Domenica 22 Dicembre 2024
Claudia Marin
Politica

La Manovra per il 2025: “Nessuna mancetta per l’ok. Sono interventi per i territori”

Freni, sottosegretario leghista all’Economia: abbiamo dato continuità al taglio del cuneo fiscale “Il calo dello spread? È il segnale dell’affidabilità che i mercati riconoscono all’Italia”

Roma, 21 dicembre 2024 – La manovra è giunta quasi in porto, ma nell’ultimo miglio non sono mancate le turbolenze. Non si potevano evitare?

Federico Freni
Federico Freni

“Le rispondo – esordisce Federico Freni, sottosegretario leghista al ministero dell’Economia – rubando una celebre frase allo scrittore statunitense John Shedd: “Una nave nel porto è al sicuro, ma non è per questo che sono state costruite le navi“. Quando si sceglie di andare in mare aperto per dare al Paese le risposte che servono, le turbolenze sono da mettere in conto. Ma, come giustamente annota, siamo quasi arrivati al porto. E, aggiungo io, con la nave ben solida”.

Siete stati costretti, però, a ricorrere alle mancette.

“Non scherziamo. Quelle che in queste ore in molti chiamano mancette sono interventi in favore dei territori. Vogliamo definire la messa in sicurezza di una strada una mancetta? Una pista ciclabile piuttosto che la costruzione di un ponte su un fiume, o la ristrutturazione di una scuola, sono mancette?”.

A fronte, però, di decine di milioni spesi.

“Non stiamo parlando di cifre esorbitanti: al contrario sono importi allineati alle esigenze che arrivano dai Comuni, così come dalle province e dalle Regioni. In ogni caso le risorse impiegate dalla maggioranza sono quelle a disposizione per le modifiche alla manovra. Si è semplicemente utilizzato uno strumento differente, un fondo ministeriale ad hoc, ma non c’è nessuna spesa extra né una discriminazione nei confronti delle opposizioni che, legittimamente, hanno scelto di concentrare le loro risorse su altri temi”.

Il capitolo fisco, in ogni caso, rimane centrale.

“Abbiamo deciso di dare continuità al taglio del cuneo fiscale rimodulando l’intervento rispetto a quello in vigore quest’anno: un esempio concreto di come sia necessario, anzi direi doveroso, monitorare le misure in corso d’opera per renderle sempre più funzionali. Direi che la scatola degli attrezzi è stata ben allestita considerando che a fine gennaio ben 14,3 milioni di lavoratori dipendenti riceveranno una busta paga con meno tasse. Parliamo di 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto all’anno scorso. Insieme a questo intervento abbiamo ritenuto necessario confermare la riduzione dell’Irpef a tre aliquote, ma anche allargare il perimetro dell’intervento estendendo la flat tax per i lavoratori dipendenti e pensionati fino a 35mila euro: un risultato che la Lega rivendica con orgoglio”.

La riduzione dell’Irpef potrà continuare in corso d’anno a favore del ceto medio?

“Credo sia doveroso: gli italiani ci hanno votato per questo. In corso d’anno proseguiremo l’impegno sul fronte della riduzione delle tasse, sempre garantendo la sostenibilità dei conti pubblici”.

Passiamo alle pensioni.

“Le modifiche introdotte durante il passaggio della manovra alla Camera smentiscono mesi di ricostruzioni fantasiose. Capisco che lo sport preferito da qualcuno sia azzoppare la Lega, ma il chiacchiericcio lascia il tempo che trova. Ci interessa, invece, sostenere lavoratori e pensionati. Per questo abbiamo voluto introdurre la possibilità di andare in pensione a 64 anni con la previdenza complementare: pubblico e privato insieme per garantire più flessibilità in uscita e un sostegno ai redditi dei lavoratori”.

Il 2025 potrà essere l’anno di elaborazione di una nuova riforma previdenziale?

“C’è ancora tanto lavoro da fare. L’obiettivo è garantire maggiore flessibilità in uscita: uno degli strumenti sarà l’estensione del cumulo tra pensione obbligatoria e complementare anche al sistema misto”.

Il nodo sanità: quali sono i numeri sulla spesa?

“Facciamo parlare i numeri, cos’altro sennò? Il Fondo sanitario nazionale salirà nel 2025 a 136,5 miliardi, una cifra record. La spesa pro capite passerà dai 1.919 euro del 2019 a 2.317 euro, ben 398 euro in più per ogni cittadino. Non credo serva aggiungere altro: le polemiche le lasciamo a chi negli anni passati ha scelto i tagli lineari”.

L’Upb stima in 17 miliardi il risparmio sugli interessi per il calo dello spread.

“È il segnale dell’affidabilità che i mercati riconoscono all’Italia. Stiamo dimostrando serietà e responsabilità, senza declinare quest’approccio all’insegna dell’austerità. Tutt’altro: conti in ordine e misure per la crescita vanno di pari passo. Forse qualcuno soffre di mal di pancia per questo, ma mi permetto di dare un consiglio: lo stomaco scombussolato lasciamolo per la digestione dopo il pranzo di Natale”.