Roma, 12 gennaio 2024 – Lucio Malan (capogruppo al Senato di FdI), sul fronte delle Regionali le posizioni contrapposte di Salvini e Meloni restano granitiche. Lei intravede una soluzione all’orizzonte?
"Guardi, come sempre credo che poi alla fine ci si metterà d’accordo, come sempre si troverà la quadra".
Perché Meloni insiste nel voler cambiare un governatore come Solinas, in Sardegna?
"Perché c’è stata una decisione a livello regionale in questo senso. Questa è la ragione, non è un’idea germogliata da qualche parte a Roma: è nata sul territorio. E noi non abbiamo fatto altro che prenderne atto".
La decisione è stata, dunque, quella di cambiare cavallo…
"C’è stata una decisione, è stato individuato Truzzu, un candidato più idoneo a livello locale. Noi ne abbiamo preso atto, come dicevo. Non avremmo potuto fare diversamente".
Nell’anno ci saranno altre elezioni regionali, alcune delicate come in Toscana ed Emilia-Romagna. Non sarebbe stato più opportuno attendere queste contese per scippare alla sinistra alcune poltrone importanti a livello regionale, piuttosto che accanirsi ora sulla Sardegna?
"Al momento la situazione è questa. Posso solo dire che come sempre troveremo una soluzione, ho già detto tutto".
Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn
Sul fronte europeo, invece, prima sembrava che tutti i leader fossero pronti a candidarsi, ora sembra che lo faccia solo la premier. Che ne pensa di questa mossa?
"Ciascun partito e ciascun leader è libero e padrone di decidere cosa fare. Meloni si è espressa nella conferenza stampa di fine anno e ha detto che la decisione non è stata ancora presa. È una consultazione, quella europea, estremamente importante per l’Italia, non per questo o per quel partito. Il fatto che il presidente non abbia escluso la candidatura sottolinea l’importanza di questo passaggio che certamente non sfugge neanche gli altri leader".
Pensa che sia ragionevole la possibilità di cambiare segno politico all’Europa a giugno?
"È senza dubbio questo l’obiettivo, Fratelli d’Italia è in campo per questo e i buoni risultati ottenuti in Italia ci portano ad auspicare una svolta di questo tipo a livello europeo".
Avete in testa una percentuale come obiettivo politico delle urne europee?
"Il peso nazionale si pesa alle nazionali. È stato detto, sempre dal presidente Meloni, che il centrodestra andando avanti in modo unitario, come è andato avanti in questi mesi e per la verità già prima, ha l’obiettivo che tutti i partiti della coalizione abbiano un risultato migliore delle politiche e credo che questo sia un obiettivo raggiungibile. Ma l’obiettivo vero è dare una svolta all’Europa, al di là delle percentuali. Prenderemo volentieri qualche punto percentuale in meno, se coglieremo l’obiettivo di cambiare in Europa".
In questo quadro, ne uscirebbe rafforzata la Meloni? Potrebbe cambiare l’assetto della maggioranza dopo le Europee?
"Ma guardi, la voce degli elettori è sempre importante ma sempre il presidente del consiglio ha affermato in più occasioni di voler andare avanti con l’attuale assetto di governo fino alla fine della legislatura. Questo non comporta nessun tipo di riaggiustamento a livello nazionale, perché questo è uscito dalle elezioni, ma poi naturalmente vedremo".
Infine, le riforme istituzionali. Oggi si è tenuto un vertice di maggioranza con i ministri Ciriani e Casellati per discutere degli emendamenti. Qualche ripensamento?
"L’impianto della riforma non cambia, intendiamo andare avanti in maniera spedita. Nella riunione di maggioranza di oggi abbiamo concordato che eventuali proposte migliorative, che comunque non toccheranno il cuore del provvedimento, saranno presentate unitariamente dai vari partiti della coalizione. Come ha già detto in più occasione il presidente del Consiglio questa è la madre di tutte le riforme. FdI su questo ha preso un impegno chiaro e forte con gli elettori che intende onorare, perché l’elezione diretta del presidente del Consiglio significa più stabilità e più crescita economica. Quello che questo governo nel suo primo anno sta già garantendo e che ha portato a quell’apprezzamento sui mercati internazionali che tutti oggi ci riconoscono".