Roma, 17 febbraio 2024 – Una nuova tragedia sul lavoro che distrugge altre vite umane: di che cosa è il frutto?
"Ci troviamo di fronte a un’ennesima tragedia che potrebbe avere tante cause – avvisa il leader della Cgil Maurizio Landini –. La violazione delle leggi sulla sicurezza, ritmi insostenibili di lavoro, l’età spesso molto elevata, la condizione di precarietà, la scarsa formazione, un sistema di appalti e subappalti che deresponsabilizza i datori di lavoro e scarica su lavoratrici e lavoratori tutti i rischi. Ma potrebbero essere anche tutte le cause insieme ad aver prodotto questa tragedia. Di sicuro c’è una certezza".
Quale?
"Il lavoro ha perso valore e lavoratrici e lavoratori sono le vittime di un sistema insostenibile. Un Paese in cui ogni giorno contiamo delle vittime dovrebbe interrogarsi e trattare vicende come questa come una delle principali emergenze. Per queste ragioni la Cgil e la Uil, insieme alle categorie degli edili e dei metalmeccanici, hanno dichiarato per mercoledì 21 febbraio due ore di sciopero nazionale, mentre tutte le altre categorie programmeranno nella stessa giornata iniziative di mobilitazione e assemblee nei luoghi di lavoro in tutta Italia".
L’edilizia si conferma uno dei settori, se non il settore, più a rischio.
"Nonostante alcuni passi in avanti rilevanti fatti negli ultimi anni, soprattutto nel privato riscontriamo una catena troppo lunga di subappalti che comporta un peggioramento delle condizioni di lavoro e un forte disinvestimento su prevenzione e sul rispetto della normativa sulla sicurezza. Nel cantiere di Firenze, per esempio, sappiamo che erano presenti più aziende in subappalto. Se manca la formazione adeguata, se si richiedono al personale turni massacranti, come accade spesso nel sistema delle manutenzioni, i rischi inevitabilmente aumentano. E aumentano in un settore in cui già alcune prestazioni sono particolarmente esposte al rischio".
Come tentare di uscire da questo circolo di rischio e di morte?
"Anche nel privato si dovrebbero esportare accordi virtuosi come quello sottoscritto il 30 novembre scorso dal sindaco di Roma nella veste di Commissario straordinario per il Giubileo, dai sindacati dell’edilizia e dalle principali associazioni datoriali. Un accordo importantissimo per merito, metodo e per il messaggio concreto che lancia, perché dimostra che si possono fare grandi opere tutelando i diritti e la sicurezza dei lavoratori e senza massimi ribassi o subappalti a cascata".
Il nodo cruciale del pericolo, dunque, è nella filiera di appalti e subappalti: perché?
"Il pericolo sta proprio nell’allungamento delle filiere: nel momento in cui si moltiplicano gli appalti e i subappalti a cascata, si frammentano le produzioni e i servizi, la competizione tra aziende diventa esclusivamente sul costo del personale. Ciò si traduce spesso in salari più bassi, assenza di formazione, assenza di prevenzione del rischio di incidenti".
Come intervenire?
"Va cancellato il sistema degli appalti a cascata nel codice degli appalti nel pubblico, ma serve intervenire soprattutto sul sistema degli appalti privati. La soluzione è garantire gli stessi diritti e le stesse condizioni di lavoro in tutta la filiera. Serve naturalmente anche un sistema di controlli efficace: se le aziende che violano la legge sanno di non rischiare alcun controllo e alcuna sanzione, continueranno sempre a non rispettare i diritti di lavoratrici e lavoratori".
Si sostiene da parte della Lega (che polemizza direttamente con lei) che il codice degli appalti è in linea con le direttive europee.
"La recente modifica al codice degli appalti pubblici per quel che riguarda gli appalti a cascata ha indubbiamente peggiorato un quadro già fortemente compromesso. La normativa europea non può rappresentare un alibi dietro cui trincerarsi quando fa comodo mentre quando non conviene si diventa improvvisamente sovranisti".
A livello più complessivo che cosa fare per avere un livello di sicurezza degno di un Paese civile?
"La Cgil, insieme con le altre Confederazioni, a questo governo ha fatto delle richieste precise poche settimane dopo il suo insediamento. Purtroppo, dobbiamo registrare l’assoluta assenza di confronto, nonché di provvedimenti che possano invertire una tendenza. Anzi, ci sentiamo di dire che, quando si peggiora la legislazione sul lavoro anche introducendo nuove forme di precarietà, o si peggiora il sistema previdenziale, non si fa altro che peggiorare la situazione".
Che cosa chiedete al governo?
"Serve introdurre per le imprese un sistema di valutazione del rispetto delle normative, una patente a punti, impedire gli appalti al massimo ribasso, garantire formazione e aggiornamento permanenti, rafforzare il sistema dei controlli a partire dall’assunzione di ispettori che controllino le imprese e dal rafforzamento della medicina del lavoro nel territorio".