MARCO BUTICCHI
CHISSÀ il vecchio professore che si alzava disfatto rimandando tutto al ventisette, come si troverà domani. E anche l’indimenticabile Fabrizio De Andrè come farà a intonare la sua ‘Città vecchia’. Da gennaio infatti cambia tutto: le «diecimila lire per sentirti dire micio bello e bamboccione» saranno disponibili solo dal dieci del mese, e per «dilapidare mezza pensione» non ci vorranno più allegre donnine ma sarà sufficiente la pila di bollette che ogni pensionato italiano custodisce gelosamente sul mobile dell’ingresso. Non sarà una cosa da poco procrastinare di una decina di giorni quel credito ormai abusato di cui godono a volte ancora i nostri anziani. Già immagino droghieri sulla porta, venditori di bevande dinanzi all’uscio per riscuotere il dovuto che tarda. I tempi non sono facili per nessuno, clienti e fornitori. Ma, in questo interregno della pensione disponibile a partire dal dieci del mese, sono certo che qualcuno soffrirà di più questi maledetti tempi di crisi.
POI FORSE, ripreso il solito giro le cose si riappianeranno e anche i nostri anziani potranno riprendere la loro desolante routine. Ma nel frattempo, sordi a ogni appello di spostare il piccolo mondo finanziario dei pensionati al dieci del mese, le bollette continueranno inesorabili ad arrivare puntuali per aumentare la pila sul comò. Bei tempi quelli in cui il ventisette del mese giungeva come il giorno di festa nel quale potersi togliere ogni sfizio. Oggi l’unico sfizio sarà quello di guardare in faccia chi ha partorito questa bella idea. Perché i nostri anziani non sono multinazionali del credito, capaci di liquidare un’improvvisa defaillance come una banale carenza di cash-flow, ma gente degna di tutto il nostro rispetto che, dopo averci allevato e pasciuto, è costretta a tirar la cinghia fino a fine mese sia che questa cada il dieci, il cinque, o il ventisette. Tenetelo bene a mente, voi che avete le chiavi del comando, tutti voi che ancora siete in grado di togliervi ogni soddisfazione a fine mese. Prima o poi s’invecchia tutti e a quel punto, anche per i superuomini che non guardano in faccia a nessuno son dolori.