Roma, 14 giugno 2024 – La mimica facciale e la grande espressività la tradiscono. E così inconsapevolmente (o forse no), la premier Giorgia Meloni rivela al mondo con quali leader del G7 è in perfetta sintonia (Rishi Sunak, per esempio) e con chi invece il rapporto non è rose e fiori.
Il presidente francese Emmanuel Macron, uscito ammaccato dalle elezioni europee, arriva a Borgo Egnazia, dove trova Meloni ad accoglierlo, senza particolare slancio. Ma arrivati a sera, alla cena al Castello Svevo di Brindisi offerta dal presidente Mattarella, il gelo tra i due leader tocca il suo apice.
Macron è l'ultimo ad arrivare, scende dall’auto al telefono, poi chiude la conversazione e si avvia con il volto tirato all'interno del Castello. Il capo dell’Eliseo sorride al nostro Capo di Stato, mentre la premier gli rivolge sguardi di ghiaccio e di imbarazzo, aspettando che arrivi il suo turno. Così l'inquilino dell'Eliseo, dopo aver salutato con affetto Mattarella, saluta la figlia del presidente, Laura, con un baciamano, e lo stesso baciamano lo tributa a Giorgia Meloni, che accenna un sorriso tirato, come a voler stemperare la tensione.
Il saluto arriva al termine di una giornata in cui tra i due si era consumato lo scontro attorno all’aborto, la cui parola doveva essere inserita, secondo la Francia, nella dichiarazione finale del vertice. La presidenza italiana decide però che è sufficiente il riferimento a questo tema contenuto nella dichiarazione del G7 di Hiroshima, il presidente Emmanuel Macron si dice "rammaricato" e Meloni risponde a muso duro esortando l'inquilino dell'Eliseo a non "fare campagna elettorale utilizzando un forum prezioso come il G7".
“È un fatto assodato e nessuno ha mai chiesto di fare passi indietro su questo. Le conclusioni infatti, se non introducono nuovi argomenti, per non essere inutilmente ripetitive, richiamano semplicemente quanto già dichiarato nei precedenti vertici", rivelano alcune fonti.
Ma l’intenzione di alcuni Paesi, Francia in testa, era quella di compiere un passo in più rispetto a quanto fatto a Hiroshima.
Ma l'Italia, al tavolo delle trattative, "non ha mai detto 'non vogliamo' - assicurano ancora le fonti - ha semplicemente preteso che, qualora il testo venisse modificato, si bilanciasse con altri temi. Erano le 3 di notte - la narrazione - e a quel punto abbiamo deciso di fermarci agli impegni" assunti in Giappone, "riconfermandoli". Mai detto "togliamo l'impegno, ma solo 'se si aggiunge, anche noi vogliamo dire la nostra per bilanciare il testo'".
Ma con Macron ormai lo scontro è in atto. Con il baciamano il presidente francese cerca di superare l'incidente, ma è difficile che la premier gli perdoni lo 'sgambetto'.