Martedì 12 Novembre 2024
GIORGIO CACCAMO
Politica

Marco Tarquinio: "Ho scelto il Pd. In Europa voterò solo per la pace"

L’ex direttore di ‘Avvenire’ candidato al Centro. "Non è stato facile. Mi aveva cercato anche il M5s"

Roma, 22 aprile 2024 – Dopo quello di Elly Schlein, il nome più citato e discusso in questi mesi sulle candidature Pd è il suo: Marco Tarquinio. Ora che la sua corsa alle Europee nella circoscrizione Centro è ufficiale, l’ex direttore di ‘Avvenire’ spiega quanto successo e quanto potrà accadere.

Marco Tarquinio, 66 anni
Marco Tarquinio, 66 anni

Ancora per un po’ potremo chiamarla direttore, magari tra qualche mese invece onorevole...

(ride) "Sarà quel che Dio vuole. E gli elettori decideranno".

Ora che la candidatura è ufficiale, ci racconta com’è maturata?

"Sono state giornate intense, anche emotivamente. Ho sciolto la riserva solo sabato sera. Non è stato facile decidere, ma ho la consapevolezza che il mondo sta declinando verso una deriva bellica e bellicista. Io ho uno spiccato senso del limite, ma in questi mesi ho sperimentato quanto vi sia una domanda di rappresentanza di attese e speranze di pace e solidarietà".

L’Europa unita è nata proprio sulle macerie di una guerra e ha pure ottenuto il Nobel per la Pace.

"Certo, e come accade spesso per le istituzioni e figure politiche, quando viene dato un premio si comincia a de-meritarlo... Ma l’Ue è preziosa e non può permettersi di non essere più all’altezza di questa vocazione, del “metodo Europa“: capovolgere i motivi per cui ci si ammazza".

Ma è il Pd la scelta giusta?

"C’è stato un dibattito importante, anche sul mio stesso nome. Il Pd è un partito plurale, dentro c’è un pezzo importante della mia storia culturale, del cattolicesimo democratico e del solidarismo che accomuna visioni diverse: significa avere un’idea politicamente federale, inclusiva, equa".

Insomma, un’idea di sinistra?

"Beh, dico spesso che il mondo mi è girato intorno e io sono rimasto sempre dov’ero, con una visione ancorata alla dottrina sociale cristiana. E mi sono ritrovato a essere considerato addirittura rivoluzionario! Da direttore ho dato rappresentazione mediatica a certe idee e posizioni, ora provo a dare loro anche rappresentanza politica".

Ma in Europa voterà secondo coscienza, sapendo che nel Pd ci sono sensibilità diverse?

"Il Pd ha dato cittadinanza interna a posizioni disarmate e disarmanti. Prima di tutto bisogna far tacere le armi, serve una politica comune di difesa, “a due braccia“: un braccio militare non aggressivo e uno civile non violento. Ma non si tratta solo di affermare uno spazio di coscienza personale o un diritto di tribuna, quanto di costruire percorsi politici concreti".

È vero che l’ha cercata anche il Movimento 5 Stelle?

"Ho ricevuto cinque proposte, tutte da partiti di centro e centrosinistra. La prima da Elly Schlein l’anno scorso poco dopo la fine del mio lavoro alla guida di Avvenire; l’ultima, questa primavera, dal M5s. Per i motivi che ho detto, ho ragionato solo su quella del Pd".

Ha visto che Giuseppe Conte ha piazzato nel simbolo per le Europee la parola “pace“?

"Rispetto e apprezzo tutti quelli che intendono lavorare in questa direzione. Ma mi interessa molto che una grande famiglia europea, i Socialisti e Democratici ai quali mi iscriverò se sarò eletto, possa fare un lavoro per cambiare la rotta comune e dare un diverso ruolo globale all’Ue, anche nell’ottica dell’allargamento all’Ucraina e ai Balcani".

A proposito di futuro dell’Europa, che cosa pensa della suggestione Mario Draghi?

"Da cronista so che a volte queste candidature servono come ballon d’essai o provocazioni. Piuttosto sono contento da italiano che due grandi dossier sul futuro dell’Ue siano stati affidati a Draghi ed Enrico Letta. L’Europa procede solo se regge il treppiede Parigi-Berlino-Roma su cui è stata fondata".