Lunedì 12 Agosto 2024

Manovra, il 'patto delle tagliatelle' tra Conte, Salvini e Di Maio

Sul tavolo anche la quasi certa bocciatura che arriverà dall'Ue

Salvini, Di Maio e Conte (Lapresse)

Salvini, Di Maio e Conte (Lapresse)

Roma, 23 ottobre 2018 - Manovra, dopo la lettera di risposta a Bruxelles, la cena a base di tagliatelle. Ieri sera sono stati al tavolo oltre un'ora e mezza, Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio: bisognava schiarire le nubi che, in questi giorni, hanno avvolto l'alleanza di governo. E il premier, mai come in quest'occasione, ha fatto da mediatore tra le due anime del governo gialloverde, tentando di sciogliere, almeno in parte, i nodi rimasti sul tavolo di M5S-Lega dopo aver trovato l'accordo sul dl fisco

Intanto lo spread apre in rialzo a 312 punti base, per poi calare a metà mattina a 298 punti e risalire nel primo pomeriggio a 306.

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Ma, a piombare sulla cena è anche la "certa" - come ammette lo stesso Salvini - bocciatura sulla manovra che arriverà dall'Ue. Con un'appendice: la tenuta del sistema bancario, ovvero il punto su cui i timori del governo, come effetto di mercati e bocciatura di Bruxelles, sono maggiormente concentrati. Non a caso, solo qualche giorno fa, fonti di governo ipotizzavano un allargamento - da concordare con Abi - del fondo centrale di garanzie delle banche come piano di compensazione per un eventuale "precipitare" dei titoli in pancia agli istituti italiani. 

Di certo, la cena a tre - non a caso avvenuta senza intermediari, portavoce e sottosegretari - è servita per tentare di dirimere alcuni nodi chiave dell'alleanza a cominciare da dl sicurezza. Con effetti apparentemente positivi. "C'è un clima costruttivo, avanti compatti. Capita a tutti di arrabbiarsi quando uno si sente ingiustamente tirato in ballo ma l'incazzatura passa e non ho mai smesso di fidarmi di Conte e Di Maio", spiega Salvini l'unico a parlare al termine della cena derubricando a battuta le tensioni delle ultime ore: "A tavola non c'era alcuna manina", ha scherzato. 

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Salvini esce da un lato, quello che va verso la sua residenza a Roma. Di Maio e Conte escono dal lato opposto, avviandosi verso Palazzo Chigi a piedi e non rispondendo ad alcuna domanda dei cronisti. "Avevamo fame, questo lo posso dire", si limita a dire il premier. 

Ed è stato proprio Conte a offrire la cena che ha dato vita al "patto delle tagliatelle" per puntare la maggioranza d'autunno. Un patto che ha in pancia pure il nodo delle nomine dalla Consob ai servizi fino alla Rai, con Tg1 e seconda Rete che viaggiano verso quota M5S e la direzione di Raiuno e quella del Tg2 che dovrebbero andare in capo alla Lega.  Degli attriti relativi al decreto fiscale, apparentemente, non c'è traccia. "Ma vi pare che parliamo di articolo 9 quando si mangiano tagliatelle?", chiude lì Salvini.