Lunedì 25 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Manovra, Tria: per quota 100 e reddito ci vorrà qualche mese

Il ministro: le misure restano ma costeranno meno. "Possibile risparmiare per ridurre il deficit per evitare le sanzioni Ue. Ma la decisione è politica"

Giovanni Tria, ministro dell'Economia, all'Unipol Welfare Italia Forum 2018 (Ansa)

Giovanni Tria, ministro dell'Economia, all'Unipol Welfare Italia Forum 2018 (Ansa)

Roma 11 dicembre 2018  - La manovra economica 2019 non sarà rivoluzionata. Parola del ministro Tria che anticipa le modifiche al Bilancio da portare domani a Bruxelles per evitare la procedura di infrazione Ue. Bilancio che comunque aspetta le correzioni al Senato. Quota 100 per le pensioni e reddito di cittadinanza  "restano", assicura il titolare dell'Economia, anche se dovranno costare meno "rispetto a quanto preventivato". Ci si aspetta meno risorse per i cavalli di battaglia di Lega e M5s: le due  misure "tecnicamente richiederanno qualche mese per essere realizzate". Questo se si vuole tagliare il deficit, così come chiede l'Unione europea. "Entro la giornata si arriverà a determinare quali sono i possibili saldi - dice Tria - e poi ci sarà la decisione politica". 

Secondo il responsabile di Via XX Settembre, le stime dicono che risparmiare rimodulando reddito e pensioni, e inserendo ulteriori correzioni, è possibile: il punto è come si vuole utilizzare le risorse eccedenti. "Se si vuole trovare un accordo con la Ue è meglio andare verso la riduzione del deficit non perché non sia giusta una manovra espansiva ma perché bisogna recuperare la fiducia dei mercati", sostiene Tria. Ma è su questo punto che non ci sarebbe ancora un'intesa di governo. 

Boeri: "Tutte le stime su quota 100 superano i fondi previsti dal governo"

Sulle possibili modifiche al meccanismo della quota 100 frena Tito Boeri. L'Inps ha fatto "oltre 100 simulazioni" sulla norma sull'accesso alla pensione con 62 anni di età e 38 di contributi dal 2019, dice il presidente dell'Istituto, con diverse "propensioni" all'uscita ma "nessuna simulazione è al di sotto delle risorse" stanziate in manovra per questa misura. Boeri ha detto che si superano i 6,7 miliardi per il 2019 e i 7 nel 2020 solo con la misura 62+38 senza considerare le altre ipotesi come lo stop all'aumento dell'aspettativa per la pensione l'anticipata. 

Intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lavora alla proposta da fare al presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che il premier incontrerà domani a Bruxelles col ministro Tria. "Saà una proposta diversa rispetto all'ultimo incontro. Ci sarà qualcosa di nuovo", fanno sapere le fonti di Palazzo Chigi. E non potrebbe essere diversamente, visti i moniti dei commissari europei. "Se non ci saranno novità sostanziali, la procedura di infrazione andrà avanti", avvertiva ieri il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.

CONTE: NON PORTO UN LIBRO DEI SOGNI - Conte si dice fiducioso sull'esito del confronto con i vertici Ue, anche se - ammette - "non andrò a Bruxelles con un libro dei sogni ma mi confronterò sui numeri", dice nell'Aula della Camera nel corso della informativa sulla posizione dell'Italia al prossimo Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre. Il premier ha ripetuto che il governo non sta procedendo allo scostamento del deficit - contro il quale punta il dito l'Europa - "a cuor leggero" ma lo fa per "realizzare gli obiettivi che gli italiani chiedono con prepotente urgenza". Quindi torna a difendere la legge economica del Governo: "Farà crescere l'Italia. Con le elezioni del 4 marzo i cittadini hanno espresso un'esigenza, quella di arrestare l'impoverimento dovuto al ciclo avverso della lunga crisi economica e per contrastare i fenomeni negativi di un processo di globalizzazione che ha visto penalizzate ampie fasce di popolazione. Abbiamo individuato responsabilmente le misure concrete per invertire con decisione questa tendenza", precisa e attacca il "rigorismo miope" contro l'azione di riforma del governo italiano. 

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DI MAIO: ANCHE LA FRANCIA DOVRA' AUMENTARE IL DEFICIT -Intanto il vicepremier Di Maio guarda a Parigi: "Dovranno aumentare il deficit e si aprirà un caso Francia, se le regole valgono per tutti". Dopo le proteste dei gilet gialli infatti il presidente francese Macron ha promesso una svolta sociale con misure profonde, fra cui l'aumento di 100 euro dal 2019 del salario minimo, osservando che 'la collera è giustà. Svolta che costerebbe tra gli 8 e i 10 miliardi di euro. La commissione Ue non commenta prima che le misure siano presentate formalmente - spiega il vicepresidente Dombrovskis - ma ne valuterà l'impatto sul bilancio.