Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Manovra 2020, scontro su Quota 100. Catalfo ai renziani: "Non si tocca"

Italia Viva propone lo stop totale: "Spende risorse ingenti a carico dei giovani". Salvini: "Follia". La ministra pentastellata: "Resta così com'è"

La ministra del Lavoro Catalfo, Conte e il ministro dell'Economia Gualtieri (Ansa)

La ministra del Lavoro Catalfo, Conte e il ministro dell'Economia Gualtieri (Ansa)

Roma, 13 ottobre 2019 - Alla vigilia del Consiglio dei ministri che dovrebbe licenziare il Documento programmatico di bilancio (l'ossatura della manovra 2020), è scontro in seno alla maggioranza sulle coperture. Italia Viva rilancia la proprosta di intervenire sulle pensioni. "A fronte del fatto che le risorse per la legge di bilancio non sono ancora del tutto definite, Italia Viva propone l'abolizione totale di Quota 100", dichiara oggi il deputato IV Luigi Marattin. "Perché si tratta della politica più ingiusta degli ultimi 25 anni - spiega - perché spende risorse ingenti a carico dei giovani lavoratori. In sua sostituzione proponiamo di rendere strutturale l'Ape Social, per consentire il prepensionamento a chi ha svolto lavori gravosi e usuranti, e non a tutti". 

Catalfo: Quota 100 non si tocca 

L'idea dei renziani fa balzare sulla sedia il primo promotore della riforma, Matteo Salvini ("l'ultima follia del governo delle poltrone", attacca l'ex vicepremier), ma viene respinta con forza anche dall'esecutivo. E' la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo a mettersi di traverso. "Quota 100 non si tocca - tuona -. E' una misura sperimentale che scade nel 2021 e come tale va portata a termine senza fare modifiche. Con i sindacati mi sono impegnata espressamente ad avviare subito un confronto su come rendere il nostro sistema pensionistico più equo. Lo faremo e proprio per questo le cose restano come stanno". La ministra aveva già bocciato anche l'ipotesi di allungare le finestre di uscita, modifica che varrebbe circa 500 milioni di risparmi nel 2020. 

Manovra 2020, i tempi 

I tempi per mettere a punto il pacchetto manovra sono stretti. Domani in Cdm approderà il DPB (una sintesi della finanziaria la griglia degli interventi con gli effetti di spesa e di gettito) che deve essere inviato a Bruxelles entro il 15 ottobre. Sul tavolo del Consiglio dei ministri ci sarà anche il decreto fiscale e la stessa Legge di Bilancio: il ddl dovrà essere varato dal governo e trasmesso alle Camere entro il 20 ottobre (termine che però non è perentorio). 

Vertice di maggioranza 

E' iniziato poco dopo le 22 di stasera il vertice di maggioranza che deve per l'appunto trovare la quadra proprio sulle coperture degli interventi cardine, a partire dal taglio del cuneo fiscale per cui sono stati stanziati 2,5 miliardi nel 2020 e 5 miliardi a regime. Risorse peraltro ritenute insufficienti dai sindacati. I pentastellati puntano sulla lotta all'evasione fiscale ("Non si può perdere altro tempo sulle manette ai grandi evasori. Entro fine anno è da approvare", ha detto da Napoli il capo politico del M5S Di Maio): si parla di 7 miliardi ma è difficile quantificare il reale 'guadagno' per le nostre casse. Archiviato l'aumento in blocco dell'Iva, sul tavolo c'è però la rimodulazione delle aliquote. E restano da definire anche le misure che riguardano l'unificazione Imu-Tasi. Il primo nodo da sciogliere ora sembra essere Quota 100, con il braccio di ferro tra renziani e grillini.