Lunedì 12 Agosto 2024
MICHELA SACCHETTI
Politica

L’intelligenza generativa entra nella Camera dei Deputati, via a tre progetti: ecco cosa prevedono

Il progetto Genai4lex-b aiuterà a comparare gli emendamenti, Legislab monitorerà il sistema legislativo mentre Depuchat punta ad avvicinare i cittadini alle istituzioni

Premiazione dei tre vincitori che porteranno l’IA generativa in Parlamento.

Premiazione dei tre vincitori che porteranno l’IA generativa in Parlamento.

Roma, 17 agosto 2024 – L’intelligenza generativa si sta spingendo sempre più oltre, nell’atto di simulare l’intelligenza umana. Dopo le aziende e i privati anche la Camera dei deputati si è aperta alle sue opportunità. Ha raccolto 28 progetti di Intelligenza artificiale generativa, provenienti da quindici università e centri di ricerca, e ne ha selezionati tre. Si tratta di prototipi e idee che porteranno l’intelligenza artificiale generativa nel Parlamento italiano, e nello specifico all’interno della Camera dei Deputati.

A spiegare in cosa consistono i progetti vincitori, e qual è il supporto che forniscono, sono la professoressa Monica Palmirani per Genai4lex-b (Alma Mater, Luiss, Cnr, Università di Torino e l'Istituto di informatica giuridica di Firenze), Andrea Colombo per Legislab (Politecnico di Milano e Istituto Einaudi) e il professor Carlo Colapietro DepuChat (Università Roma 3).

I tre vincitori: il progetto Genai4lex-b

È stata la Camera a manifestare interesse aprendosi a università e centri di ricerca per individuare possibili applicazioni utili a Montecitorio. Il progetto “GenAI4Lex”, sviluppato da un consorzio di università, si rivolge ai parlamentari. Sono tre i prototipi creati, allo scopo di fornire agli uffici, e un domani a coloro che devono presentare un disegno di legge, gli strumenti utili per facilitare il reperimento di informazioni.

Uno aiuta a comparare gli emendamenti, in una forma tabellare riassunta, in modo da comprendere velocemente il loro contenuto. L’intelligenza artificiale fa una sintesi e una comparazione degli emendamenti. Il parlamentare può farne uso prima di andare in aula a votare.

L’altro prototipo è un sito che interroga le leggi europee, le leggi italiane, i disegni di legge già presentati e le decisioni della corte costituzionale, restituendo, in un unico portale, tutti i materiali affini a determinate tematiche aiutando nella stesura di progetti di legge.

L’ultimo prototipo misura il disegno di legge se si discosta o meno da determinate policy, ad esempio europee, e va a vedere se un disegno di legge italiano è conforme o meno a delle regole presenti a livello europeo. L’Ai in questo ambito può produrre dei rischi, ma nel disegno dei tool c’era già l’analisi dei rischi e anche l’analisi etica, per mitigare eventuali distorsioni che un algoritmo può produrre in favore di certi argomenti.

Il progetto potrà essere ulteriormente sviluppato, infatti il team è già in contatto con la Camera dei deputati per investigare insieme evoluzioni future. 

Il progetto Legislab

Il progetto si presta ad aiutare e monitorare, tramite un agente di intelligenza artificiale, la qualità del sistema legislativo. Questa analisi avviene in modo oggettivo, nel senso che le leggi che si vogliono analizzare si confrontano con tutte quelle emanate dalla Costituzione in poi.

C’è stato tutto un lavoro di costruzione di un database, delle leggi italiane, che viene costantemente aggiornato. Una seconda parte della piattaforma si propone di aiutare il parlamentare o il legislatore a scrivere le leggi. Attraverso una schermata è possibile inserire un testo di input, ad esempio il titolo di una nuova legge, e il tool ricerca gli articoli e le leggi, in tutto il database, che possono essere importanti da citare o guardare se si vuole scrivere una legge su un determinato argomento. Non aiuta a scrivere la legge, quello resta il compito dell’esperto.

Per valutare la qualità uno dei requisiti era la parte etica, che il modello non andasse ad “allucinare”, o non andasse da una parte o dall’altra, dal punto di vista politico. Abbiamo costretto il modello a basarsi solo su sui dati delle altre leggi, dati oggettivi e metriche linguistiche che derivano dalla letteratura scientifica. Nella seconda parte non c’è questo rischio perché si tratta solo di una ricerca informata.

Riguardo ai futuri sviluppi e integrazioni è in programma un incontro con la Camera stessa a settembre. Il bando della chiamata prevedeva l’instaurare di un rapporto tra il mondo dell’università e il sistema della Camera.

Il progetto Depuchat

L’idea è quella di trovare un mezzo, nell’intelligenza artificiale generativa, per avvicinare i cittadini alle istituzioni e per aiutarli a conoscere i nostri rappresentanti in parlamento. Il progetto consiste in una chatbot che può essere interrogata da ogni cittadino, sulle attività dei singoli deputati, sulle iniziative, su come hanno votato e come si sono espressi.

Per ora c’è solo l’idea, manca la messa a terra. I rischi sono legati alla privacy ma per evitare che ci possa essere una violazione in questo senso della privacy è stata adottata una rappresentazione dei dati complessi in forma aggregata. Bisognerà, inoltre, capire cosa vuole realizzare la Camera. L’idea, in sintesi, garantirebbe una migliore accessibilità alle informazioni, contrastando le fake news.