Giovedì 21 Novembre 2024
Marcella Cocchi
Politica

A pranzo con la sardina: risvegliamo la sinistra

Mattia Santori sarà alla manifestazione di Bonaccini (Pd). Poi il D-day a Roma:

di Marcella Cocchi BOLOGNA L’appuntamento è «prestino», a mezzogiorno, in un’osteria sotto le Due Torri il cui nome è già un programma: la Balotta, che a Bologna vuol dire combriccola di amici. Ma fa tardi e finisce che il pranzo con l’ideatore delle Sardine è a due passi dal crescentone, lo spazio di piazza Maggiore dove con i 12mila anti-Salvini ha suonato la prima sveglia contro leghismo e antipolitica. Qui sì che lo si riconosce in balotta, con un professore e due ragazzi. «Mattia, tieni botta», lo incoraggia un passante. E lui fa un sorrisone. «Scusami, mi suona sempre il telefono. Ecco, questa è l’Associated press, non voglio vantarmi eh». Non vuole, ma Mattia Santori a 32 anni sembra sapere il fatto suo, e ogni giorno aggiunge. Niente bandiere di partito? Ieri ha annunciato la sua partecipazione alla manifestazione elettorale del candidato Pd in Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che subito ha capitalizzato: «Mi riconosco nei valori delle sardine». Come sull’ottovolante . «Dormo due ore per notte, non ho più una vita, la mia fidanzata sbuffa». Una leggera ombratura di occhiaie si nota, però è vero che, come ha sentenziato il tribunale social, questo ragazzo ricorda un po’ Jim Morrison con la permanente, ma in felpa e sneaker. Che cosa si beve? Risponde al barista: solo coca cola col limone: «Niente alcol, altrimenti con questi ritmi sto male», dice come se avesse vissuto 100 primavere. Passa una giornalista tedesca venuta per intervistarlo. La stanchezza, si diceva. Del resto, senza una ‘Bestia’ (la potente macchina comunicativa di Luca Morisi dietro il leader leghista), è una faticaccia spingere anche solo una ‘bestiolina’. Prima erano 4 amici, ora sono in 20 alla regìa. Le pagine Facebook non bastano più, serve una piattaforma: mica è uno scherzo se dietro non si ha una Casaleggio associati grillina. Ricevono centinaia di mail, queste sardine, le più note hanno dovuto oscurare i profili. «Se ho paura di perdere il controllo? Sì, ma come si fa ad arrestare tutto questo?». Si fa che si macinano 50 eventi: oggi con l’onda verde di Greta Thunberg a Roma, domani ci sono prima Ferrara e Firenze, la città dell’ex rottamatore Renzi a cui non risparmia critiche: «Ha grandi responsabilità verso questa sinistra che ha smarrito l’empatia con il suo popolo». Domenica Milano e Taranto («il terreno più difficile»). E all’orizzonte il D-Day, lo sbarco delle sardine a Roma il 14 dicembre, nel giorno in cui Salvini arringherà le proteste anti-tasse. Mattia Santori addenta la piada al prosciutto cotto e brie, fissa dritto negli occhi. Ci vuole una bella spocchia per dire che ha imparato il mestiere dell’ex ministro dell’Interno in 6 giorni, non trova? «No – risponde – la gente ha capito, dicevo nel senso che anche lui dovrebbe fare le cose delle persone semplici». La «gag» , dice proprio così, è che «riempiremo anche piazza San Giovanni e saremo creativi». Ma Roma è un salto politico. Lo sa anche lui: organizza un ragazzo di nome Stephen Ogongo, verranno i sindacati, il mondo Lgbt, i politici sono i benvenuti «a patto che non parlino sul palco, infatti a Palermo è stato un errore quando il sindaco Orlando ha portato il saluto istituzionale». Con i collettivi per ora non hanno trovato la quadra. Dicono che dietro Mattia Santori ci sia Prodi, ma il leader dei pesci azzurri avverte che chi lo sostiene è fuori strada. La candidata leghista in Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni, propaganda l’equazione Sardine uguale Pd, ma Santori ribatte che «la sinistra ha perso il contatto con il popolo». Giura che non fonderà un partito, però ammette che i conti con questa «energia positiva, che riempie un vuoto» prima o poi bisognerà farli. I bene informati sono certi che dietro ci sia la Cgil. Lui fa spallucce. La Sardina numero uno era il tipico studente delle superiori che guardava al di là dell’interrogazione del giorno: non rappresentante di istituto però modello ‘me ne metto’ sì. «A Bologna è impossibile non respirare l’aria della solidarietà. A me l’hanno trasmessa i miei genitori, mia madre infermiera geriatrica e mio padre, dipendente comunale che, da pensionato, fa tanta beneficenza». È laureato , «non sono un mantenuto, ho bisogno dello stipendio», chiarisce. Per lui fare tanti lavori è normale: contratto a tempo indeterminato per la rivista Energia di Alberto Clò, istruttore sportivo per ragazzi disabili e allenatore di frisbee femminile, attivo nel volontariato. «Bello, no?». Certo, aggiunge, sarebbe stupendo partire per un viaggio in Etiopia ed Eritrea. Doveva farlo, da solo, come ha già girato in lungo e in largo l’America latina, invece starà qui. «È più difficile essere di sinistra, sai. E noi non vogliamo più essere solo contro Salvini. Noi siamo la partecipazione sociale». © RIPRODUZIONE RISERVATA