Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

M5s, Piera Aiello lascia il movimento. "Alla prova dei fatti sceso a compromessi"

La deputata: "Non mi rappresenta più". Nella "lotta alla mafia tante promesse fatte, mai mantenute"

Piera Aiello (Ansa)

Roma, 2 settembre 2020 - "Non posso restare in un Movimento che per anni ha ripetuto i concetti di: Onestà, Meritocrazia e Giustizia, ma che alla prova dei fatti è sceso a compromessi, ha costruito cordate, ha attribuito incarichi delicati a individui privi della formazione necessaria per gestire attività vitali per la nostra Repubblica". Con questo sferzante giudizio, che emerge da un lunghissimo post su Facebook, la deputata del M5S Piera Aiello ha annunciato la sua decisione di lasciare il gruppo parlamentare e la forza politica con la quale è stata eletta.  Aiello ha ricordato di essere stata eletta in Sicilia "con quasi 80 mila voti, di cui 25mila nominali" e così di "rimettere in discussione la mia vita, tenuta segreta dal lontano 30 luglio 1991, in quanto testimone di giustizia". "Nella mia trentennale lotta alla mafia - ha continuato - tante promesse sono state fatte, e non mantenute, il che ha peggiorato sempre più la condizione di testimoni, collaboratori e imprenditori, quindi dell'intero popolo italiano".  Negli anni, ha raccontato Aiello, "mi ero appassionata a Gianroberto Casaleggio, uno dei padri del Movimento 5 Stelle, per le sue idee innovative, in cui era palese la voglia di un cambiamento concreto nell`ambito politico". Ma "se ad oggi mi trovo a scrivere tutto ciò - ha detto - è perché, in due anni, di questi ideali non ho visto attuare neanche l'ombra".

La deputata è scesa nei dettagli della sua scelta: "Per cominciare - ha spiegato -, in commissione giustizia i deputati sono incaricati di proporre emendamenti o modifiche su qualsiasi proposta di legge avallata o scritta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e dal suo ufficio legislativo. Ma dopo mesi di sedicenti confronti, di tutto il lavoro parlamentare non rimane nulla". E ha aggiunto: "Nella stessa commissione Giustizia alcuni dei componenti sono stati 'inseriti' e con incarichi importanti e di responsabilità, non per meriti o per competenze, tanto meno perché addetti ai lavori, ma solo perché uomini del ministro o affini".

La deputata non ha nascosto "l'amarezza per tutto il lavoro che ho fatto - ha detto ancora Aiello -, non solo in questi due anni da deputato ma anche negli anni quale semplice testimone di giustizia, lavoro vanificato da persone che non solo non si sono mai occupate di antimafia con la formazione adeguata, ma che non hanno ascoltato il mio urlo di dolore che non è altro che la voce di migliaia di persone che non hanno modo di farsi ascoltare e che io mi pregio di rappresentare". E ha aggiunto: "Sono stata additata come, e scusate il termine, ''rompicoglioni'', solo perché difendo a spada tratta i diritti di chi come me è stato ''spremuto come un limone'' da organi dello Stato e abbandonato. Sono fiera di essere così come vengo definita, specialmente da colui che per primo mi ha chiamata così, perché ho avuto la certezza che in questa specifica commissione, dove si decide della vita e della morte delle persone, vengono nominati personaggi che non avrebbero mai avuto il coraggio denunciare neanche un semplice furto di galline e nonostante ciò hanno l'arroganza di non ascoltare chi per anni ha vissuto in un sistema di protezione a dir poco surreale".  

"Negli anni, non solo io ma anche altri testimoni di giustizia abbiamo offerto la nostra collaborazione per migliorare il sistema, ma tutto ciò è rimasto inascoltato. Alla luce di tutto ciò non voglio essere considerata complice di quanto è accaduto nonché chiudere gli occhi su quanto sta accadendo: ribadisco che non ho mai chiesto poltrone o privilegi ma solo di essere ascoltata e di continuare a fare antimafia vera nelle istituzioni competenti. Se, come mi diceva 'Zio Paolo' (Borsellino): 'Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo', ebbene ho la netta sensazione che non è la guerra quella che il Movimento ha fatto in questi due anni. La mia lotta per la Legalità, la Giustizia e la Verità continua senza sosta, perché iniziò ben due decenni prima della nascita del Movimento e, se il Cielo mi aiuta, continuerà altri decenni a favore della mia gente, della Sicilia, dell'Italia tutta, in memoria di chi ha dato la propria vita per lo Stato senza scendere mai ad alcun compromesso", conclude.