Il dipendente di Intesa Sanpaolo che ha effettuato 7mila accessi ai conti bancari di Giorgia e Arianna Meloni, Andrea Giambruno, Daniela Santanchè e Guido Crosetto, in una vicenda raccontata dal giornale Domani. I cui giornalisti Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine sono indagati a Perugia con l’accusa di aver chiesto e ricevuto documenti riservati da un pubblico ufficiale. Insieme al magistrato Antonio Laudati e al finanziere Pasquale Striano. Il quale, racconta Il Tempo, aveva messo nel mirino anche il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Se è vero che i dati sono il nuovo petrolio della quarta rivoluzione industriale, gli accessi infedeli ai database che li contengono e i relativi dossieraggi cominciano a diventare il centro della politica contemporanea. Con la susseguente coda di complotti, immaginari o reali.
IL BANCARIO SPIONE
A Bari la procura ha aperto un’inchiesta su un ex dipendente di Intesa Sanpaolo che avrebbe controllato i conti correnti di militari, vip e politici. A partire dalla premier, dal suo ex compagno e da sua sorella per arrivare al presidente del Senato Ignazio La Russa e al procuratore della Dna Giovanni Melillo. Il bancario è stato licenziato l’8 agosto scorso al termine di un procedimento disciplinare e l’istituto di credito ha segnalato la vicenda ai pubblici ministeri e al Garante della privacy. Gli accessi sarebbero stati realizzati tra il 21 febbraio del 2022 e il 24 aprile del 2024 e avrebbero riguardato gli oltre 3.500 clienti portafogliati di 679 filiali di Intesa Sanpaolo, sparse in tutta Italia. Oltre a quelli dei membri del governo sono stati violati i conti dei governatori rispettivamente di Puglia e Veneto, Michele Emiliano e Luca Zaia, del procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, di ufficiali dell’Arma e della Guardia di finanza.
L’INCHIESTA DI PERUGIA
L’indagine è partita grazie alla denuncia di un correntista di Bitonto. Che ha avvertito gli inquirenti degli accessi dopo averlo saputo dal direttore della sua filiale. E adesso i pm dovranno capire se si tratta di un banale dipendente troppo curioso o di qualcuno che collezionava i movimenti bancari dei vip per rivenderli. A prima vista sembrano esclusi collegamenti con l’inchiesta di Perugia, dove intanto è indagato anche un uomo dell’Aise, i servizi segreti per l’estero. Qui si parla di 7mila accessi a varie banche dati: i file scaricati sarebbero oltre 33mila. Al centro ci sono le “SOS“, ovvero le segnalazioni di operazioni sospette che le banche sono tenute a fare a Bankitalia quando notano grossi versamenti, bonifici dall’estero e operazioni non chiare.
IL DOSSIERAGGIO
E I MANDANTI
Il procuratore Raffaele Cantone non ritiene verosimile che Striano agisse solo per fare favori ai cronisti. E quindi indaga per cercare eventuali mandanti. Le ipotesi di reato a carico dell’ufficiale della guardia di finanza e del giudice sono accesso abusivo a sistema informatico, falso e abuso d’ufficio. E intanto dalle nuove carte di Perugia emerge che Striano aveva provato a interrogare i suoi database anche su Fontana. La prima ricerca risale al 20 ottobre 2022, una settimana dopo l’elezione dell’esponente della Lega a Montecitorio. Poi il finanziere aveva cercato segnalazioni anche su Emilia Romano, la moglie del presidente della Camera. Pochi giorni dopo è arrivata la denuncia del ministro Crosetto che ha fatto partire l’inchiesta. E proprio lui su X si chiede: "Quanti dossier hanno costruito in questi anni? Quanti sono quelli che non conosciamo ancora? Perché, su richiesta di chi, con quali finalità?".