Giovedì 6 Marzo 2025
BRUNO MIRANTE
Politica

L’opposizione si spacca. M5s e Avs: stop al riarmo. I dem hanno due anime

La segretaria Schlein contraria al piano delineato da von der Leyen. Ma Gentiloni puntualizza: "È un primo passo nella giusta direzione".

Da sinistra: il leader M5s, Giusppe Conte, 60 anni, e la segretaria del Pd, Elly Schlein, 39 anni

Da sinistra: il leader M5s, Giusppe Conte, 60 anni, e la segretaria del Pd, Elly Schlein, 39 anni

La corsa al riarmo da parte dell’Unione europea annunciata da Ursula von der Leyen, divide l’opposizione e acuisce le divergenze di vedute all’interno del Partito democratico. La tregua interna ai dem, tra l’anima radicale e quella riformista, è cessata, infatti, a seguito delle dichiarazioni di Elly Schlein. Non appena si è diffusa la notizia, la segretaria ha dichiarato che la corsa agli armamenti "non è la strada che serve all’Europa. All’Unione serve la difesa comune" invece così "rischia di diventare il mero riarmo nazionale di 27 Paesi. E noi non ci stiamo".

Schlein ha annunciato inoltre che porterà questa sua linea al prevertice dei socialisti, in programma questa mattina, prima del Consiglio straordinario europeo. Ma nella giornata di ieri alla lista dei malpancisti che non condividono la linea della segretaria, si è aggiunto anche Paolo Gentiloni mentre un altro big del partito, Dario Franceschini ha rivendicato la contrarietà del Pd – pur con qualche spaccatura – all’ipotesi di aumentare il budget da destinare alle armi. "Il piano di riarmo – ha detto l’ex ministro – va profondamente rivisto perché non porta alla difesa comune europea, ma al rafforzamento di 27 difese nazionali, peraltro finanziandolo coi fondi di coesione". Una bocciatura condivisa dalla sinistra dem, da Andrea Orlando a Roberto Speranza. Anche l’area riformista ha avanzato perplessità. Lorenzo Guerini ha parlato di "modifiche" necessarie al piano della presidente della commissione Ue.

A bocciare la linea Schlein è invece l’ex premier Paolo Gentiloni che ha definito il piano di von der Leyen "un primo passo" che va "nella direzione giusta". Per Gentiloni quel piano "è chiaro che può essere migliorato. Ma un conto è dire che va migliorato, altro è dire per un titolo che l’Unione europea è bellicista e guerrafondaia". L’allusione dell’ex presidente del Consiglio è diretta alla stroncatura del leader M5s Giuseppe Conte, che ha parlato espressamente di "furia bellicista". E ieri il leader pentastellato ha ribadito: "È inimmaginabile che il governo italiano possa arrivare a spendere fino a 30 miliardi in armi quando invece destina solo 3 miliardi contro il carovita e il caro bollette".

A chi gli ha fatto notare la differenza di vedute con la segretaria Gentiloni ha tagliato corto: "È un dibattito che va avanti, ognuno dà il suo contributo". L’ex premier ha messo in rilievo alcuni punti del piano, in particolare il "fondo da 150 miliardi" che "è esattamente quello che l’Italia, governo e opposizioni, hanno chiesto in questi mesi. È un fondo comune basato su eurobond per finanziare i sistemi di difesa comune, interessa 15-20 Paesi, non tutti i 27, ma l’Italia è tra questi".

Immediata la replica di Conte: "Quello che ha detto Gentiloni, che Governo e opposizioni si erano messi d’accordo e chiedevano proprio questo piano di riarmo, a me non risulta affatto, voi conoscete la posizione del Movimento 5 stelle: noi siamo stati sempre contrari a investire soldi nelle armi". Speculare la posizione di Angelo Bonelli, leader di Avs: "La risposta dell’Europa è folle, stiamo entrando in un’economia di guerra ed è inquietante". Posizioni stroncate duramente da Carlo Calendo di Azione: "Vedo bambini che dicono idiozie in libertà. Nessuno vuole spendere in armi, ma quello che vediamo" con le dichiarazioni di M5s e Avs "è la saga della banalità del luogo comune. Il Pd si è grillinizzato. Chiedono la difesa europea, ma poi quando è il momento dicono: ‘Non posso’".