Genova, 29 ottobre 2024 – La prima mattina da governatore ligure per Marco Bucci è iniziata con una colazione all’italiana: basta uova e bacon, il segreto culinario con cui la moglie Laura lo ha 'sostenuto' nel corso della campagna elettorale
Bucci, come sta?
«Sto molto bene, la cura immunologica sta facendo effetto. E poi ho una grande carica di adrenalina in corpo: la campagna elettorale è stata salutare. E ora sono pronto a fare il presidente della Regione, che per me significa fare il sindaco dei liguri».
Dove ha trovato in campagna elettorale la forza di affrontare i numerosi impegni, nonostante lo stato di salute non proprio ottimale?
«L’ho trovata nelle centinaia di persone che tutti i giorni ho incontrato da Ponente a Levante. Sono state stimolo e carica per mettermi al servizio della mia regione con l’obiettivo di renderla la più bella e vivibile del Mediterraneo».
La preoccupa il fatto di dover conciliare un impegno così gravoso come quello di governatore con le terapie imposte dal suo stato di salute?
«Assolutamente no. Quando ho risposto affermativamente al presidente del Consiglio Giorgia Meloni ho prima condiviso la valutazione con i medici. Mi è stato detto che non c’era nulla di controindicato. E anzi, che l’adrenalina di una campagna elettorale poteva addirittura avere effetti benefici. E così è stato. Quindi nessuna preoccupazione ma tanta voglia di mettere a terra i tanti progetti che ho in testa».
Le due liste del presidente hanno indubbiamente drenato voti alle altre forze della coalizione. è il segno che il civismo vince sui partiti?
«Da quando sono tornato in Italia nel 2016 ho da subito assistito a un fenomeno che si è consolidato nel tempo: nelle elezioni comunali e regionali le persone si identificano con più facilità con movimenti territoriali, che rappresentano meglio istanze ed esigenze. Credo che le liste civiche abbiano una forza in più e che spingano all’urna anche coloro che altrimenti non andrebbero».
In quanto moderato, pensa di aver pescato voti anche tra gli elettori di Italia Viva?
«Io con Italia Viva ho sempre avuto un buon rapporto, tanto che i renziani hanno sostenuto la mia rielezione a sindaco nel 2022. E quando c’è stata la spaccatura con l’ex campo largo era stato naturale che si avvicinassero al mio modo di vedere la Regione dei prossimi cinque anni. Anche perché lo schieramento che ha perso non era il centrosinistra, ma la sinistra sinistra, quella dei no a prescindere».
Quanto hanno pesato le liti tra Conte e Grillo sulla sconfitta del campo largo?
«Hanno pesato, ma non in maniera determinante».
Una vittoria comunque risicata, quella del centrodestra, che impone riflessioni. Quali?
«La riflessione più importante è che c'è bisogno di riportare al voto oltre la metà dei liguri che in queste elezioni si sono astenuti. Io li rappresenterò tutti e dimostrerò anche a loro quanto sia importante esprimersi ed esprimersi per una Liguria che cresce e si sviluppa».
I genovesi le hanno voltato le spalle. Come se lo spiega?
«No, al contrario: mi hanno guardato negli occhi per dirmi che dobbiamo fare meglio. Questo è il rapporto giusto, che voglio, tra i cittadini e il loro civil servant»
Chi vedrebbe bene al suo posto a Palazzo Tursi?
«Beh, il mio vice Pietro Piciocchi ha, a mio avviso, la stoffa per diventare il prossimo sindaco. Ma non sono solo io a decidere. Quindi qui mi fermo. Ritengo che il nome del prossimo candidato sindaco debba essere condiviso con tutto lo schieramento. Ripeto, Pietro ha tutte le carte in regola».
A breve si voterà anche per il rinnovo dei consigli regionali di Emilia Romagna e Umbria. Pronostici?
«Pronostici non ne faccio. Non parlo di regioni che conosco poco. Dico solo che a questo proposito qualche mese fa, includendo anche le elezioni in Liguria, parlavano di un secco 3-0 per il centrosinistra. E invece per ora siamo 1-0 per il centrodestra».
L'ex governatore Giovanni Toti la rimprovera di non aver sottolineato abbastanza, durante la campagna elettorale, la continuità con la gestione uscente. Cosa risponde?
«Non mi pare che Toti abbia detto questo. E comunque io non ho mai preso le distanze. Per me termini come continuità o discontinuità non significano assolutamente nulla. Le cose buone si portano avanti e le cose da correggere si correggono. Questo vale per tutti e varrà anche per me il giorno che qualcuno verrà al mio posto. Ho rivendicato i nove anni di buon governo della Liguria e ho semplicemente detto che io sono io e lui è lui. Nel senso che ciascuno ha il suo modo di gestire le cose, ma è innegabile che la nostra regione dal 2015 ad oggi sia migliorata sotto tanti profili».
Che squadra sarà quella di Bucci? Sarà totalmente politica o ci sarà spazio anche per i tecnici?
«Sarà una giunta di super assessori dal momento che ne potrò nominare solo sette e credo possa essere un mix».
Rigassificatore. Conferma il no al nuovo impianto di Vado Ligure?
«Lo confermo e lo ribadisco. Non ha senso che il rigassificatore sia collocato a Vado Ligure in una posizione distante dalla dorsale tirrenica. Come presidente di Regione Liguria dunque mi opporrò a questa soluzione».
Ha indicato nella gestione commissariale la strada da seguire per risolvere alcune priorità, come quella dei nuovi ospedali. A cos'altro applicherà il modello-Morandi?
«A tutte le infrastrutture che realizzeremo: credo sia fondamentale che ogni opera abbia una struttura commissariale e un project manager in grado di seguire passo dopo passo la realizzazione dell’opera e di esserne responsabile».
A convincerla ad accettare la candidatura è stata la premier Giorgia Meloni con una telefonata. Un'altra donna, sua moglie Laura, l'ha seguita praticamente in tutta la sua campagna elettorale. Cosa vi siete detti dopo la vittoria?
«Mi ha sorriso e mi ha fatto i complimenti. Poi a casa, quando le ho spiegato che stamattina sarei andato presto in Comune, mi ha detto che se io non sono stanco, lei oggi aveva voglia di riposarsi un po'. E che sono il solito zuccone»