Domenica 22 Dicembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Manovra e tasse: cosa sta succedendo nella maggioranza

Il muro di Forza Italia: “Siamo contrari a qualsiasi nuova imposta sul mattone”. Anche la Lega prende le distanze dal suo ministro: “Non ci saranno stangate”

Roma, 10 ottobre 2024 – Vorrebbe essere un messaggio rassicurante, la garanzia che la destra è la stessa di sempre: quella che considera la parola tasse una bestemmia e per cui “la casa è sacra”, come proclama il sottosegretario leghista all’Economia, Federico Freni.

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Tajani e Salvini hanno escluso la possibilità che vengano introdotte nuove tasse

Ma l’espressione stanca e tirata come mai prima di Giorgia Meloni nei 47 secondi di video messaggio diffuso ieri tutto è tranne che rassicurante. Rivela, anzi, quanto sia preoccupata per la situazione economica e per i poco confortanti dati sul Pil di Bankitalia. Forse anche per questo la comunicazione è meno efficace del solito.

La premier esordisce con uno scivolone: “Leggo in queste ore dichiarazioni fantasiose, secondo cui il governo vorrebbe aumentare le tasse che gravano sui cittadini. È falso, avveniva con la sinistra”.

Quelle dichiarazioni però non partono dalla solita stampa maldicente, ma dal suo ministro dell’Economia: era stato lui a prospettare sacrifici per tutti. “La cultura politica di questo governo è ridurre le tasse – rilancia lei – sostenere famiglie e imprese, nonostante dall’opposizione ci sia qualcuno che vorrebbe patrimoniale e nuove imposte”. Poi incespica di nuovo: “Non chiederemo nuovi sacrifici. Noi le tasse le abbassiamo, come sanno bene i lavoratori dipendenti, le mamme lavoratrici, le partite Iva”. I benefici sono stati di pochi spiccioli, in fondo.

Quando l’inquilina di Palazzo Chigi decide di esporsi di persona, un foltissimo coro, soprattutto azzurro ma anche leghista, aveva già provveduto a smentire le dichiarazioni attribuite al ministro, garantendo che di nuove tasse sulla casa nemmeno se ne parla: “Non ci saranno stangate”. Lo stesso Giorgetti, pur non citando il capitolo dolente, in aula durante l’esame del piano strutturale di bilancio (che poi ha ottenuto il disco verde dal Parlamento) aveva chiarito che non intendeva alludere a nulla di straordinario: l’adeguamento catastale degli immobili per le case che hanno usufruito del superbonus è già sancito dalla legge. Tutto insomma si limita all’emersione degli immobili fantasma e all’accertamento che le rendite catastali siano state debitamente adeguate.

L’opposizione però non gli crede o finge di non credergli. Comunque spara a zero contro il governo delle tasse in un rovesciamento delle parti che ha qualcosa di surreale: “Meloni sulle tasse mente agli italiani, c’è scritto a pagina 116 del Psb che aumenteranno le accise”, afferma Elly Schlein e sulla sua falsariga il partito bombarda sui social la premier. Secco il leader M5s, Giuseppe Conte: “Meloni ha una bella faccia tosta”. E Matteo Renzi chiosa: “Giorgia mente sapendo di mentire”.

Nella maggioranza tutti si aggrappano alla precisazione di Giorgetti: prendono distanze siderali dalle parole da lui pronunciate martedì, ma evitano accuratamente di attaccarlo. In Forza Italia è stato Tajani a ordinare di escludere categoricamente ogni intervento fiscale ma senza entrare in conflitto con Giorgetti. Se ne incarica Maurizio Casasco: “Case e famiglie sono già colpite. L’attuale iniziativa è limitata alle case fantasma e a quelle ristrutturate con benefici pubblici”. In ogni caso, sia chiaro, che alla revisione o riforma del catasto non si deve alludere.

Metti questo, aggiungi che storicamente tutti sul punto hanno fallito, risultato: è difficile che dalle leggi si passi ai fatti, e da quelle voci entrino fondi in cassa. E sarà pur vero che la sintonia tra la premier e Giorgetti è totale, però a livello comunicativo sono lontani anni luce. “Potrebbe essere più diplomatico”, ammettono nel giro meloniano. Potrebbe cioè indorare la pillola, dire e non dire. Di nuove entrate, comunque c’è bisogno: lo riconoscono tutti. Ieri alla Camera il titolare del Mef ha fatto capire che la crescita del Pil dell’1% quest’anno è fuori discussione. Sarà anche colpa, come sostiene il ministro, della guerra, del calo demografico, della crisi in Germania ma occorrono nuove entrate.

Se non sotto forma di tasse quanto meno del contributo eccezionale che dovrebbero però pagare categorie che di contribuire non hanno alcune voglia. La preoccupazione che Giorgia Meloni non è riuscita a nascondere in quel pur brevissimo video, nasce da qui. Un modo per ottenere risorse indispensabili senza violare i dogmi, gli atti di fede e le promesse elettorale semplicemente non esiste.