Roma, 12 dicembre 2024 – La tregua firmata a Palazzo Chigi dura poco. Nelle prossime 24 ore il governo presenterà gli emendamenti alla manovra con le modifiche concordate, ma la maggioranza entra in fibrillazione. Dal ministero dell’Istruzione fanno planare in commissione Bilancio della Camera un emendamento che prevede l’assunzione di 5.000 insegnanti di sostegno in più. Forza Italia annuncia le barricate in Aula contro lo stop alle multe ai no vax nelle ore in cui il governo congela anche il rincaro delle multe stradali, che non si rivaluteranno all’inflazione nemmeno nel 2025. Non basta: la Difesa chiede 225 milioni per il Fondo per le missioni internazionali, e la Lega presenta un emendamento per anticipare l’età del pensionamento. “La nostra proposta è innovativa – spiega il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon – tenendo conto della previdenza integrativa, per noi si può permettere ai lavoratori e alle lavoratrici di andare in pensione a 64 anni”. Non stupisce l’irritazione dell’opposizione: “Ci dicono che la legge di bilancio non può essere toccata nei saldi, e poi scopriamo che esistono ipotesi di emendamento a noi ignote”, attacca Ubaldo Pagano (Pd).
Il casus belli è la bozza di una modifica normativa dell’Istruzione che circola sulla stampa mentre la commissione Bilancio è riunita. Porterebbe all’assunzione di 5.000 insegnanti di sostegno in più a partire dall’anno scolastico 2025-26 per garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità. Una misura che costerebbe 81,8 milioni di euro per il prossimo anno e 245 milioni dal 2026, e verrebbe coperta utilizzando in parte il Fondo per la valorizzazione del sistema scolastico e in parte riducendo le risorse destinate alle supplenze brevi e saltuarie. La minoranza, irritata per i testi che non ha visionato, chiede d’interrompere i lavori. Il sottosegretario al Mef, Federico Freni, offre le scuse del governo “per le bozze non autorizzate”.
È autorizzato invece lo stop al rincaro delle multe stradali: il nuovo testo del decreto Milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri fa slittare anche per il 2025 l’aggiornamento biennale all’inflazione delle sanzioni stradali previsto dal codice della strada. Il governo avrebbe dovuto varare l’adeguamento entro il 1 dicembre, scelta che avrebbe portato gli importi delle multe a salire attorno al +6% dal 1 gennaio, per un aumento che va da 3 a 51 euro a multa per le infrazioni più comuni. L’ulteriore proroga è stata decisa “in considerazione dell’eccezionale situazione economica”, come già avvenuto nei due anni passati.
Resta aperta la partita sulle multe ai no vax. Almeno: la maggioranza potrebbe di nuovo votare in modo diverso quando la norma arriverà in Parlamento: da una parte c’è la Lega che ha voluto la loro cancellazione, che però non prevede rimborsi per chi le ha già pagate. Dall’altra c’è Forza Italia che si rifiuta di votare “l’amnistia alle multe”, per dirla con Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera. Tra i litiganti si colloca il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi: “L’obbligatorietà dei vaccini non è in discussione. Sulla norma ci confronteremo in Aula e ne valuteremo la convenienza. Trattandosi di una cifra esigua, si rischia di spendere per incassarla più soldi di quanti ne entrerebbero”.
Mentre la maggioranza si agita, al ministero dell’Economia i tecnici sono al lavoro per trovare il giusto equilibrio costi–benefici dell’emendamento che ridurrà l’Ires di quattro punti (dal 24% al 20%) per le imprese che reinvestono: per finanziarlo servono 400 milioni, che il governo pensa di reperire attraverso un contributo dalle banche. “Negli ultimi anni hanno guadagnato decine di miliardi: un contributo di 500 milioni per aiutare le imprese ad assumere e a investire mi sembra che sia giusto”, taglia corto Matteo Salvini.