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Maurizio Lupi, 65 anni
Firenze, 20 febbraio 2025 – Per la maggioranza di centrosinistra in Comune a Firenze è un colpo gobbo: Luca Santarelli, eletto con Sara Funaro, passa alla minoranza, tra le file di Noi Moderati. Per Maurizio Lupi, che è andato nella città del Giglio ad annunciarlo in conferenza stampa, è “l’ennesima testimonianza della forza del nostro progetto politico e del bisogno che avevano i moderati di trovare una nuova casa”.
Lupi, ma quanti sono questi moderati? Anche la sinistra ci ha messo su gli occhi.
“Uno studio da noi commissionato ci dice che su 18 milioni di elettori astenuti in italia, 9 milioni si dichiarano moderati disaffezionati alla politica. È la nostra sfida”.
E come sta andando?
“Bene: continuiamo ad accogliere in tutta Italia amministratori locali desiderosi di tornare a contare al centro, pur riconoscendosi nei valori del centrodestra”.
Non sarà il bisogno di contrappeso in una maggioranza sempre più sbilanciata a destra?
“Non è così. Semplicemente: torna il bisogno di una compagine al cui interno tutte le anime, da quelle più di destra a quelle moderate, abbiano il loro spazio e la loro funzione. Il tema non è spostare l’asse della coalizione, ma allargarne il perimetro. È il grande disegno di Berlusconi nel 1994”.
Per Berlusconi intende Marina? La sua recente intervista per molti va letta come il prodromo di una discesa in campo...
“Queste ricostruzioni mi stupiscono sempre. Non credo ci sia nulla di più lontano dalla realtà.
Qual è la realtà, allora?
“Io vedo una autorevole imprenditrice ed editrice, titolare di una grande impresa culturale quale è Mondadori, che contribuisce al dibattito politico e sociale del Paese. Questo fanno gli imprenditori, e gli editori ancora di più”.
Dunque nessun messaggio mandato a Forza Italia?
“Non riduciamo tutto al solito teatrino della politica, come diceva il Cavaliere. Prendiamoci invece l’impegno di cogliere gli spunti che Marina Berlusconi ci dà”.
Anche quelli sul fine vita? La sua metafora del pendolo che oscilla tra gli estremismi sembra un monito al governo, specie sui diritti e i temi etici.
“Anche io ho una teoria ed è quella dell’amico-nemico. Ovvero: dico che ho un nemico da arginare e così facendo mi tolgo ogni responsabilità. Dunque: del fine vita discutiamo con serietà, in Parlamento. E legiferiamo”.
Lei che ne pensa?
“Credo che la vita vada tutelata sempre. Ma non siamo allo stadio. Lo dico anche a Schlein: basta slogan, apriamo una discussione seria in Parlamento, che è il luogo del compromesso”.
E sull’immigrazione? Anche lì sventolano i bandieroni delle tifoserie contrapposte...
“La linea del governo sull’immigrazione è chiara e non mi pare per nulla faziosa. Si fonda su quattro pilastri: lotta alla clandestinità ai trafficanti e agli sfruttatori; un decreto flussi serio che regolarizzi gli ingressi regolari e che noi abbiamo aumentato, perché ne abbiamo bisogno; interventi diretti in Africa, come il piano Mattei. Quarto punto, che potrebbe essere il primo: un’accoglienza dignitosa, che punti all’inserimento e ai ricongiungimenti familiari”.
L’Europa tornerà al centro?
“Ho sentito dire a Schlein cose assurde del tipo: l’Italia decida se stare con l’Europa o con l’America. Una posizione che rinnega la storia. Noi possiamo non condividere le politiche di Trump, ma si tratta del presidente democraticamente eletto nella più salda democrazia occidentale”.
A proposito di elezioni: vi accorderete sulle Regionali e le Comunali? Per il momento circolano a destra solo nomi contrapposti. Anche il suo a Milano.
“Prima dei nomi dobbiamo preoccuparci di creare una proposta politica seria, credibile e rivolta al futuro. Fare ciascuno il proprio nome e poi tirare a sorte no, non credo sia la tecnica migliore”.