Roma, 22 marzo 2025 – Un Sergio Mattarella sempre più diretto e meno da interpretare. Anche sui dazi e sulla guerra commerciale in corso, avviata (o meglio minacciata) da Donald Trump, il presidente della Repubblica non fa giri di parole: "Nuove nubi sembrano addensarsi all'orizzonte, portatrici di protezionismi immotivati, di chiusura dei mercati dal sapore incomprensibilmente autarchico, che danneggerebbero in modo importante settori di eccellenza come quelli del vino e dell'olio", dice il capo dello Stato durante un intervento al 44/mo Forum della cultura dell'olio e del vino della Fondazione italiana Sommelier in corso a Roma.

"Misure come quelle che vengono minacciate - insiste Mattarella, con chiaro riferimento agli annunci del presidente Usa - darebbero, inoltre, ulteriore spinta ai prodotti del cosiddetto 'italian sounding', con ulteriori conseguenze per le filiere produttive italiane, non essendo immaginabile che i consumatori di altri continenti rinuncino a cuor leggero a rincorrere gusti che hanno imparato ad apprezzare".
Aggiunge il Capo dello Stato: "Commerci e interdipendenza sono elementi di garanzia della pace”, ricordando che nella storia “la contrapposizione tra mercati ostili ha condotto ad altre più gravi forme di conflitto”. Mentre “i mercati aperti producono una fitta rete di collaborazioni che, nel comune interesse, proteggono la pace".
Agricoltura
Mattarella parla dell’agricoltura come “motore dell’integrazione europea”, non “un elemento di retroguardia da sussidiare, essendo al contrario una chiave per politiche, oltre che produttive, di salvaguardia della salute dei consumatori e di promozione dei territori". E rivolgendosi direttamente alla platea dice: "Avete saputo mettervi insieme, misurarvi con la crescente dimensione internazionale, senza timore di mercati prima sconosciuti e in cui, oggi, i prodotti italiani sono leader”. Quindi l’invito a guardare avanti, sottolineando che “il futuro non si costruisce vivendo di nostalgie”, comprese le “gratuite tentazioni di nostalgia alimentare: oggi i cibi sono sicuramente più salubri e controllati di un tempo".
E ancora: "Le risorse alimentari, in tempi come quelli che viviamo, con la guerra ai confini dell'Europa, acquisiscono ancora più valore. Lo abbiamo visto relativamente al grano nella contesa che ha visto l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia".