Roma, 17 novembre 2024 – Non accadeva da tempo che la magistratura si compattasse, nelle sue molteplici correnti, per fare fronte comune contro il governo Meloni e quelli che vengono definiti “attacchi continui alla categoria per delegittimarla, in un’operazione che lede la tenuta democratica del Paese”. Così, dopo la Corte Costituzionale che ha bocciato i 7 undicesimi della riforma dell’autonomia differenziata e mentre l’altra legge bandiera, quella sul premierato, segna invece il passo, ecco ieri l’Anm mettere per iscritto – in due documenti – l’accusa al governo di “preparare il terreno a riforme che tendono ad assoggettare alla politica il controllo della legalità”, puntando il dito su un’altra riforma cardine della legislatura, quella sulla separazione delle carriere che, a giudizio delle toghe, finirebbe con il sottoporre i pm alle direttive dell’Esecutivo.
L’Anm ha inviato al Csm una delibera per sollecitare “iniziative a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura”; nel mirino pure le norme sui migranti, che “sconvolgeranno l’assetto organizzativo delle Corti d’appello”. Da qui l’invito al ministro Nordio di scongiurare “un irragionevole aggravamento della già fragile struttura organizzativa” delle Corti. Ce n’è anche per i media, con “il linciaggio mediatico cui un certo giornalismo si è prestato”.
Secca la risposta della Lega che ha innescato una nuova polemica, con parole derisorie per i magistrati. “Rassicuriamo l’Anm: per screditare la magistratura, basta la magistratura – si legge in una nota ufficiale del Carroccio –, visto che blocca le espulsioni dei clandestini delinquenti, libera gli spacciatori per errore, va in piazza contro il governo, chiede la galera per Salvini perché ’ha ragione ma va attaccato’ (il riferimento è a un’intercettazione dell’ex magistrato Palamara, ndr). Per invertire la tendenza, basterebbe iniziare dalle cose più banali. Per esempio: meno convegni, più lavoro”. Duro anche Maurizio Gasparri che definisce “memorabile il documento che con temeraria sfrontatezza rivendica quello che abbiamo definito l’uso politico della giustizia. Secondo Santalucia e compagni sono leciti comizi e esternazioni politico-ideologiche di ogni tipo”.
Nel documento dell’Amn invece si legge: “Sostenere, senza fondamento, che un magistrato ha adottato un provvedimento per perseguire finalità diverse da quelle dell’esercizio della giurisdizione è un’accusa grave che non può più essere tollerat“a”, affondano le toghe, in riferimento agli attacchi subiti in particolare dai giudici definiti “comunisti” ed “eversivi”. A sostegno dei magistrati ieri si è invece espresso Ernesto Carbone, componente laico del Csm, secondo cui questa guerra tra poteri dello Stato “lede solo la tenuta democratica del Paese”. Proprio il Csm dovrà votare la tutela ai giudici attaccati da esponenti del governo, quelli di Bologna e quelli di Roma che hanno “liberato” i migranti portati in Albania.