Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Segre: "Scorta? Non l'ho chiesta io". Mattarella: "Segno di intolleranza concreta"

La senatrice a vita: "Che io avessi bisogno della scorta no, non me l'aspettavo e non l'ho mai chiesta"

La senatrice a vita Liliana Segre accompagnata da un uomo della scorta (Ansa)

La senatrice a vita Liliana Segre accompagnata da un uomo della scorta (Ansa)

Roma, 8 novembre 2019 - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante il suo discorso all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Campus biomedico, è intervenuto sulla questione inerente l'assegnazione alla scorta alla senatrice a vita Liliana Segre, schierandosi a fianco della donna. 

"Se qualcuno arriva a dire a una bambina sull'autobus non ti puoi sedere accanto a me perché hai la pelle di colore differente, o se é necessario a una persona anziana che non ha mai fatto del male a nessuno, ma il male lo ha subito da bambina in forma crudele, come Liliana Segre, di avere una scorta significa che gli interrogativi dei bambini, che chiedono solidarietà contro intolleranza e odio, non sono astratti nè retorici ma sono concreti". Così il presidente Mattarella, "contro la chiusura egoistica e contro l'indifferenza occorre dunque avere un senso di responsabilità. I bambini lo percepiscono, chiedono solidarietà contro intolleranza, l'odio e la contrapposizione".

Milano, incontro tra Liliana Segre e Matteo Salvini a casa della senatrice

La senatrice Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, è oggetto - nell'ultimo periodo - di numerosi attacchi di stampo antisemita da parte di haters. Messaggi minatori le arrivano sul web al ritmo di centinaia al giorno. Il 30 ottobre scorso l'89enne ha vinto la sua battaglia in Parlamento per l'istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto ai fenomeni dell'intolleranza, del razzismo, dell'antisemitismo e dell'istigazione all'odio e alla violenza. Il testo ha visto la luce a Palazzo Madama con 151 sì e nessun voto negativo, ricevendo però il non voto compatto di tutti e 98 i senatori di Carroccio, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Situazione che ha spaccato sensibilmente l'opinione pubblica. La notizia dell'assegnazione della scorta alla Segre ha rinfocolato le polemiche. Se, da una parte, il leader della Lega Matteo Salvini ha detto: "Le minacce contro Segre, contro Salvini, contro chiunque sono gravissime. Anche io ne ricevo quotidianamente", di converso l'ex ministro dell'Interno ha definito "sovietica" la commissione straordinaria per combattere razzismo, antisemitismo e ogni forma d'istigazione all'odio, istituita il 30 ottobre scorso dalla maggioranza, commentando: "Giusto condannare la violenza che non tornerà ma imbavagliare i popoli no".

Segre: non ho mai chiesto la scorta

"Che io avessi bisogno della scorta no, non me l'aspettavo e non l'ho mai chiesta" ha detto la Segre, intervistata da Rainews24. La commissione contro l'hate speech? "Vedremo quale sarà il mio ruolo, ma io non ho voluto questa commissione contro l'antisemitismo, ma contro l'odio, vorrei che fosse vista la parola odio come tale", ribadisce. L'odio, spiega la senatrice a vita, "non è quello contro uno, è l'odio in generale che io ho vissuto nei fatti oltre che nelle parole, è una parole orribile e combatterlo con quello che democraticamente si può fare mi sembrava una cosa che avrebbe dovuto avere l'applauso di tutti. Chi può volere l'odio? Nessuno, anche quelli che si sono astenuti". Segre si aspettava che un commissione contro l'odio "senza fare distinguo fosse accettata da tutti. L'ottimismo dei tempi passati mi aveva fatto pensare che ci sarebbe stata una specie di gara a proporre cose da fare contro l'odio", conclude. 

In questo quadro si aggiunge l'annuncio del sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri, nell’ambito della conferenza stampa di presentazione del Premio Adei Wizo - teso a fare conoscere, soprattutto tra i ragazzi, la cultura e la letteratura ebraica - che intende proporre la cittadinanza onoraria per Liliana Segre.  Il tema dell'antisemitismo torna in primissimo piano anche a Predappio. "Il Comune di Predappio nega un contributo alla partecipazione di ragazzi predappiesi al progetto Promemoria Auschwitz-Treno della Memoria. Così la nostra associazione copre la quota mancante di 370 euro per consentire il percorso di studi ad uno studente" sostiene l’Associazione GenerAzioni in Comune e il gruppo consigliare di minoranze dell’omonima lista, guidato dal capogruppo Gianni Flamigni. Il sindaco Roberto Canali ha replicato: "Non siamo contrari al Treno della Memoria o al far conoscere i campi di sterminio nazisti, fra cui Auschwitz, ma al fatto che questo treno vada in un’unica direzione, cioè solo verso Auschwitz. Quando i Treni della Memoria andranno in tutte le direzioni e si fermeranno anche presso altri luoghi di oppressione del Novecento, come per esempio il Muro di Berlino o le Foibe, allora la nostra amministrazione contribuirà all’iniziativa. Infatti, la storia va conosciuta tutta e non solo quella di parte".