Roma, 31 agosto 2024 – “La cura delle parole, l’attenzione per il linguaggio adoperato sono importanti anche al fine di migliorare i legami di integrazione e di rafforzare la coesione sociale. Le espressioni verbali aggressive devono essere considerate al pari di comportamenti violenti. Il dialogo profondo, il confronto rispettoso delle opinioni altrui contribuiscono ad arricchire la propria esperienza personale e l’esperienza culturale delle comunità di rispettiva appartenenza.” È a questo passaggio dello statuto del Movimento 5 Stelle, “la cura delle parole”, che la Vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, fa riferimento in un post pubblicato sul suo profilo Instagram, in cui è oggetto di insulti da decine di “pseudo-tifosi”, come lei stessa li definisce. E le parole sono in effetti state scelte “con cura”, come dimostrano i messaggi: “Sei una misera 71 in gonnella. Deficiente mangiapane a tradimento. Str... vai a lavare i piatti. Sei una schifezza. Mi sei caduta sul pis...”.
"Ho deciso di querelare gli autori dei commenti più sessisti, volgari e violenti che mi sono stati rivolti in questi giorni. Lo faccio – prosegue la Castellone – per tutte quelle persone che subiscono questo odio sui social e non hanno modo di difendersi, nonché per rispetto alla mia dignità di donna, di mamma e di rappresentante del popolo italiano. Gli eventuali risarcimenti che mi saranno accordati – conclude la Vicepresidente del Senato – saranno interamente devoluti ad una casa rifugio per le donne vittime di violenza”.
Ma da dove arriva quest'odio contro uno dei suoi principali esponenti? La Castellone si era espressa nei giorni scorsi, sia sui suoi canali social che in varie interviste rilasciate, sulla diatriba in corso fra Beppe Grillo, fondatore dei Cinque Stelle e attuale consulente per l'immagine, nonché garante del Movimento, e il presidente Giuseppe Conte. Lo stallo politico che si vive in questi giorni, riguarda la possibilità di aggiungere un terzo mandato ai rappresentati politici, cosa alla quale i Cinque Stelle sono storicamente contrari. Alla ventilata ipotesi di un'apertura in tal senso di Conte, Grillo si era detto contrario, ricordando come fosse questo uno dei pilastri del Movimento, al pari del nome e del simbolo, mentre il presidente aveva ricordato come non potesse essere il garante a decidere, ma gli iscritti.
L'assemblea costituente, in programma il 19 e 20 ottobre 2024, dovrà discutere questo importante tema, e lo farà in un clima di sempre maggiore freddezza fra i “puristi”, e quanti vogliono un superamento del limite ai mandati. Conte, il cui incarico terminerà fra un anno, grazie al cambio statutario del 2021, ottenuto con una lunga trattativa al termine della quale al garante venne riconosciuto un compenso per il lavoro di consulente dell'immagine, e al presidente maggiori poteri e un incarico di 4 anni, dopo il 9.9% delle ultime elezioni politiche cercherà in queste settimane di ricompattare la base, magari strappando un “sì” dal garante al quale potrebbe essere rinnovato il fruttuoso incarico.