Enrico Letta sostiene di volere collaborare con lei, ma anche con i 5 Stelle. Come la mettiamo?
"Nessuna preclusione a parlare con Enrico Letta, anzi sarei felice – avvisa Carlo Calenda, leader di Azione, con un pieno di consensi alle ultime amministrative –, ma il problema rimane sostanziale. Io non ho niente a che fare e non voglio avere niente a che fare con il Movimento 5 Stelle, perché non abbiamo niente in comune. I risultati elettorali nei comuni nei quali ci siamo concentrati (L’Aquila, Palermo, Catanzaro, Alessandria, Parma) hanno dimostrato, con percentuali che vanno dal 13 al 21 per cento, che c’è uno spazio di elettorato riformista, pragmatico, moderato, che non vuole più scegliere tra due poli che non sono in grado di governare, perché hanno dentro tutto e il contrario di tutto".
Dunque, il segretario del Pd può anche farsi vivo, ma se pensa a un possibile campo largo che vada dai grillini ad Azione, può anche non chiamare?
"Un’alleanza di quel genere non esiste e non è mai esistita. Noi non siamo disponibili a fare questa cosa. Anzi, credo che ormai il Pd sia un partito a trazione grillina. Basta vedere anche come ha votato in Europa in materia di politica ambientale: sempre a favore di emendamenti che porterebbero alla chiusura del manifatturiero in Italia, dalle piastrelle alle auto. Per non parlare della giustizia: sono sempre più allineati al giustizialismo dei 5 Stelle".
Non c’è, insomma, solo un problema di alleati non omogenei, ma anche di contenuti.
"C’è una componente del Pd, quella che va da Bettini a Zingaretti, da Boccia a Provenzano, che non vuole fare nessuna alleanza con noi fino alla morte. Pensi che per le elezioni regionali prossime ho fatto il nome dell’assessore Alessio D’Amato nel Lazio e di Carlo Cottarelli in Lombardia. Ma in entrambi i casi l’ala sinistra del partito (i vari Bettini, Zingaretti, Boccia, Provenzano) ha provveduto immediatamente a boicottare queste soluzioni. Le aggiungo un altro episodio".
Prego.
"A Palermo Provenzano e Boccia hanno rifiutato qualsiasi interlocuzione ritenendo che i 5 Stelle con Giuseppe Conte avrebbero sfondato. Pensi all’arroganza di persone che non vogliono neanche discutere: per loro esiste solo Conte che va lì e rivendica il reddito di cittadinanza e prende meno di noi. Hanno fatto il 6 e mezzo per cento e noi l’8,5 con il nostro candidato, Ferrandelli, che è arrivato al 15. Dunque, la linea del partito è quella di Boccia, o quella che mi aspetterei da una persona come Letta?".
Veniamo ai contenuti.
"Certo. Quella del Pd è una politica ambientale dissennata che mira a distruggere l’industria. C’è, poi, un giustizialismo di matrice grillina. E sul reddito di cittadinanza non vogliono toccare niente, mentre ritengo che sia da ristrutturare profondamente".
Arriviamo a Matteo Renzi: anche il leader di Italia Viva rivendica il risultato dei non allineati. Ci sono prospettive di alleanza con lui?
"In tutti i comuni che ho nominato Renzi non c’era. Stava o con la destra come a Palermo o con la sinistra. È una storia completamente differente da quella che vogliamo fare noi. Noi volgiamo fare un grande partito che scardini il bi-populismo. Lui si vuole alleare con chi gli garantisce qualche seggio. Legittimo, ma è un altro film. Insomma, nessuna preclusione anche verso di lui, ma non c’è stata e non c’è nessuna alleanza con Renzi e non credo che ci sarà. Lui mira a fare accordi per alcuni collegi con il Partito democratico".
Le legge elettorale per le politiche non aiuta a non schierarsi tra i due poli.
"Noto che le leggi elettorali dei comuni sono molto bipolari e noi siamo andati bene lo stesso. Se prendessimo a livello nazionale quello che abbiamo preso nel comune dove siamo andati peggio, il 13 per cento, nessun governo sarebbe in grado di formarsi se non la continuazione del governo Draghi. Dunque, per chi vuole che continui il governo Draghi (e senza saremmo nei guai) con larghe intese tra i partiti europeisti (senza 5 Stelle e senza Salvini perché non durerà), noi siamo la prospettiva da votare".