Martedì 16 Luglio 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Elezioni europee, Malan (FdI): "Serve una Ue meno burocratica e più politica"

Il capogruppo al Senato: assurda la corsa all’elettrico. "Il risultato non influirà sulla maggioranza in Italia"

Il senatore FdI Lucio Malan, 63 anni (ImagoE)

Il senatore FdI Lucio Malan, 63 anni (ImagoE)

Roma, 22 aprile 2024 – Senatore Lucio Malan, Giorgia Meloni sta per scendere in campo per le Europee: qual è l’obiettivo che si pone Fratelli d’Italia?

"Assegnamo molta importanza a queste elezioni e la discesa in campo della premier – aspettiamo l’ufficializzazione – significherebbe la sottolineatura dell’importanza di questo confronto. Le elezioni europee avranno una grande influenza sulla politica nazionale e la candidatura di Giorgia Meloni vorrà dire che la politica europea e quella nazionale dovranno viaggiare nella stessa direzione".

La possibile vittoria di FdI porterà a un riassetto della maggioranza di governo?

"No, non ho detto questo. La maggioranza che abbiamo in Italia è determinata dal risultato elettorale italiano, non vedo ragioni per cui Fratelli d’Italia dovrebbe chiederlo, se qualcun altro lo chiederà, allora ne potremo anche parlare, ma la stabilità del governo è determinata all’impegno che abbiamo preso con gli elettori e che abbiamo preso reciprocamente, dunque l’equilibrio è dettato dai numeri usciti dalle urne del 2022".

Quale sarà, allora, l’assetto europeo che invece voi vi prefigurate?

"Noi aspiriamo a una maggioranza in Europa il più possibile vicina a quella italiana, una maggioranza che ha dato buoni risultati, un’affinità collaudata negli anni su gran parte dei temi".

L’Europa sarà chiamata ad affrontare delle grandissime emergenze: che cosa va cambiato, dunque, in quest’ottica, rispetto all’Europa che conosciamo già?

"Di certo avremo bisogno di un’Europa che sia meno burocratica e più politica, che sia volta allo sviluppo e non a freni ideologici di ogni tipo, anche perché il fatto che si cresca poco, nell’insieme, molto meno di alcuni Paesi in via di sviluppo ma anche meno degli Stati Uniti o di altre democrazie, fa capire che in questa Europa che conosciamo c’è qualcosa di sbagliato e dunque bisogna avere un approccio diverso".

Sul fronte bellico: che cosa si aspetta dalla nuova Europa?

"Ci aspettiamo maggiore coesione per ottenere una pace giusta. Pensare di avere per chissà quanto tempo una guerra in Europa è una questione che non può essere sostenuta ancora a lungo".

L’Europa, dicevamo, non cresce: si deve cambiare anche la visione economica collettiva? L’Europa di oggi ci costa molto e ci dà poco in cambio…

"Che l’Europa di oggi costi molto è un dato di fatto e che l’Europa ci debba costare di meno è altrettanto tale, ma avere un’Europa che attua delle politiche che finiscono per favorire la concorrenza degli altri Paesi, per esempio questa irrazionale e controproducente corsa all’elettrico subito e che comunque ci fa passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza all’elettrico cinese. Coprire i campi con i pannelli fatti in Cina e ridurre la produzione agricola, in un mondo dove 9 o 10 milioni di persone muoiono di fame, mi sembra una politica del tutto irrazionale".

Tornando all’Italia, è il momento delle candidature.

"Sono altri che lavorano sulle liste, ma di sicuro ripartiamo dai nostri uscenti come Fidanza (Carlo, parlamentare europeo, ndr) e Procaccini (Nicola, idem, ndr) che pur con i numeri molto piccoli che ci assegnava la legislatura che si sta concludendo, sono riusciti ad avere risultati importanti, ma altro non voglio indicare".