Cancellato con un colpo di democrazia dal basso, in archivio anche il fondatore e quello che era il ‘suo’ Movimento 5 Stelle. Con il 63,24% dei voti della base, Beppe Grillo e il ruolo di Garante sono stati cancellati dallo Statuto e dal futuro del Movimento stesso (il 29,09% si è detto contrario, mentre il 7,67% si è astenuto). Alle 16 circa di ieri, mentre dietro le quinte del primo – vero – congresso grillino (Nova) al Palazzo dei Congressi dell’Eur, si contavano i voti degli iscritti sul nuovo Statuto, l’ormai ex fondatore del partito, attraverso il cambio del suo stato di WhatsApp, postava una frase con foto a corredo, esemplificativa non solo del suo stato d’animo, ma anche di una secca critica per la piega presa dalla sua creatura politica: "Da francescani a gesuiti".
La frase si accompagna a una foto che ritrae la reliquia del santo nella chiesa di San Francesco a Ripa a Roma, con la targa che recita: "Sasso dove posava il capo il serafico padre San Francesco", per ricordare il legame fra il poverello di Assisi e le scelte di rigore adottate dal M5S alle sue origini, la cui data di nascita convenzionale fu fatta proprio coincidere con la ricorrenza del patrono d’Italia il 4 ottobre del 2009. Quanto alla trasformazione in ‘gesuiti’, va ricordato uno degli ‘insulti’ con cui Grillo definiva spesso Mario Draghi, ma forse anche un riferimento alla vicinanza di Giuseppe Conte al Vaticano e al cardinale Parolin, uomo molto vicino al gesuita Francesco. Secondo Grillo, insomma, il Movimento si sarebbe allontanato dalla spinta originale, di umiltà e attenzione agli ultimi, trasformandosi in un partito politico come gli altri e, dunque, più propenso alla manipolazione rispetto a prima, in una parola – maliziosamente parlando – "ipocrita".
Il commento di Grillo era atteso al congresso stellato. Perché il processo che ha portato fino alla stesura delle domande da porre alla base del partito è stato accompagnato, parallelamente, da una lotta intestina proprio dello stesso Grillo contro Conte per non essere prima marginalizzato, poi definitivamente espulso. E ieri Conte, nel suo discorso conclusivo, ha ricordato quasi passo passo come si è arrivati a questo ‘parricidio’ che ha lasciato, tuttavia, non poche ferite soprattutto tra i più vecchi tra gli eletti. "Vorrei ricordare – ha raccontato Conte – che questo processo è nato da un’esigenza che voi mi avete rappresentato ovunque vi ho incontrato. Mi avete chiesto di essere ascoltati, un momento di riflessione serio, autentico, un processo costituente che ci riossigenasse, non mi sarei mai aspettato che il nostro Garante si mettesse di traverso ed entrasse a gamba tesa. L’ha detto e ripetuto con pec, video, comunicati vari. Mi è stato offerto di andare avanti con caminetti a geometria variabile. Mi sono rifiutato, per me la base è sovrana. Secondo lui c’erano delle cose che la base avrebbe potuto decidere e altre su cui, invece, non sarebbe mai dovuta entrare. Invece io penso che la base sia sempre sovrana e che la democrazia interna sia fondamentale". E ancora: "Non è mai stato uno scontro del garante contro il sottoscritto, ho ricevuto battute velenose, ma ho sempre guardato al bene del Movimento, non mi sono mai fatto distrarre da questioni personali".
"Grillo ha provato anche ad agire per vie legali – spiegava ieri all’Eur una fonte interna al Movimento – ma gli hanno detto che non solo rischiava di perdere la causa, ma anche che gli sarebbe costata un mucchio di soldi e siccome lui è notoriamente molto sensibile all’argomento, ha lasciato perdere" Ieri, dunque, è nato il nuovo M5s e Beppe Grillo non c’è più.
Elena G. Polidori