È la tempesta perfetta, quell’onda inattesa che tutto travolge, polverizzando quel che restava di un Movimento 5 Stelle mina vagante del Parlamento e della maggioranza. Ieri, a sorpresa, il tribunale di Napoli ha sospeso le due delibere con cui, lo scorso agosto, il M5s ha modificato il suo statuto ed eletto Giuseppe Conte presidente. La decisione è stata assunta in via cautelare, cioè provvisoria: ma a leggere il testo dei giudici, Conte decade subito dalla carica di leader in attesa che venga assunta la decisione definitiva (una nuova udienza è prevista tra il 1° marzo). L’avvocato Lorenzo Borrè, che ha assistito gli attivisti nel ricorso, conferma: "Da Conte ai vice, sono state azzerate tutte le cariche, M5s è decapitato, siamo all’anno zero: ora ritorna in vigore il vecchio statuto, bisogna nominare il Comitato direttivo".
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Giuseppe Conte, colto di sorpresa, sta già studiando le contromosse: ieri in serata ha incontrato Vito Crimi, che era la guida politica del Movimento prima della contestata votazione. "La mia leadership non è in discussione e non dipende dalle carte bollate – ha affermato – ; è fondata sulla profonda condivisione di principi e valori".
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Il punto cruciale affrontato dai giudici riguarda l’esclusione dal voto che portò all’elezione di Conte degli iscritti al Movimento da meno di sei mesi. Per il tribunale tale esclusione va considerata "illegittima" poiché "ha determinato l’alterazione del quorum assembleare". La modifica al regolamento "risulta adottata sulla base di un’assemblea formata da soli 113.894 iscritti (quelli da più di sei mesi) in luogo dei 195.387 associati iscritti a quella data". Quindi oltre 80mila attivisti sono stati esclusi indebitamente dal voto. Con quali conseguenze? "L’annullamento della relativa deliberazione che è stata impugnata" e che dunque "fa apparire invalida anche la delibera del 5 agosto 2021 con cui è stato nominato il presidente dell’ente".Passo ulteriore, la nomina di Conte al vertice dei M5S decade: "La neonata figura di presidente va sospese in attesa dell’esito del giudizio di merito".
E ora? Dice l’avvocato Borrè: "Ora il M5s dovrà procedere in conformità di quanto annunciato da Grillo il 29 giugno 2021, con la votazione per la nomina del comitato direttivo sulla piattaforma Rousseau, anche in conformità di quanto deliberato dagli Stati generali novembre nel 2020".
Ma il ritorno a Rousseau (che non vede l’ora di essere rimesso in partita visto che la società del figlio del fondatore, Davide Casaleggio, è sull’orlo del fallimento, ndr) non è affatto scontato; i giudici hanno infatti chiesto un nuovo voto, ma non hanno specificato "dove" questo debba avvenire. Una nuova votazione, comunque, ci sarà, l’ha annunciata in serata l’ex reggente Vito Crimi, ma anche l’avvocato di Conte, Astore, in attesa di una "mossa" del Garante, Beppe Grillo, da cui tutti si attendono una mossa a sorpresa, mentre sui social è arrivato, sferzante, il commento del transfugo Alessandro Di Battista, che laconicamente scrive: "Se solo Gianroberto potesse scendere giù per un paio d’ore...".
In serata Conte ha cercato di uscire dall’angolo "difendendosi" su La 7. "Sono ancora leader del M5s – ha detto – il provvedimento del tribunale è solo cautelare, ma non ci aspettavamo un provvedimento di questo genere". Dubbi politici, poi, sulle mosse di Luigi Di Maio. "L’ho sentito per telefono e mi ha detto che é desideroso di esprimere idee e progetti – ha raccontato Conte – non é nell’orizzonte delle cose che venga espulso, ma é ovvio che lui, che é l’ex leader, ha delle responsabilità in più". Fra i temi divisivi anche il limite dei due mandati, su cui Conte ha aperto a "deroghe". Ce ne sarà una anche per Di Maio? "Non personalizziamo – ha risposto – faremo le valutazioni del caso", ma il possibile superamento del caos passa anche dalla soluzione di ’quel’ problema.