Roma, 21 ottobre 2018 - E' la giornata di Beppe Grillo a Italia 5 Stelle, la kermesse del Movimento al Circo Massimo di Roma. Il fondatore oscura i big Conte e Di Maio, inscenando uno show in piena regola nel quale invoca anche che vengano tolti i poteri del presidente della Repubblica. Parole forti che scatenano subito la reazione delle opposizioni e costringono lo stesso partito a dissociarsi, sottolineando che Grillo non riveste ruoli istituzionali e confermando piena fiducia nel ruolo di garante della Costituzione di Sergio Mattarella.
CONTE - "Ci aspetta un cammino ancora lungo, gli oppositori se ne facciano una ragione". Il premier Giuseppe Conte lo dice dal palco di Italia 5 Stelle, la kermesse del Movimento al Circo Massimo di Roma. "Stiamo lavorando intensamente dal primo giorno ma per realizzare tutto il nostro programma il nostro arco di impegno deve essere lungo: fino al 2023", assicura il presidente del Consiglio che rivela di essersi "decurtato del 20% lo stipendio" e di essersi ridotto la scorta. "Voglio essere il garante del contratto di governo e questo Paese lo cambieremo con voi - aggiunge Conte -. Il programma da realizzare è lungo, abbiamo tante cose da fare, dobbiamo rinnovare il Paese dalle fondamenta".
Il premier assicura che nella manovra 2019 "il reddito di cittadinanza ci sarà". "Noi le promesse le manteniamo. Il governo non può disinteressarsi del problema della povertà", spiega aggiungendo che "l'Italia ora si fa rispettare nei consessi internazionali, con forza, dignità, determinazione e giusto orgoglio". "La Merkel mi ha detto: Giuseppe sono ammirata per l'anti-corruzione che avete varato", racconta ai militanti 5 Stelle.
DI MAIO - E proprio su questa scia si pone il vicepremier Luigi Di Maio nel suo intervento, assicurando che il Movimento diventerà determinante anche in Europa. "Datemi atto che vi avevo detto che saremo stato l'ago della bilancia nel futuro del parlamento e così è stato. Sono venuti tutti da noi. A qualcuno abbiamo detto anche 'io al tavolo con te manco mi siedo a parlare' " per "scegliere con chi stare e chi non stare e così sarà anche in Europa. Diventeremo determinanti in Ue e cambierà tutto". "Mettiamoci in marcia per rendere più umana l'Europa", prosegue il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro. Poi anticipa: "Nascerà un nuovo gruppo europeo che raggrupperà forze politiche che vogliono più reddito, più lavoro, più tecnologie, meno banche e più sentimenti. In Europa il 2019 sarà l'anno del cambiamento perché andremo oltre gli schieramenti e finalmente non sentiremo più parlare tutti i giorni di spread e deficit".
GRILLO - Poi è la volta di Beppe Grillo. Il padre fondatore del 5 Stelle sale sul palco con una 'manina', la stessa usata pochi minuti prima per salutare il premier Conte in un siparietto nel backstage debitamente immortalato in uno scatto finito sul suo profilo Facebook.
E Grillo non risparmia attacchi a nessuno. Alla sinistra che "è morta con questi intellettuali perché è diventata una cosa noiosa" e "il mondo sta cambiando", alle agenzie di rating ("Io non ho più paura di nessuno e tantomeno di questi malati"), a Bruxelles. Ma anche al presidente della Repubblica. "Dovremmo togliere i poteri al capo dello Stato, dovremmo riformarlo. Il vilipendio (di cui Grillo è stato accusato, ndr)... un capo dello Stato che presiede il Csm, capo delle forze armate. Non è più in sintonia col nostro modo di pensare", tuona.
"La mia funzione è totalmente rovesciata: la satira a chi la devo fare?", si interroga Grillo ironizzando su Conte, Di Maio e i 'suoi' ragazzi diventati ministri. Poi racconta un aneddoto sull'alleato Salvini. "Io non lo conoscevo, l'ho incontrato una volta in aeroporto, e io ero già 'l'Elevato' e Salvini percepiva questa potenza emanava il mio fisico come razza superiore alla sua... Allora lui si è avvicinato, timido, e mi ha detto: signor Grillo c'è mia mamma al telefono la potrebbe salutare? Io a lei ho detto: signora perché non ha preso la pillola quel giorno?". Poi però aggiunge: "Salvini è uno che dice una cosa e la mantiene. L'etica della politica è la lealtà, e oggi è un miracolo della politica. Poi siamo strutturalmente come Dna diversi".
"Manine o non manine non ce la faranno!", conclude il fondatore del Movimento. Scherza sul M5s ("Grillini! Ho sempre desiderato nella mia vita essere un diminutivo"), ma ricorda che "questo movimento è nato da un manager e da un buffone: è necessario che capiate che non ci si deve prendere troppo sul serio, dove non c'è ironia non c'è umanità". Da qui l'invito a non abbandonare la visione di Gianroberto Casaleggio "perché la politica è in un momento difficilissimo e deve scegliere che strada prendere".
LA RETROMARCIA - E se Grillo prima di congedarsi dalla folla torna sulla questione vilipendio ("se mi arrestano tornerò più forte di prima"), le dichiarazioni sulla necessità di togliere i poteri del Quirinale scatenano l'ira delle opposizioni (dal Pd a Forza Italia e Leu). E anche il Movimento 5 Stelle finisce per prendere le distanze facendo sapere che né le forze di maggioranza né il governo intendono riformare i poteri del presidente della Repubblica. Tale proposito non è infatti presente nel contratto di governo, si sottolinea, e si fa inoltre notare che Grillo non riveste ruoli istituzionali. Dal Movimento inoltre ribadiscono piena fiducia nel ruolo di garante della Costituzione di Sergio Mattarella.