per il Corriere della Sera. “Un padre che non c’è, che si dissolve è un padre che non ti vuole. Che ti rifiuta. È forse una ferita più profonda di un padre che muore”.

Gruber: “Libero pensiero ancora tutelato dalla Costituzione”

La controreplica di Gruber non è mancata. "Ringrazio Giorgia Meloni per l'attacco che considero una prima dimostrazione della sua volontà di aprire un dialogo costruttivo con la stampa, un esercizio di democrazia al quale lei è poco abituata. Le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte”. "Ritengo comunque – continua la giornalista – che sia sempre pericoloso, per il buon funzionamento democratico, quando un/una presidente del Consiglio attacca direttamente la stampa e singoli giornalisti. Per fortuna, il diritto al pensiero libero e critico è ancora ben tutelato dalla nostra Costituzione”. 

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