Domenica 22 Dicembre 2024
ERIKA PONTINI
Politica

L’inchiesta si allarga. I procuratori chiedono di essere ascoltati da Antimafia e Csm

La richiesta di Cantone e Melillo per delineare i contorni della vicenda. Due filoni d’indagine: accessi abusivi alle banche dati e attività di ’polizia privata’.

L’inchiesta si allarga. I procuratori chiedono di essere ascoltati da Antimafia e Csm

Consiglio superiore della magistratura, Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) e Commissione antimafia stanno valutando quando ascoltare il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone e il capo della Procura nazionale antimafia (Pna), Giovanni Melillo (nominato solo nel maggio 2022) in merito all’indagine sul presunto dossieraggio di politici, imprenditori e personaggi del mondo del calcio e dello spettacolo. A fare richiesta di essere ascoltati ritenendolo "necessaria alle valutazioni riservate" per delineare – nei limiti del segreto d’ufficio – i contorni della vicenda sono stati gli stessi magistrati finiti, nelle ultime ore, anche bersaglio di attacchi laddove si è parlato di censura alla libertà di stampa e di Antimafia come una sorta di centrale di spionaggio. Quando invece proprio Melillo, all’ingresso in Pna, cambiò le regole di ingaggio per evitare la disinvoltura nell’accesso alle banche dati che hanno prodotto lo scandalo sui potenti spiati. All’epoca l’Antimafia era diretta da Federico Cafiero De Raho, oggi deputato del Movimento Cinque Stelle, il quale nei mesi scorsi aveva già negato categoricamente l’esistenza di una centrale di dossieraggio interna alla Pna.

Commissione parlamentare e Copasir inoltre – si apprende ora – avevano fatto richiesta l’estate scorsa di audire i procuratori, quando venne alla luce la vicenda del luogotenente della Finanza, Pasquale Striano, collettore di richieste di informazioni abusive sulle posizioni di ministri, parlamentari e uomini del mondo dell’economia e della finanza. Adesso, secondo Cantone e Melillo, i tempi per delineare il perimetro della vicenda, per quanto emerso fino ad ora, sarebbero maturi. Di lì la richiesta "doverosa" per rendere le informazioni relative al caso. L’ufficio di presidenza della commissione parlamentare Antimafia (diretta proprio da Chiara Colosimo, deputata di FdI, finita nel tritacarne delle interrogazioni illegali) si riunirà oggi per valutare la richiesta, mentre il Copasir fa sapere che ascolterà al più presto i magistrati.

Due in sostanza i filoni di indagine che la procura di Perugia sta portando avanti nonostante l’organico di un ufficio di provincia. Il primo riguarda gli accessi abusivi alle banche dati (Sdi, Serpico e Siva) per l’analisi di precedenti di polizia, beni immobili, conti correnti. Circa ottocento sono le interrogazioni fino a ora analizzate dagli inquirenti ritenute estranee alle attività connesse all’ufficio, cioè alla quadra Sos (Segnalazioni operazioni sospette) all’epoca diretta proprio da Striano. Ma in totale il luogotenente della Finanza, indagato per accesso abusivo alle banche dati, rivelazione di segreti d’ufficio, falso e abuso d’ufficio, avrebbe svolto tra il 2019 e il 2022 qualcosa come 5mila interrogazioni, se non di più. Di queste – secondo parametri investigativi di ricerca effettuati sino a ora – ne sono state scremate circa il 40%. In particolare (stando alle prime ipotesi investigative) Striano, in alcuni casi con la complicità del sostituto procuratore Antimafia, Antonio Laudati che di quell’ufficio era coordinatore, avrebbe raccolto le informazioni sensibili poi passate ad alcuni giornalisti. Otto quelli indagati, di cui tre di Domani, il giornale che con l’articolo sui compensi di Guido Crosetto diede il via agli accertamenti dopo la denuncia del ministro.

La maggior parte degli accessi coincide, a guardare le date, con gli eventi politici (la formazione del governo Meloni, la scelta dei candidati per Comuni e Regioni, il rimpasto di giunta di Milano), altri fatti di cronaca e indagini che hanno lambito i vari personaggi. A volte l’accesso coincide con la pubblicazione o richieste dei giornalisti al finanziere amico, altre no. Ed è su questo che proseguono le indagini. Anche per capire se tanta solerzia avesse una contropartita. Ma su questa “pesca a strascico“ potrebbe essere importante l’interrogatorio di Striano (per adesso ha fatto sapere di volersi avvalere della facoltà di non rispondere) e quello di Laudati che sarà sentito nei prossimi giorni e ha annunciato di voler rispondere.

L’altro filone invece riguarda una sorta di attività di ‘polizia privata’ portata avanti, secondo l’accusa, da Laudati e Strano. Indagini sollecitate alle procure di Roma e Milano e avviate su "impulso" della Dna dopo il lavoro svolto e ora contestato a Striano e Laudati.