Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Caso Boccia, Sangiuliano da Meloni: “Ho ribadito la mia verità. Mai pagato un euro per i suoi viaggi”

L’imprenditrice-influencer lo smentisce: “Organizzava tutto il ministero della Cultura. La nomina? Mi hanno chiesto di strapparla”. E lascia intendere di avere una registrazione. Poi posta foto di documenti con intestazione del G7

Roma, 3 settembre 2024 – Un’ora e mezza a Palazzo Chigi per il ministro Gennaro Sangiuliano, da giorni al centro di un polverone, politico e non solo, per il caso Maria Rosaria Boccia e il giallo della sua presunta nomina a “consigliere per i Grandi eventi”. "Sono stato a colloquio con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per ribadire la verità delle mie affermazioni contenute nella lettera inviata al quotidiano La Stampa: mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all'organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata", spiega il titolare del Mic al termine dell’incontro. Insomma niente dimissioni, come invocato ripetutamente dalle opposizioni.

Il ministro Gennaro Sangiuliano accanto alla premier Giorgia Meloni (Ansa)
Il ministro Gennaro Sangiuliano accanto alla premier Giorgia Meloni (Ansa)

La lettera alla Stampa e la smentita di Boccia

Il ministro ha dunque confermato quanto già dichiarato, questa mattina, alla Stampa, in cui assicurava che “mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia". Affermazioni che l’influencer ha però smentito, affidando la sua replica ad alcune stories su Instagram: "Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant'è che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal capo segreteria del ministro".

Un botta e risposta che allontana i titoli di coda da una vicenda che sta diventando un vero e proprio giallo politico. Al centro la presunta consulenza di Boccia al ministero della Cultura e le sue presenze in occasioni pubbliche accanto a Sangiuliano, documentate sempre da foto postate sui social. Canali a cui l’influencer-imprenditrice ha sempre affidato ogni commento o precisazione sul caso. In questo caso, Boccia fa seguire chiarimenti ad alcuni passaggi dell'intervista di ieri di Giorgia Meloni e alla lettera di Sangiuliano alla Stampa.

Quel "io non ho mai pagato nulla" è allora la risposta all'affermazione "mai un euro del ministero è stato impegnato", mentre quanto ai "potenziali conflitti d'interesse" Boccia domanda "quando li avrebbe riscontrati? Durante le vacanze estive? Il capo di Gabinetto era presente da remoto alla riunione del 15 agosto perché era in ferie. Sotto l'ombrellone ha verificato i miei potenziali conflitti d'interesse? E soprattutto quali sono?".

Maria Rosaria Boccia e il ministro Sangiuliano. A destra, la foto dei documenti con intestazione G7 postata da Boccia su Instagram
Maria Rosaria Boccia e il ministro Sangiuliano. A destra, la foto dei documenti con intestazione G7 postata da Boccia su Instagram

L’allusione a una registrazione

"Siamo sicuri – domanda ancora – che la nomina non ci sia stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile... La riascoltiamo insieme?". Quanto invece al non avere mai preso parte alle riunioni operative sul G7, come affermato dal ministro, Boccia controbatte: "Quindi non abbiamo mai fatto riunioni operative? Non abbiamo mai fatto sopralluoghi? Non ci siamo mai scambiati informazioni?".

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Un altro screenshot contiene l'intestazione di una mail con oggetto "percorso G7 Anfiteatro" destinata ad appartenenti alla Pubblica amministrazione. La controffensiva multimediale di Boccia prevede anche sorridenti selfie con la colonna sonora di 'La Verità' di Vasco Rossi ad accompagnare la didascalia "sbagliare è umano. Ammettere i propri errori è da grandi. Mettersi in discussione e' da persona con cervello".

E ancora: "Dopo 8 giorni di silenzio una toppa peggio del buco", sintetizza l'imprenditrice a proposito delle parole del ministro, ricordando che "le uniche vite turbate sono state la mia e quelle della mia famiglia". E qui, in un'altra 'stories', Boccia ricorda che "la stampa mi ha definita: 'una che si vuole accreditare', millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspira collaboratrice, consolatrice, badante, un amore culturale... Ad oggi non ho ricevuto né le scuse da parte giornalisti, nonostante abbia sempre smentito tempestivamente tutte le dichiarazioni che leggevo ed ascoltavo, né le scuse - puntualizza - di chi mi ha coinvolto ingiustamente in questa spiacevole situazione". E conclude: "Chiedo gentilmente a giornalisti e fotografi di non recarsi più presso i punti vendita di proprietà della mia famiglia. Non hanno nulla da dichiarare. Vorrebbero lavorare serenamente".

Il giallo dei documenti sul G7

Dopo l'intervento della premier Meloni a '4 di sera', Maria Rosaria Boccia ha postato sui suoi social le foto di due documenti che fanno riferimento alla riunione dei ministri della Cultura del G7, in programma dal 19 al 21 settembre. In realtà, si tratta di due fogli sbianchettati di cui si vede solo

l'intestazione. L'imprenditrice campana riporta anche il virgolettato del presidente del Consiglio, che a Paolo De Debbio aveva spiegato: Sangiuliano "mi ha garantito che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato che riguarda il G7. E soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani è stato speso per questa persona. A me sono questo le cose che mi interessa sapere, il gossip lo lascio ad altri".

La foto postata da Maria Rosaria Boccia su Instagram dei documenti con intestazione G7
La foto postata da Maria Rosaria Boccia su Instagram dei documenti con intestazione G7

Opposizioni all’attacco

"Il ministro Sangiuliano non solo ha mentito, non solo con il suo comportamento ha esposto Pompei, patria della cultura, al ridicolo, ma ha anche messo a rischio la sicurezza del G7. Per questo la sua presenza al governo in un ruolo cosi' delicato non è più sostenibile". E' quanto si legge nella petizione indetta da Italia Viva, che sul sito del partito pubblica anche il form per l'adesione. 

"Con una firma - si legge ancora - chiediamo di restituire la cultura italiana a mani più serie, più competenti, più capaci. Firma anche tu". Primo firmatario, si informa, il senatore Iv Ivan Scalfarotto.

Dura presa di posizione anche del Pd. "La difesa d'ufficio del governo che arriva per bocca della presidente del consiglio viene smentita in diretta sui canali social della 'consigliera del ministro mai formalizzata'”, dice la capogruppo dem nella commissione Cultura della Camera, Irena Manzi. “È la prova che quanto riportato da Sangiuliano a Meloni non corrisponde esattamente al vero e coinvolge adesso la più alta carica del governo in questa imbarazzante vicenda. Può un ministro mentire alla presidente del consiglio per cercare di auto scagionarsi da una situazione dai contorni così poco chiari?". E ancora: “Serve chiarezza, una cosa però è sotto gli occhi di tutti: la dottoressa Boccia, su cui il gabinetto del ministro avrebbe riscontrato potenziali conflitti di interessi, ha avuto accesso a informazioni sensibili e riservate sul prossimo g7 cultura e ha partecipato in più occasioni a incontri con funzionari dello stato in cui si è parlato di questioni economiche e strategiche e di investimenti culturali. A che titolo ha partecipato? Sangiuliano deve chiarire nelle sedi istituzionali. Ribadiamo la richiesta al presidente Mollicone di convocarlo in commissione con urgenza".

Esprime preoccupazione anche il Movimento 5 Stelle, con i deputati pentastellati in commissione Cultura alla Camera che chiedono al governo di chiarire “una volta per tutte ogni aspetto, senza rassicurazioni di comodo”. E aggiungono: “Dalla presidente del Consiglio ci aspettavamo, al posto delle parole spocchiose di ieri sera, che garantisse un intervento del ministro nella sede formale del Parlamento per spiegare ogni dettaglio di questa vicenda cosi' inquietante per come e' emersa fino a ora”. Secondo i depuati grillini “è chiaro che l'Italia non può affrontare il G7 della Cultura in queste condizioni e con questo ministro tanto screditato da un indecente rimpallo di indiscrezioni”.

Capasa: “Diffida su uso marchio”

A Maria Rosaria Boccia ''abbiamo inviato una diffida, in quanto il marchio Milano Fashion Week è della Camera della moda da sempre e non può essere usato da nessun altro. Speriamo che presto scompaia quella dicitura dai social di questa signora''.

Lo ha detto il presidente della Camera nazionale della moda italiana, Carlo Capasa, a margine della presentazione della prossima settimana della moda milanese, replicando ai cronisti che gli chiedevano dell'imprenditrice campana che sui social si definisce ''presidente di Fashion Week Milano Moda''.