Mercoledì 19 Marzo 2025
REDAZIONE POLITICA

Meloni alla Camera, assenti i ministri leghisti. Bufera sul manifesto di Ventotene. Seduta sospesa

La premier in Aula in vista del Consiglio Ue. Salvini assente perché impegnato in alcuni incontri istituzionali a Bruxelles. L’opposizione: “Governo lacerato sulla politica estera”. Polemiche e seduta sospesa sul manifesto di Ventotene

Meloni alla Camera, assenti i ministri leghisti. Bufera sul manifesto di Ventotene. Seduta sospesa

Roma, 19 marzo 2025 – “L’Europa si deve occupare di meno cose, ma lo deve fare meglio”. Così, dopo aver fatto gli auguri ai papà “dentro e fuori da quest'Aula” Giorgia Meloni, dopo l’intervento di ieri in Senato Giorgia Meloni oggi alla Camera per il dibatto sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue di domani e dopodomani rispondendo punto per punto agli interventi dei parlamentari in merito di riarmo, premierato, immigrazione, bilanci, crisi internazionali (dall’Ucraina al Medio Oriente). Una seduta tesissima soprattutto dopo la citazione della Premier sul Manifesto di Ventotene e le repliche dei parlamentari con il presidente della Camera costretto a sospendere la seduta.

Giorgia Meloni alla Camera durante il dibattito in vista del Consiglio Ue (Ansa)
Giorgia Meloni alla Camera durante il dibattito in vista del Consiglio Ue (Ansa)

L’assenza dei ministri leghisti

In Aula anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che al suo arrivo si è soffermato a parlare con il titolare della Difesa, Guido Crosetto. Presenti anche Nordio, Foti e Schillaci e Picetto Fratin, mentre sono assenti i ministri leghisti e il vicepremier Matteo Salvini, impegnato in alcuni incontri istituzionali a Bruxelles. “La compattezza del governo non è data dalla presenza dei ministri in Aula, anzi ho detto spesso che quando sono impegnati in altre vicende fanno bene a fare il loro lavoro, penso che dare risposte ai cittadini sia molto più importante che fare compagnia a me, me la posso cavare da sola”, ha detto la premier aggiungendo poi che “la linea del governo è chiara”.

Meloni alla Camera, assenti i ministri leghisti. Bufera sul manifesto di Ventotene. Seduta sospesa

Le spese militari

"L’Italia non intende distogliere nemmeno un euro dai fondi di coesione per la difesa”, ha detto Giorgia Meloni in uno dei passaggi più delicati.

Le telefonata tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin rapppresenta "un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte da Trump e Zelensky".

"La posizione del Governo è chiara. Noi abbiamo fatto le nostre valutazioni, il Governo aveva chiesto lo scorporo delle spese della difesa dal calcolo del patto di stabilità, oggi però non possiamo non porre il problema che l'intero piano presentato dalla presidente della Commissione europea von der Leyen si basa quasi completamente sul debito nazionale degli Stati, ed è la ragione per la quale stiamo facendo delle altre proposte”.

L’attacco ai M5S

"Io sono preoccupata, non ho tempo per la vostra lotta nel fango. Gli italiani valuteranno come comportarsi e la discrasia che esiste nelle scelte che avete fatto al governo e quelle all'opposizione. Voi siete diventati ora anti-militaristi", al governo "vi siete comportati in maniera diversa" aumentando le spese per la Difesa, "l'unica cosa che chiedo è di non venire a spiegare che i soldi vengono tolti dalla Sanità per andare alla Difesa". Ha poi detto la premier Giorgia Meloni riferendosi alle accuse arrivate in Aula dal Movimento 5 stelle. "Ho sentito insulti e non proposte", ha rilevato la presidente del Consiglio.

I dazi di Trump

"Non c'è dubbio che per noi i dazi siano un problema, il tema che cerco di porre e sul quale non ho certezze è quale sia la reazione migliore. Abbiamo un surplus commerciale nei confronti degli Usa nei beni e loro nei nostri confronti per i servizi. Credo che questa sia una questione da tenere in considerazione per evitare una guerra commerciale. La risposta ai dazi sui beni come riflesso temo potrebbe crearci più problemi".

Difesa e vaccini Covid

"Non mi è chiarissima neanche la proposta del Pd relativa al piano della Commissione europea in tema della difesa. La proposta che io ho letto è quella di opporsi al rafforzamento della difesa fatta dai singoli Stati europei per fare una centrale di acquisti unica europea per gli armamenti e i sistemi difensivi sul modello di quello che aveva predisposto Bruxelles per acquistare i vaccini anti-Covid". La proposta, ha sottolineato Meloni, "mi lascia un po' sorpresa, perché di fatto si parla non di avere maggiore margine di spesa da utilizzare in sicurezza e difesa al contempo favorendo le industrie nazionali di quei settori, ma si parla di spendere le stesse risorse facendo però decidere a Bruxelles come si spendono e magari spendendole su sistemi che non sono italiani e su aziende che non sono italiane. E aggiungo anche che richiamare l'esempio dei vaccini Covid non mi pare sia andato benissimo. I contratti sono stati secretati e vi ricordate come sono andate le cose...".

L’euro digitale

Non siamo contrari all'euro digitale, purché non sia sostitutivo. Nel tempo degli attacchi hacker dobbiamo sapere quali sono i rischi del sostituire completamente il denaro contante”. Così la premier Giorgia Meloni in replica alla Camera sulle comunicazioni in vista del Consiglio Europeo sul Mercosur. “La Svezia che per hanno ha sostenuto la necessità di eliminare i contanti è ultimamente tornata a consigliare di tenere parte dei soldi in contanti. Questo per i rischi di attacchi hacker”.

Il manifesto di Ventotene

"Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia". Conclude così le sue repliche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, leggendo alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene. Scoppia la protesta delle opposizioni e in particolare del Pd, con il presidente Fontana costretto a richiamare. Ma la tensione è alle stelle e continuano le proteste.

"Non mi è chiarissima – ha proseguito – neanche l'idea di Europa alla quale si fa riferimento. Sono sempre contenta e ho grande rispetto per la partecipazione della manifestazione di piazza del Popolo sabato. È stato richiamato da moltissimi partecipanti il manifesto di Ventotene: spero tutte queste persone in realtà non l'abbiano mai letto perché l'alternativa sarebbe spaventosa".

Meloni ha citato "alcuni passi salienti". Tra le citazioni: "La metodologia politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria", "Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo Stato, e intorno ad esso la nuova vera democrazia". Le chiusa di Meloni ha suscitato veementi proteste dell'opposizione anche durante il successivo intervento del ministro Tommaso Foti che aveva il compito di esprimere i pareri sulle risoluzioni tanto che il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sospeso la seduta.

"Vergogna, vergogna, vergogna", urla il Pd Federico Fornaro, chiedendo "rispetto". Per Alfonso Colucci di M5s "è un oltraggio alla nostra democrazia. Non c'è spazio in quest'Aula per il fascismo". Marco Grimaldi di Avs: "Ci sentiamo offesi e indignati". Le critiche delle opposizioni sono rivolte anche al presidente Fontana, "Si vergogni" avrebbe "dovuto stigmatizzare le parole della premier".

Gli interventi dei parlamentari

Così dopo i 18 interventi da parte dei deputati. Il dibattito si è aperto con l'intervento di Luigi Marattin che ha posto l'accento sulla questione dei dazi. Isabella De Monte, per FI, ha sottolineato la necessità di "lavorare per una pace duratura anche con la deterrenza". Tra le citazioni Aldo Moro per Marattin e Alcide De Gasperi per De Monte. La premier Meloni ascolta e prende appunti. Duro attacco della deputata Pd Anna Ascani: “Potete star sicuri presidente Meloni che in quest'aula continueremo a far parlare la realtà invece delle vostre favolette.... il suo governo è diviso, anzi lacerato sulla politica estera". E ancora: “Il vice premier Salvini anche lui assente oggi ha pronunciato lo slogan 'meno Europa più libertà... Capiamo il desiderio di Meloni di evitare di mettere in piazza le differenze all'interno del governo" ma "prenda posizione, ritrovi il coraggio che aveva, invece di vederla ora alternare silenzi e mezze parole nei consessi internazionali".

Meloni alla Camera, assenti i ministri leghisti. Bufera sul manifesto di Ventotene. Seduta sospesa

"L'Europa si suicida e muore con il piano di riarmo proposto da ‘Ursula Bomber Leyen’ da 800 miliardi di euro”. ha detto Nicola Fratoianni di Avs prendendo la parola nell'Aula di Montecitorio. “Presidente Meloni le è piaciuta la battuta ho visto - prosegue l'esponente di Avs - e forse è anche d'accordo, so che non lo può dire, ma lo dica se vuole. 800 miliardi di euro per aumentare la spesa in armamenti nazionale: di questo si tratta”.

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