Domenica 18 Agosto 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Manovre al centro, l’asse moderato agita la maggioranza. Foti (Fdi): è per dividerci

Italia Viva e Azione dialogano con Forza Italia sui temi di cittadinanza. Stop di Fratelli d’Italia sulla legge di Bilancio: indiscrezioni senza senso

Tommaso Foti parla con i colleghi alla Camera (Imagoeconomica)

Tommaso Foti parla con i colleghi alla Camera (Imagoeconomica)

Roma, 18 agosto 2024 – Il tema dei diritti civili si sta trasformando in un imprevisto cavallo di Troia per la maggioranza assediata di Giorgia Meloni. A cominciare dalla cittadinanza delle persone di origine straniera. Venuta puntualmente, e inevitabilmente, alla ribalta nei giorni dei successi olimpici parigini e delle molteplici sfumature che nel tricolore nazionale riflettono l’epidermide delle medaglie italiane. Diritto di cittadinanza, ius soli o ius scholae che sia, il tema dell’accesso alla nazionalità sembra insomma assumere una dimensione sempre più dirimente nell’Europa e l’Italia che invecchiano inesorabilmente: in quanto definisce il perimetro della forza lavoro e dei ceti emergenti; comprese le identità e i processi di integrazione delle prossime classi medie e anche dirigenti.

Non è un caso che i centristi liberal-democratici di Forza Italia, partito che rappresenta il Ppe in Italia, abbiano deciso di rompere gli indugi sulla necessità di regolare lo ius scholae: da un lato per arginare l’accelerazione delle opposizioni sulle ragioni giuridiche dello ius soli – cioè il principio secondo cui si è cittadini del Paese in cui si nasce –, ma dall’altro per affermare la necessità di determinare una regola di cittadinanza per l’integrazione dei cittadini stranieri. La possibilità di integrare o meno persone straniere nella cittadinanza italiana rappresenta infatti una frontiera dirimente per il futuro del paese nel contesto europeo, sia dal punto di vista anagrafico che etnografico-culturale, oltre che da quello ancor più rilevante della forze lavoro.

Tra crisi salariale e del costo della vita, emergenza carceri, femminicidi indefessi, nomina del commissario europeo italiano (entro il 30 agosto), rinnovo dei vertici Rai e manovra Finanziaria 2025, la questione della cittadinanza delle persone di origine straniera potrebbe apparire di secondo piano. Invece la questione diventa dirimente proprio nella misura in cui può incrinare il fronte di maggioranza. Sullo ius scholae, infatti, la componente moderata azzurra è disponibile ad andare incontro alle richieste dell’opposizione, nella misura in cui si astengano da sostenere le ragioni dello ius soli; che storicamente, del resto, è una caratteristica propria del continente americano (tutto) bisognoso di accogliere nuove popolazioni per colonizzare gli spazi sterminati.

"Le indiscrezioni mediatiche su questa o quella proposta da inserire nella prossima legge di Bilancio non hanno alcun senso, ma possono creare nei cittadini aspettative ingiustificate allo stato non passibili di valutazione", sostiene dunque il capogruppo di FdI Tommaso Foti. Parole che alludono a nulla e a tutto. Dallo ius scholae alle pensioni. Per Foti spetta alla maggioranza "non farsi tirare per la giacca e realizzare, con serietà e pragmatismo, il programma che con il loro voto gli elettori hanno approvato, evitando di dividersi su temi che la sinistra oggi ritiene fondamentali". Ma dal canto sua la componente centrista di Forza Italia continua a lavorare ai fianchi la maggioranza meloniana uscita nelle secche dopo il voto contro Ursula von der Leyen. Come spiegano dalle parti di via Bellerio, "per ora la Meloni si è salvata con intelligenza non prendendo però decisioni nette. Vedremo cosa succederà con la Von der Leyen e quello che ne consegue soprattutto sul green Deal". Perché è esattamente la scelta di capo in favore dell’europeismo atlantista e del posizionamento liberal-democratco del capitale europeo quello che chiede l’Europa a Meloni. Tanto che dalla Lega rimproverano che "FI ha scelto la sua strada decisamente più semplice da percorrere verso sinistra".