Venerdì 20 Dicembre 2024
ANTONIO TROISE
Politica

Manovra in alto mare, braccio di ferro su pace fiscale

Vertice notturno tra premier e ministri, oggi si decide Pace fiscale, i nodi da sciogliere. Conte: "Troveremo la sintesi"

Riunione pre-Consiglio con Conte e Tria (Ansa)

Roma, 15 ottobre 2018 - L'ultimo braccio di ferro sulla manovra economica si consuma nella tarda serata a Palazzo Chigi, con l’ennesimo vertice di maggioranza al quale partecipano, oltre al premier Conte e al sottosegretario, Giorgetti, anche il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il responsabile delle politiche europee, Paolo Savona e i titolari dei dicasteri della Difesa, della Cultura, del Sud, dell’Istruzione, della Salute e dell’Ambiente. Una riunione affollata che, di fatto, ha soprattutto un obiettivo: accelerare il percorso della manovra per approvare già oggi l’intero pacchetto, dal decreto fiscale alla legge di bilancio.

Pace fiscale, i nodi da sciogliere. Conte: "Troveremo la sintesi"

Una tabella di marcia che non piace a Salvini che vorrebbe avere qualche giorno in più per smussare gli angoli e trovare un’intesa sui temi che gli stanno più a cuore, dal condono alle pensioni. Temi sui quali lo scontro con gli alleati grillini è durissimo. Ancora in alto mare soprattutto la questione della pace fiscale. I grillini non vorrebbero andare più in là del ravvedimento operoso, con una soglia massima di 200mila euro, con uno sconto sulle sanzioni e gli interessi ma non sul debito. La Lega è disposta invece a far salire dal 15 al 25% la percentuale forfettaria da pagare per regolare i conti con il fisco. Ma sul tavolo è emerso anche una misura per l’emersione del capitali nascosti al fisco, con il meccanismo della dichiarazione integrativa. Una misura che non piace per niente ai Cinquestelle. Sullo sfondo, resta la tensione con la ‘troika’ (Bce-Fmi-Ue) sui numeri del deficit, con quell’asticella aumentata fino al 2,4% che continua a preoccupare i mercati e a far impennare lo spread. Il commissario Europeo, Pierre Moscovici, sarà in settimana a Roma per partecipare a una serie di dibattiti. Non è escluso un incontro ravvicinato in via Venti Settembre, con il ministro dell’Economia, Giovanni Tria alla vigilia del varo definitivo della manovra, previsto per giovedì prossimo. Mentre, dalla troika, continuano ad arrivare segnali di pace: «C’è tempo per trovare un accordo».

Ma è stata una domenica di passione soprattutto per i ‘pontieri’ dei due partiti di maggioranza, con l’obiettivo di trovare un accordo. Di Maio, fino all’ultimo, ha insistito sulla necessità di approvare anche la legge di bilancio insieme al decreto fiscale. «I soldi ci sono, non abbiamo paura dello spread. Alla fine riusciremo a convincere anche l’Ue». Il ministro dello Sviluppo Economico ha anche confermato che dal taglio alle pensioni d’oro arriverà una dote di un miliardo e che l’intervento sarà inserito nel decreto fiscale. Mentre, per il reddito di cittadinanza, Di Maio ha assicurato che andrà solo agli italiani: «Favorirà circa un milione di bambini». Ma non basta. Ieri, Palazzo Chigi, ha fatto sapere che la distribuzione del sussidio terrà conto anche delle differenze geografiche, soprattutto dal punto di vista dell’offerta di lavoro.

Ma la strada della manovra è tutt’altro che semplice. E non è ancora detto che oggi il governo riuscirà ad approvare tutto il pacchetto. A quanto risulta, oggi sarà sicuramente varato il Documento programmatico di Bilancio da inviare a Bruxelles e il decreto fiscale (anche nel caso non si trovasse un’intesa su tutti i punti in discussione). Poi ci sarà un ulteriore Consiglio dei ministri giovedì per approvare la Legge di Bilancio che sarà presentata alle Camere. Il premier è ottimista. Due i messaggi-chiave che il premier porterà a Bruxelles. Il primo: maggiore gradualità nelle misure più discusse, dal reddito di cittadinanza alle pensioni, spalmando gli effetti in due anni. Il secondo: la possibilità di cambiare la manovra durante il suo percorso parlamentare, nel caso in cui sui mercati ci fosse una nuova emergenza spread.