Sabato 27 Luglio 2024
ROSALBA CARBUTTI
Politica

Scontro Lega-M5s, ecco chi sono i ribelli del Movimento

Tanti i fronti aperti tra 5 Stelle e Lega. Dal dl sicurezza alla Tap; dal ddl anti corruzione al decreto fiscale. Oggi la battaglia sul decreto sicurezza dei quattro grillini dissidenti: Nugnes, De Falco, Mantero e Fattori

I ribelli in Aula: da sinistra, Mantero, De Falco, Fattori e Nugnes

I ribelli in Aula: da sinistra, Mantero, De Falco, Fattori e Nugnes

Roma, 5 novembre 2018 - La situazione è tesa, tesissima. Nella maggioranza di governo lo scontro ormai è su quasi tutto. Non solo il decreto sicurezza, sponsorizzato dalla Lega e osteggiato da una pattuglia di stellati battaglieri. Nel mirino c’è anche il ddl anticorruzione dove la norma sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado voluta dal Guardasigilli Bonafede ha fatto imbestialire la ministra leghista della PA Giulia Bongiorno. Per non parlare del condono fiscale, tema dibattutissimo, che il M5s da sempre considera contrario ai propri valori fondanti, mentre il Carroccio tira dritto. Non dimentichiamo, poi, il tema delle grandi opere.

Il caso Tap ha creato un cortocircuito all’interno del Movimento, con la ministra del Sud, Barbara Lezzi ormai all’angolo, costretta, via tv, a difendere il via libera al gasdotto per via di penali di cui non era a conoscenza. Ma non è bastato. In Salento gli attivisti M5S hanno bruciato le bandiere, attaccato i big del governo stellato, dichiarato di essere stati traditi. Situazione analoga sulla Tav, dove pure il presidente della Camera Roberto Fico, aveva ricordato le battaglie delle origini contro al Torino-Lione. Infine, la manovra. Il reddito di cittadinanza, misura bandiera degli stellati, è invisa agli imprenditori e lo stesso Carroccio non perde occasione per dare giudizi non proprio edificanti sul provvedimento. Da Giorgetti a Salvini, le picconate contro il provvedimento non sono mancate e, chissà, se non ne arriveranno altre. Infine, i danni (e le tragedie) da maltempo. Pure qui, le idee su come potrebbe agire il governo non seguono un’unica linea. Il premier Giuseppe Conte ha annunciato lo stanziamento di un miliardo, ma poco dopo il ministro Salvini ha rilanciato parlando della necessità d’investirne 40. Infine, ci sono anche le nomine. Risolto il braccio di ferro sulla Rai, ora sta per scoppiare il caso Consob con il nome di Marcello Minenna, ex assessore forte della giunta Raggi, che già fa discutere.  In questo quadro di scontro, però, ci sono vinti e vincitori. Stando agli ultimi sondaggi, i leghisti veleggerebbero oltre il 34 per cento, mentre il Movimento 5 Stelle si fermerebbe a 28,7%. Ma anche senza scomodare i freddi numeri, resta il fatto che i grillini sono i più colpiti dal braccio di ferro con la Lega. E la pattuglia dei ribelli rischia di ingrossarsi.

Ma chi sono, finora, i dissidenti del Movimento 5 Stelle? I frondisti del dl Sicurezza. I più battaglieri sono quattro: Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Matteo Mantero, Elena Fattori.  

Paola Nugnes, senatrice di 56 anni, fa parte dell’ala sinistra del Movimento, quella ‘guidata’ da Roberto Fico. Sul dl Sicurezza era pronta a votare contro, ma visto che il governo ha messo la fiducia, ha annunciato di "uscire dall’Aula" perché crede ancora nel fatto che il governo possa riscattarsi.

Gregorio De Falco, senatore di 53 anni, è il comandante che intimò a Schettino di "salire a bordo, cazzo". Piglio deciso e nessuna paura (almeno all’apparenza) del rischio epurazione, è il paladino della difesa dei migranti-naufraghi. Sul voto di fiducia non si è ancora espresso, ma sul Movimento non le ha mandate a dire, ricordando a Di Maio di essere anche lui "a termine" (in effetti, il vicepremier è al secondo mandato).

Matteo Mantero, senatore di 44 anni, rimpiange il Movimento delle origini e attacca la metamorfosi dei 5 Stelle "troppo appiattiti sulla Lega". Su Facebook, pochi giorni fa, ha scritto di essere pronto a farsi da parte per lasciare "il  posto a qualcuno più allineato o disciplinato". Di certo c’è che in questi giorni ha presentato l’uscita del suo romanzo fantastico "Falene". 

Elena Fattori, senatrice di 52 anni, si era già scontrata con alcuni suoi colleghi stellati per aver sempre sostenuto la necessità di vaccinarsi. Oggi è sulle barricate per il dl sicurezza che, secondo il suo punto di vista, va contro il contratto di governo perché "si dà spazio a chi specula sui migranti". A Di Maio non ha risparmiato critiche, contestando le ultime ‘uscite’ del vicepremier contro i dissidenti. 

I critici del condono fiscale. Anche il decreto fiscale non piace al M5S. Tra i più contrari Carla Ruocco, deputata di 45 anni, vicinissima a Beppe Grillo, già membro dell’allora direttorio stellato. Oggi guida la commissione finanze e sul dl fiscale ha chiesto modifiche.   Sulle barricate anche il  fondatore dell’Adusbef Elio Lannutti, senatore settantenne, che ha puntato il dito contro i "valori" traditi del nuovo corso stellato.

Tap e Tav. Che le grandi opere non siano nel Dna stellato si sa. Tra i tanti mal di pancia, c’è una pattuglia di No Tap particolarmente amareggiata (e arrabbiata) dalla decisione del governo di dare il via libera al gasdotto. In prima linea ci sono: 

Lello Ciampolillo, senatore di 46 anni, è convinto che la Tap si possa fermare senza penali.   

Sara Cunial, 39 anni,  va giù piatta contro l’avvio della Tap: "Qui in gioco c’è un intero Paese e un intero Pianeta. Se non invertiamo subito la rotta nel giro di 15 anni (non secoli) saremo spacciati". 

Saverio De Bonis, senatore di 54 anni, ne ha fatto un discorso di valori: "Essere un eletto M5S significa essere in contatto con la base accogliendone le istanze per portarle nelle istituzioni, nessun altro può pilotarmi". 

Non mancano, infine,  i contrari alla Tav (la sindaca di Torino, Chiara Appendino, in primis). Per ora i grillini tengono il punto sulla Torino-Lione, ma la pattuglia dei parlamentari piemontesi contrari all’opera è agguerrita (Luca Carabetta, Jessica Costanzo, Celeste D’Arrando, Davide Serritella, Alberto Airola ed Elisa Pirro).

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