Roma, 30 ottobre 2023 – Dopo due settimane dal varo a Palazzo Chigi, arriva finalmente in Parlamento la seconda manovra economica dell’era Meloni. Oggi l’ultimo giro di consultazioni, per serrare le file della maggioranza dopo le liti e le divisioni degli ultimi giorni, con le bozze che uscivano ed entravano dal Ministero dell’Economia, tutte puntualmente rivisitate e corrette per accontentare questo o quel partito della maggioranza. Domani è già convocata la Commissione Bilancio del Senato per avviare l’esame del provvedimento.
Nella maggioranza, però, la tensione resta alta. E non mancano nuove scintille fra Forza Italia e Fdi. Sul tavolo restano ancora molti nodi, dalla cedolare secca sugli affitti, che salirebbe al 26% dalla seconda casa in su fino all’adeguamento delle pensioni minime. Ma. Non basta. Nelle ultime ore le perplessità degli azzurri si sono estese anche ad altri temi: la fine del regime agevolato per assorbenti e seggiolini, l’incremento delle tasse per chi vende casa dopo averla ristrutturata con il superbonus e perfino il taglio del canone Rai, rivendicato da Salvini ma che potrebbe creare problemi sulla tenuta dell’azienda. A far salire il termometro anche le voci su un innalzamento dei tetti pubblicitari per la tv pubblica, che avrebbe effetti negativi sulle altre emittenti, a partire da Mediaset.
Per questo i riflettori saranno puntati sul faccia a faccia fra la leader di Fdi e il vicepremier, Antonio Tajani, segretario degli azzurri. I malumori non si sono placati, tanto che qualche parlamentare di Fi ha anche fatto balenare l’ipotesi di un "fronda", rinviando al mittente l’appello della premier e del ministro dell’Economia, Giorgetti, di approvare la manovra prima delle festività natalizie e senza emendamenti da parte della maggioranza. Anche ieri Maurizio Gasparri, uno dei senatori degli azzurri, ha continuato a ripetere che la priorità resta quella delle "pensioni minime e degli immobili: sono conquiste di Berlusconi e del nostro movimento".
Ancora più esplicito Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia e vicecapogruppo vicario dei deputati azzurri: "Condividiamo l’impianto generale della finanziaria, ma stiamo discutendo di alcuni dettagli molto importanti per noi, e quindi abbiamo chiesto un supplemento di istruttoria. Su tutti, la nostra tradizionale, ormai nota, e assoluta ritrosia rispetto all’introduzione di nuove tasse e balzelli". Gli azzurri propongono un codice identificativo nazionale per tracciare chi affitta un appartamento, evitando inasprimenti di imposte. Parole che vanno di traverso ai responsabili di FdI, contrari ad ogni guerra delle bandierine.
Duro il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti: "Non è vero che stiamo massacrando la casa. Se lo dice la Schlein, va bene. Ma se lo dice qualche esponente di centrodestra mi preoccupo di più. È una situazione kafkiana". Che le tossine della manovra non si siano ancora smaltite del tutto lo dimostra anche la presa di posizione di Renzi circa un possibile sostegno del suo partito nel cammino parlamentare della manovra: "Non faremo la stampella del governo". All’attacco anche il Pd: "La manovra ancora non si vede, ma colpisce l’attenzione tutta concentrata sulle pensioni, mentre aumenta l’Iva sugli assorbenti e sui prodotti essenziali per l’infanzia. Donne e giovani famiglie penalizzate. Questa è l’idea di paese di questo governo, sentenzia Stefania Gasparini, presidente della commissione nazionale di garanzia del Partito democratico.