Mercoledì 18 Dicembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Le parole di Mattarella: “Amate pluralismo e democrazia”. Il discorso ai vertici dello Stato

Il presidente della Repubblica tra politica estera, nuove generazioni e crisi della partecipazione. E sul mercato: “Pochi soggetti guadagnano 500 volte la retribuzione di un operaio o di un impiegato”

Roma, 17 dicembre 2024 – “Bisogna amare la democrazia. Bisogna prendersene cura”.

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile

È un’esortazione ma ancor più una sincera preoccupazione quella pronunciata dal presidente Sergio Mattarella davanti ai massimi vertici dello Stato repubblicano. Un discorso scevro di riferimenti contingenti, colto quanto sommesso, per mettere in allarme rispetto al rischio di tracollo delle magnificate liberal-democrazie occidentali sotto i magli del populismo davanti alla platea istituzionale. “Si insinua nelle nostre opinioni pubbliche il dubbio che il potere democratico sia debole, inefficiente, lento, inadeguato a governare realtà in veloce evoluzione”, dice il capo dello Stato. Parole che non potrebbero essere più esplicite e inquiete rispetto ai processi in atto.

Crisi della democrazia

Richiamando Cicerone sull’insegnamento della Storia, il presidente della Repubblica appare sinceramente preoccupato per l’erosione progressiva della democrazia rappresentativa occidentale, quella che nel corso del tormentato secolo scorso ha consentito alle masse popolari di diventare protagoniste della società. “Il pluralismo delle idee, l’articolazione di diverse opinioni rappresentano l’anima di una democrazia – dice Mattarella –. Questo è il principio cardine delle democrazie delle società occidentali. Ma sempre più spesso vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di amico/nemico”. Un declino in senso plebiscitario, ancor più che populista, che rischia di annichilire le conquiste sociali e civili di un Novecento dai progressi più grandi degli orrori per chi non lo semplifica.

E invece “La democrazia non si esaurisce nelle sue procedure – continua –. È impegno, passione, senso della comunità, richiede che si contribuisca alle scelte, a ogni livello. Anche per questo è necessario sostenere il pluralismo, nelle articolazioni sociali come nell’informazione, non affidando soltanto alle logiche di mercato quel che è prezioso per la qualità della convivenza e per una piena cittadinanza”.

Mattarella ne aveva già accennato a luglio in occasione della settimana sociale di Trieste. Un discorso sui caratteri generali della democrazia. Ieri invece il capo dello Stato ha lanciato il più serio e sincero allarme che mai espresso sui rischi di tracollo della liberal-democrazia occidentale e le sue istituzioni.

Guerra russo-ucraina

Il punto di partenza del Capo dello stato sono l’estrema inquietudine per il conflitto russo-ucraino e l’avversione per gli autoritarismi. Ma sempre più spesso vi appare la strada di una radicalizzazione che pretende di semplificare escludendo l’ascolto e riducendo la complessità alle categorie di amico/nemico”. Rispetto all’imposizione della violenza il capo dello Stato esorta a “riprendere un percorso costruttivo”.

Ambiente e salute

Stessa logica che secondo Mattarella dovrebbe ispirare la riflessione “sul cambiamento climatico e le politiche ambientali” utili al pianeta, “sul valore della scienza, della ricerca, sull’efficacia dei numerosi vaccini che hanno salvato milioni di vite”.

Discriminazione sociale

“Gli effetti sono evidenti – dice Mattarella –. Pochi soggetti con immense disponibilità finanziarie, che guadagnano ben più di 500 volte la retribuzione di un operaio o di un impiegato”. Per il capo dello stato le grandi società “dettano le loro condizioni ai mercati” e “tendono a sottrarsi a qualsiasi regolamentazione, a cominciare dagli obblighi fiscali” a scapito delle autorità internazionali. Sembra insomma che “si persegua la ricchezza come fine a sé stessa”, come “strumento di potere” molto più svincolata delle autorità pubbliche che in passato.

Speranza digitale

“La nostra umanità si esprime anzitutto in relazione. Nel vivere insieme agli altri. Nel condividere. Nel fare comunità”, dice il capo dello Stato. Che confida nella capacità di fare fare “spazio pubblico” e “comunità” delle nuove tecnologie come “unica, impegnativa e concreta alternativa alle lacerazioni” e “le mille solitudini che abitano le nostre città”. In quest’ottica Mattatella confida ancora nella possibilità di contrastare “il crescente e preoccupante fenomeno dell’astensionismo”. Perché “una democrazia senza popolo sarebbe una democrazia di fantasmi”.